Natale tenebroso a Brescia |
La conferenza Natale tenebroso ha avuto
luogo a Brescia, al teatro S. Giovanni Evangelista, il 2 dicembre 2017. Il
pubblico era in larga parte composto da giovani, alcuni dei quali con un
aspetto “dark”; ma anche da famiglie con bambini. Per entrare subito nello
spirito, la Radulović e sua madre avevano approntato un delizioso “albero di
Natale gotico”, decorato con pipistrelli, teschietti, gatti e una luna a far da
puntale.
L’aspetto tenebroso della festa
deriva dalla sua vicinanza al solstizio
d’inverno: il momento della notte più lunga dell’anno, nel periodo in cui l’agricoltura
si ferma e la natura dorme sotto la neve… insieme ai defunti. Per gli antichi
Romani, era il momento dei Saturnalia: festeggiamenti in cui l’ebbrezza
si legava al macabro. Si riteneva che l’inverno aprisse una porta tra i vivi e
i morti e che gli avi tornassero a battere all’uscio di casa. Il gelo e l’allungamento
delle notti è infatti un modo per scendere nella tomba, per toccare con mano il
sonno a cui ogni essere vivente va incontro. A tutto ciò, si legava il culto
del Sol
Invictus: il Sole che rinasce vincitore, dopo la lunga notte del
solstizio. Con l’affermarsi del Cristianesimo, questo culto si sovrappose
facilmente a quello del Natale di Cristo: la Luce nata nelle Tenebre per
sconfiggere la morte.
E Babbo Natale? La Radulović ne ha ricollegato l’iconografia a quella
di San Nicola di Bari (270-343). In
realtà, era vescovo di Mira, in Anatolia; oggi, la città è Demre e vi si
ritrova una basilica paleocristiana che ricorda il santo. Il legame con Bari è
legato all’attuale collocazione di buona parte delle sue reliquie. Le leggende
sul suo conto ricordano miracoli piuttosto “materiali”, legati alla sua
benevolenza e generosità. Avrebbe gettato tre sacchetti d’oro nella casa d’una
famiglia povera, perché le tre figlie potessero avere una dote e non essere
costrette a prostituirsi. Avrebbe resuscitato alcuni bambini, messi in salamoia
da uno scellerato venditore di alimentari. Ma l’anziano dalla barba bianca
richiamerebbe anche Odino e le feste
germaniche del solstizio d’inverno. Nelle cartoline natalizie dell’Ottocento,
Babbo Natale compare perlopiù vestito di verde; al posto delle renne, spesso lo
trainava un cavallo. L’attuale immagine, panciuta e rossovestita, è stata resa
famosa dal riadattamento pensato per pubblicizzare la Coca-Cola, negli anni Trenta. Era un modo per giungere a mamme e
bambini.
E gli elfi che accompagnano Babbo Natale? A volerne vedere l’origine, non
sono figure tanto rassicuranti. Anzi, rappresentano i terrori dell’inverno e
della notte. Famosissimo era Knecht Ruprecht (“il servo Ruprecht”), soprattutto
nei Paesi di lingua tedesca: mezzo uomo e mezzo bestia, dotato di campanelli e
scudiscio, distribuiva sferzate ai bambini discoli, in luogo degli agognati
regali. La sua prima attestazione è datata 1668. Ne esiste anche la versione
ceca, Čert. Molto simile a esso è il Krampus, l’orco di Natale:
personaggio noto in diverse località tra Austria, Germania e Italia. Una fiera
che lo vede presente viene tenuta, per esempio, a Tarvisio: qui, diversi Krampus
trainano il carro di San Nicola. Le due figure affiancate (il buon padre
barbuto e il terribile servitore) rappresentano la Luce e l’Ombra,
necessariamente affiancate nell’equilibrio universale.
Per quanto paia incredibile
oggigiorno, queste figure minacciose comparivano nelle cartoline natalizie
ottocentesche, destinate ai bambini. E un elemento macabro raramente mancava,
nei biglietti augurali in lingua anglosassone.
Del resto, è inglesissima la
tradizione di raccontarsi storie di
fantasmi accanto al fuoco, la notte di Natale. La letteratura gotica,
variante di quella romantica, parla perlopiù inglese e tedesco. Ecco da dove Charles Dickens trasse ispirazione per
il celeberrimo Canto di Natale… Altre
penne gotiche, famosissime all’epoca, sono oggi sconosciute. Molte erano donne.
Natale tenebroso... secondo il Circolo del Gotico |
Durante la serata, sono stati letti
ad alta voce stralci del racconto La cerimonia (1923), di H.P. Lovecraft: il rampollo d’una
famiglia che conta diversi avi condannati per stregoneria si ritrova ad
affrontare il lato macabro del Natale…
Anche la celebre famiglia Addams nacque sotto forma di
vignette natalizie. Il suo inventore, Charles Addams (1912-1988) giocò così con
l’ideale domestico degli americani.
La conferenza non poteva poi che
approdare a un classico cinematografico: The Nightmare Before Christmas (1993).
Ideato da Tim Burton e diretto da Henry Selick, si basa sul legame
antropologico fra Halloween e Natale:
le feste in cui le porte dell’Aldilà sembrano aprirsi e i vivi sentono vicini
coloro che dormono sotto la terra, insieme alla vegetazione e al Sole.
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