Accendo,
per caso, il televisore. Sono, all’incirca, le ore 10:00 di sabato 9 febbraio
2013. Quello che ho davanti è un talk-show, probabilmente Uno Mattina in famiglia (o qualcosa di simile). Un tale legge, da
una rivista, una rubrica di “posta del cuore”. Una signora scrive: “Sono alta
1, 82 m. Ho conosciuto un uomo che è una vera bomba sexy, ma ha un problema: è
alto solo 1, 63 m…” Segue il racconto dell’imbarazzo provato in pubblico. La
telecamera inquadra da vicinissimo il foglio stampato. Leggo le righe
evidenziate dal Tale e anche quelle che lui tace. La lettera della signora, in
ogni caso, approda su una richiesta di consiglio: “Ho organizzato una festa per
il mio compleanno, ma non so se presentare lui alle mie amiche…”
«E Marta
Flavi cosa risponde?» esordisce il Tale. « “Hai ragione: non presentarlo alle
tue amiche…”» Uggiolii di scandalo in studio, modulazioni di «Ma comeeeeeee?!» et similia. Però, mentre la telecamera
inquadrava il pezzo, ho fatto in tempo a leggere la frase che seguiva, nella
risposta: «…Ma solo perché, poi, tutte cercherebbero di rubartelo». Senza
contare che lo striminzito lacerto evidenziato era solo un’isoletta in un mare
di testo. In altre parole, il succo del consiglio era, praticamente, l’opposto
di quanto il Tale volesse far credere, a colpi d’evidenziatore. Combinazione:
avevo appena finito di ripassarmi spezzoni d’un film girato da Marco
Bellocchio, Sbatti il mostro in prima
pagina (1972). Una pellicola sui giochetti di prestigio nel campo
dell’informazione. Coincidenza?
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