“Erodoto
vive una vita piena, per nulla intralciato dalla mancanza del telefono,
dell’aereo o della bicicletta. Tutte cose che arriveranno solo dopo migliaia di
anni, e che niente lascia presumere gli siano mancate: se la cava perfettamente
anche senza. La sua vita e quella del mondo contengono una forza propria,
un’energia inesauribile e autosufficiente che lui avverte e che lo entusiasma.
Erodoto doveva essere una persona serena, rilassata e cordiale: è solo a questo
tipo di persone che gli estranei svelano i propri segreti. Le nature chiuse,
ombrose e introverse, anziché indurre il prossimo a confidarsi, suscitano il
timore e la voglia di scappare. Se Erodoto avesse avuto un carattere del
genere, non avrebbe ricavato niente dagli altri e noi non avremmo avuto la sua
opera.
Riflettevo spesso su questo fatto,
sentendo con stupore, e anche con una certa inquietudine, che, addentrandomi
nella lettura di Erodoto, subivo un processo di identificazione intellettuale
ed emotiva con il mondo e con gli eventi evocati dal greco. La distruzione di
Atene mi coinvolgeva più dell’ultimo colpo di stato in Sudan e l’affondamento
della flotta persiana mi appariva più tragico della rivolta militare in Congo.
Il mio mondo non era soltanto l’Africa, della quale dovevo occuparmi come
corrispondente dell’Agenzia di stampa polacca, ma anche quello scomparso da
centinaia di anni, lontano da qui.
Come stupirsi dunque se, seduto in
una afosa notte tropicale sulla veranda del Sea View Hotel di Dār es-Salaam,
pensavo ai soldati di Mardonio che in una notte di gelo (in Europa allora era
inverno) cercavano di scaldarsi davanti al fuoco le mani intirizzite?”
RYSZARD KAPUŚCIŃSKI
(In viaggio con
Erodoto, Milano, 2005, Feltrinelli, pagg. 212-213)
Il bello è che con un accenno a una rivolta militare in Congo un testo sembra sempre essere stato scritto una settimana fa :D
RispondiEliminaIl tempo è relativo... o non è quello...? ;)
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