Manerbio, 22 marzo 2015
A
Sua Eccellenza mons. Luciano Monari, vescovo di Brescia:
sono
stata battezzata venticinque anni or sono nella parrocchia di S. Lorenzo a
Manerbio (BS). Stamani, in una delle bacheche della pieve, ho notato un
manifesto che (forse) non avrebbe dovuto stupirmi, ma che mi ha suscitato più
d’una perplessità, per i motivi che presto chiarirò. Si trattava della
pubblicità della veglia delle Sentinelle in Piedi che si terrà a Brescia, il 28
marzo 2015, in Piazza Duomo.
Perché sono
perplessa?
Innanzitutto,
per la natura stessa dell’associazione a cui la diocesi si è premurata di dar
tanto sostegno. Cito dall’autopresentazione delle Sentinelle sul loro stesso sito: “La nostra è una rete apartitica
e aconfessionale […] che non può
escludere nessuno”. In altre parole: le
Sentinelle non sono legate alla parrocchia di Manerbio, né alla diocesi di
Brescia, né alla Chiesa cattolica. E non vogliono esserlo. Perché dunque
dare a loro spazi che solo alle suddette istituzioni andrebbero riservati? Mi
meraviglio di veder pubblicizzato nella bacheca di una pieve un movimento senza
indirizzo preciso, senza preoccupazioni per qualsivoglia ortodossia. È ben vero
che io non sono una rigorista, in questo senso. Ma parroci e vescovi, di
solito, lo sono.
Proseguiamo, poi, con le altre fonti
di perplessità. Il manifesto suddetto, in tono molto allarmistico (tipico delle
Sentinelle), affermava che il “ddl Scalfarotto” sarebbe stato un attacco alla
libertà di espressione. Orbene, questo famoso “attacco” altro non sarebbe che
un’aggiunta a un testo preesistente, la
cosiddetta “legge Mancino” (L. n. 205/93): “Misure urgenti in
materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa. Il testo proposto dagli On. I. Scalfarotto e A. Leone estendeva le misure di
cui sopra ai casi di omofobia e transfobia: ovvero, le manifestazioni di odio,
disprezzo ed ostracismo verso le persone omosessuali , transessuali o di sesso
non immediatamente riconoscibile. È stato spesso detto, da parte conservatrice,
che la legge Mancino si presta a un’interpretazione troppo arbitraria. Su
questo si può discutere. Però, nel caso del “ddl Scalfarotto”, sono stati
aggiunti prima l’ “emendamento Verini”, poi il “subemendamento Gitti”, il cui
contenuto complessivo recita: “Ai sensi della presente legge, non costituiscono
discriminazione, istigazione alla discriminazione, la libera espressione e
manifestazione di convincimenti od opinioni riconducibili al pluralismo delle
idee, purché non istighino all’odio e alla violenza, nelle condotte conformi al
diritto vigente, ovvero assunte all’interno di organizzazioni che svolgono
attività di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione
ovvero di religione o di culto, relative all’attuazione dei principi e dei
valori di rilevanza costituzionale che connotano tali organizzazioni”. Le do il
comodo di consultare un mio articolo, in cui tratto la questione più
estesamente e con molti link utili: Polemiche sulla "legge antiomofobia". Fatto sta che il famoso pericolo di essere puniti per “la propria opinione”
a causa del ddl Scalfarotto (così emendato) è una fola bella e buona. In altre
parole, la diocesi di Brescia e la bacheca di una chiesa parrocchiale si sono
prestate a proclamare una menzogna conclamata.
Il
manifesto di cui parlo, non pago di ciò, aggiungeva anche un “pericolo per la
libertà educativa”, dovuto all’“imposizione dell’ideologia del gender nelle
scuole”. Un altro ritornello caro alle Sentinelle. Dopo aver frequentato per
anni le riunioni di Arcigay Pavia e aver contattato il Circolo Harvey Milk di
Milano, sono in grado di fare un confronto fra quanto proclamano questi messeri
vigilanti e quanto realmente si dica nelle associazioni LGBT. Sono triste di
doverLa deludere: esse non mi hanno consegnato né decaloghi, né precetti, né
dottrine anche solo vagamente simili a un’ideologia incontestabile. Arcigay
Pavia si concentrava, semmai, su questioni fattuali e concrete, come la
prevenzione delle malattie veneree o l’istituzione di un registro comunale
delle coppie di fatto. Tutte cose che non interessano alla Chiesa cattolica, è
vero, ma che non c’entrano niente con l’ “imposizione di un pensiero unico”.
Per quanto riguarda le scuole, le Sentinelle affermano una mezza verità
ampiamente rivista e corretta da loro. Le associazioni LGBT organizzano sì incontri per i ragazzi delle scuole, perlopiù licei, ma non sono “imposti”. Sono
concertati fra le associazioni e gli istituti d’istruzione. Essi servono a
parlare di cosa sia il movimento LGBT, delle discriminazioni che vivono tuttora
le persone omosessuali e ancor più quelle transessuali e a trattare la
questione della depatologizzazione di entrambe le condizioni.
Nel mondo cattolico, ha fatto scalpore la
questione dei “libriccini dell’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni
Razziali)”: tre opuscoli, uno per ogni grado di istruzione, intitolati Educazione alla diversità a scuola. Erano volti alla prevenzione
del bullismo contro ragazzi omosessuali o figli di genitori omosessuali. Apriti
cielo. I baciapile gridarono all’ “indottrinamento dei bambini”. Peccato che
gli opuscoli non fossero destinati ai bambini, ma agli insegnanti, e, fra
questi, solo a coloro che ne avessero fatto esplicita richiesta. Questa,
Eccellenza, è la “violazione della libertà di educare” per cui si
straccerebbero le vesti le Sentinelle. Un’altra fola di cui la diocesi
bresciana e la parrocchia manerbiese si sono fatte, inconsapevolmente,
portavoce. Ma cos’è, poi, questa famosa “ideologia/teoria del gender” che fa
tanta paura? Questo articolo, ampiamente annotato, può dare molte delucidazioni a chi fosse interessato a
comprendere cosa stia dietro quest’espressione. Esso non ha l’ipocrisia di
proclamarsi imparziale, ma cita le fonti: cosa che non fanno i bei discorsi di
chi si dice “apartitico e aconfessionale”.
Un altro motivetto che piace molto ai “lettori
silenziosi” è, poi, la “violazione della dignità della famiglia naturale”. In
altre parole, se le coppie dello stesso sesso avessero la possibilità di unirsi
in vincolo civile (non sacramentale, N.B.), quelle formate da un uomo e una
donna dovrebbero sentirsi “sminuite nella propria dignità”. Un assunto di cui sto
ancora attendendo la dimostrazione.
Ovviamente,
lungi dalle Sentinelle voler passare per “fomentatori dell’odio”. Sul loro sito, affermano che “non accettano
categorie fuorvianti come ‘gay’ o ‘eterosessuali’, perché sanno che servono
solo a far dimenticare il valore infinito di ogni persona.”
Perché mai sarebbe fuorviante dire che gli esseri umani hanno orientamenti
sessuali diversi? Questa è un’osservazione lapalissiana e le Sentinelle – a loro
dire – tengono a che si possa dir liberamente che "due più due fanno quattro". Per di
più, le belle parole di cui sopra passano tranquillamente sopra un dato di
fatto: ovvero, che un uomo e una donna, in Italia, possono contrarre regolare matrimonio secondo le
proprie inclinazioni affettive; un uomo e un uomo, o una donna e una donna,
invece, no. E le Sentinelle mirano a mantenere questa disparità anche al di fuori degli ambienti che "la pensano come loro". Con buona pace del "valore infinito di ogni persona" e del loro millantato pluralismo.
In
conclusione, Eccellenza: non comprendo perché la diocesi di cui faccio parte
debba collaborare con una rete che non è legata alla Chiesa cattolica e che
spande un mucchio di retorica e falsità.
Quando
mi è capitato di far questo genere di discorsi, i laicisti mi hanno detto che
perdevo tempo; i cattolici conservatori mi hanno risposto, con ancor più
disprezzo, che ero libera di apostatare. Mi spiace per entrambi, ma penso che
un’anima educata all’amore della verità e allo zelo per la casa del Signore non
possa agire nei modi suddetti. Quando ho una perplessità, ne faccio apertamente
parte tanto ai pastori quanto ai fratelli. Almeno, ora che non ho ancora deciso
di troncare i rapporti con la parrocchia in cui sono stata battezzata. È un
fatto di onestà verso me stessa e verso il mio prossimo. Durante gli esercizi
spirituali in vista della Pasqua, a Manerbio, il padre predicatore ha ammonito
i fedeli contro il rischio di fare della Chiesa un comodo angolino, in cui
tutti “la pensano allo stesso modo” ed escludono chi solleva obiezioni. Pongo
questo ammonimento qui, dedicandolo ai cattolici conservatori propugnatori dell’apostasia
facile. La ringrazio per il tempo che mi ha voluto dedicare. Un saluto in
Cristo,
Erica
Gazzoldi
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