La
nostra cultura è attualmente pervasa da domande sulla famiglia e sui ruoli di
genere.
L’associazione manerbiese “Donne Oltre” ha voluto prendere posizione con la rassegna cinematografica 2017:
“Maternità: destino scontato dell’universo femminile?” Essa si è tenuta presso
il Teatro Civico “M. Bortolozzi”.
Una scena dal film Hungry Hearts. |
L’inizio è stato sorridente, con Juno (Canada/USA, 2007; regia di Jason Reitman), il 3 novembre. La
protagonista si ritrova incinta, dopo un’esperienza sessuale col migliore
amico. Pur essendo una sedicenne eccentrica e confusa su se stessa, prende in
mano la situazione: decide di mettere al mondo il piccolo e di darlo in
adozione a una coppia da lei scelta.
Per il 10 novembre, la locandina
prevedeva Quando la notte (Italia, 2011; regia di Cristina Comencini). Marina
è in vacanza in montagna, col figlioletto di due anni. Quest’ultimo, assai
vivace, la costringe a esasperanti notti insonni. Durante una di queste, il
bambino rimane ferito per un imprecisato incidente. È stata proprio la madre a
colpirlo?
Il 17 novembre, è stato visionato Il papà di Giovanna (Italia, 2008; regia di Pupi Avati). Ambientato nella Bologna
di fine anni ’30, racconta la storia di una diciassettenne dallo scarso
equilibrio psichico e di suo padre, che dedica la propria vita a lei. Nel
tentativo di renderla felice, il genitore la riempie di illusioni e, soprattutto,
esclude Giovanna dal rapporto con la madre. Non si accorge, dunque, di quanto
sia fondamentale questa figura, per la figlia…
Per il 24 novembre, era in programma La nostra vita (Italia/Francia, 2010; regia di Daniele Luchetti). Claudio,
operaio edile di Roma, scopre il cadavere di un collega, morto sul lavoro per
carenza di sicurezza. Decide di non denunciare il fatto. Quando l’amata moglie
muore per complicazioni “post partum”, cerca di risarcire i figli della perdita,
ricorrendo ad attenzioni materiali. Per ottenere denaro, ricatta il datore di
lavoro, facendo leva su quell’incidente insabbiato… Ma ciò risolleverà davvero
i ragazzi dal lutto per la madre?
Per
il 1 dicembre, la locandina proponeva Hungry Hearts (Italia, 2014; regia di Saverio Costanzo). Jude e Mina si sono
conosciuti per caso e si sono innamorati. Dopo aver cercato di evitare gravidanze,
la ragazza si scopre comunque incinta. Si convince che il bambino sarà
speciale, come le ha predetto una chiromante. Per preservare la presunta
purezza del piccolo, Mina decide di isolarlo dal mondo esterno, curandone lei
stessa alimentazione e medicazioni, con metodi di dubbio beneficio. Jude si
accorge che le scelte della ragazza stanno mettendo a rischio la vita del
bambino. Per salvarlo, ingaggia una lotta costante contro Mina…
Cinque
storie per mostrare l’incapacità degli schemi e condizionamenti sociali di
garantire la felicità, oltre che l’armonia. Esse possono essere raggiunte solo
dall’ascolto dei veri bisogni, propri e altrui, per cercare di venir loro
incontro. Non c’è un modo “giusto” per essere papà o mamma; ma ci sono
l’intelligenza e l’empatia, per confrontarsi coi figli. Non si può addossare a
qualcuno il compito di essere perennemente duro e vincente, o di essere
indefinitamente disponibile ad accudire. L’uomo come “pilastro incrollabile
della famiglia” non esiste; e così pure non c’è la madre perfetta, sempre
savia, sorridente e amorevole. Esiste, però, l’amore. E questa è una certezza
che la nostra cultura, dopotutto, non ha perso.
Pubblicato su Paese Mio Manerbio, N. 127
(dicembre 2017), p. 18.
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