Passa ai contenuti principali

Fortissimamente Baini... Di Vincenzo Calò

 La Sinistra non può fare altro che…? Il suo vuoto è dovuto unicamente dalla difficoltà nel ricostituirsi fuori dal Parlamento? 

fiorenzo baini

La Sinistra sconta il dogmatismo che prima era comunista, oggi è radicale perché parte dall’equivoco di immaginarsi la gente come non è.  Il vecchio PCI almeno aveva una funzione educativa. La Sinistra non dovrebbe  fare altro che quello che fa Salvini: andare nelle periferie; ma, a differenza del leghista, non limitarsi ai selfie, cercando piuttosto di ascoltare LA GENTE COME E’ e lavorare duro per elevarla socialmente e culturalmente.

Caro Fiorenzo, una figura come quella di Papa Francesco, passerà alla Storia stando al tuo modo di vedere le cose?

Io ero e sono per Ratzinger che ha scontato solo il suo essere timido, ma Francesco e Ratzinger sono la stessa cosa. Francesco non è certo un eretico  anche se certi supercattolici lo ritengono tale. Ciò che non mi piace di Francesco è che non parla mai dell’Aldilà, che mi pare un argomento essenziale.

In generale, dobbiamo concentrarci particolarmente sui comportamenti di una maggioranza o di una minoranza? Secondo te pecchiamo assolutamente di mancanza di sportività?

Direi che bisognerebbe concentrarci sulle minoranze perché sono sempre le minoranze a far la Storia.

Non riusciremo mai a riconoscere e ammettere delle colpe in automatico? O tanto vale lasciar perdere, perché la reazione della società, una volta che il singolo individuo confessa d’aver sbagliato, è agghiacciante?

E’ vero. Ma ammettere di aver sbagliato significa avere umiltà e, per paradosso, in questo il singolo individuo diventa il più grande perché dimostra di non aver paura.

Ma una volta scritto un saggio, per te è la fine o l’inizio di un’avventura di puri intendimenti, cioè ti preoccupa il giudizio del lettore?

Sì, il giudizio del lettore mi preoccupa e non poco ma non al punto da scrivere ciò che non penso per ingraziarmelo. Direi, per quanto riguarda l’ultimo libro, che non sempre ho scritto tutto quello che pensavo, ma tutto quello che ho scritto l’ho veramente pensato.

A scuola fai lezione sulla base dei tuoi libri?          

Talvolta per comodità sì, ma non ho mai fatto comperare un libro mio. Sono uno dei pochissimi in Italia che si preoccupa del conflitto d’interessi.

Si fa presto a dire Arte? Non ti deprime il verbo “scaricare”, alquanto ambiguo?

Mah, io penso che l’arte possa esser ovunque purché risponda alle seguenti caratteristiche, almeno per come la penso io, e cioè tecnica + capacità di esprimere ciò che normalmente non viene neanche da pensare.

In conclusione, preghi che la Natura…?

Sopravviva almeno fino ai miei nipoti.

… LEGGENDO “IL REAZIONARIO DI SINISTRA”

Leggendo questo testo viene da pensare che  c’è ancora un saggista che sfida i laici a riflettere su una tesi di fondo, che è l’annientamento che ci arrechiamo da soli, tipico dei tempi moderni; e per dimostrarlo l’autore non si risparmia partendo dall’eclissi del Sacro che viene  detronizzato con l’effetto di un’apatia nelle masse dovuta alla sostituzione di  sani valori con altri fittizi, perché continuando a demotivare l’attitudine religiosa viene meno in automatico e spiegabilmente l’importanza del danno che possiamo causare.

In mancanza del Signore, col prosciugarsi dello Spirito, la motivazione che spinge alla solidarietà, verso un nostro simile, non appassiona più… e anche e soprattutto i lettori di Dostoevskij ne sono a corrente!

Tuttavia, con sottile ironia, Baini ci fa notare che, morto il Signore, ci siamo dati a svariate e assurde pratiche devozionali.

E dall’attivismo civile sganciato da qualsiasi etica religiosa cosa è scaturito alla fine?

Un essere mediocre, che vive solo in una dimensione materiale.

Questa tesi di fondo porta l’autore a posizioni “scorrettissime”, per esempio sull’aborto: l’autodeterminazione della Donna, alla fine, agevolerebbe il genere maschile al momento di abusare di Lei; ma forse ancora più scorretto è Baini quando mette l’accento sul fatto che l’aborto è anche un fatto sociale perché non si può precludere un grande destino potenziale per l’umanità, non risparmiandosi sugli  esempi: da Boccaccio a Cristiano Ronaldo passando attraverso Leonardo da Vinci, tutti personaggi che non avrebbero dovuto per svariati motivi nascere, ragion per cui l’autore “sogna” una tutela totale per le future mamme, lasciandole libere di tenere o no il bambino ma senza sopprimerlo.

Baini non ha nemmeno il mito della Democrazia perché afferma che le menti più accese sfruttano la Democrazia per soggiogare la gente; perciò  occorrerebbe andare al voto masticando almeno un po’ di cultura, un’idea almeno del mondo, dei contesti, dell’effetto non solo individuale ma sociale del proprio voto.

Nella sua “scorrettezza” Fiorenzo mette a nudo una serie di contraddizioni contemporanee, per esempio: se da una parte tendiamo a far la bella presenza disperandoci per il destino del mondo, elogiando Greta Thunberg, dall’altra c’è chi sogna l’eternità che potremmo intraprendere nei limiti dell’atmosfera terrestre; dimenticando però che l’uomo, cessando di vivere, favorisce il principio naturale.

Effettivamente questo mondo va verso l’irrealtà, e “Il reazionario di Sinistra” lo dimostra in tanti modi: dal sogno marinettiano dell’uomo meccanico ai camerieri-robot giapponesi, non dimenticando la pornografia accessibilissima via web, dalla quale si dipende fissando appuntamenti veri ma con dei piaceri carnali nient’altro che immaginari.

In definitiva il divino è stato ammazzato, il vuoto della Sua assenza è stato colmato dall’individualismo a cui subentreranno, anzi stanno già subentrando, macchine già ideate a nostra immagine e somiglianza.

Nell’analisi della crisi della modernità, che in fondo è una crisi dell’individuo focalizzato nella sua solitudine e nel suo egoismo, il saggista si collega a precedenti autorevoli; per esempio a Leopardi, ridotto a delle nozioni scolastiche mortificanti, da imparare controvoglia quando, nella Palinodia al Marchese Gino Capponi e nelle Operette Morali, ha fotografato il tempo attuale e il suo continuo regredire.

Ma non solo Leopardi, anche Pasolini, e qui Baini ne fa propria la “scorrettezza”: dietro i diritti civili e la “libertà” si nasconde il più bieco individualismo borghese.

E c’è pure Frank Zappa; delizioso il suo ritratto, basti pensare che la critica comune ha esaltato il suo anticonformismo per aver alluso spesso al sesso esplicito, ma in realtà il nostro caro Frank bacchettava acidulando come nessun altro il capitalismo statunitense a spron battuto, per aver esso annebbiato la ragione umana mutandone la specie in un soggetto univoco che usa i propri  mezzi a spregio dell’infinito prima, per consolidarsi in modo inattaccabile e nel più completo anonimato poi!

Quanto sopra si collega a una vena ferocemente anticapitalistica in Baini, soprattutto perché tale sistema, portato alle estreme conseguenze, è disumano e sfocia, per forza, nella robotizzazione e nell’atomizzazione dell’individuo inchiodato a una siderale solitudine e in balia di un bieco sfruttamento… anche qui non ci vengono a mancare delle chicche da Springsteen a Bob Marley, fino a brani tratti da Dostoevskij e Leon Bloy che, scritti  più di cent’anni fa, appaiono attuali e sconcertanti.

Altro autore amato da Fiorenzo è Aldo Nove, a cui dedica un capitolo… per il saggista è da brividi il realismo tra le composizioni di Nove, “Superwoobinda” per esempio racchiude storie coinvolgenti dacché apparentemente simili a dei consigli per gli acquisti, con persone che s’infiammano col cervello azzerato, ignorando d’avere un’anima, a forza di comunicare con una lingua, quella nostrana, distrutta nella sostanza come nella forma, a riprova del fatto ch’è impossibile ragionare se non proferiamo parola correttamente.

Superwoobinda è di una crudeltà spiazzante, rara per non dire unica, che Baini usa per evidenziare come il diritto a eleggere i rappresentanti del Popolo non può appartenere a tutti quanti.

(Casa Editrice: A&A di Marzia Carocci; Anno di pubblicazione: 2020; Pagg. 198; Prezzo: 14,25 euro)


Vincenzo Calò

Commenti

Post popolari in questo blog

Letteratura spagnola del XVII secolo

Il Seicento è, anche per la Spagna, il secolo del Barocco. Tipici della letteratura dell'epoca sono il "culteranesimo" (predilezione per termini preziosi e difficili) e il "concettismo" (ricerca di figure retoriche che accostino elementi assai diversi fra loro, suscitando stupore e meraviglia nel lettore). Per liberare il Barocco dall'accusa di artificiosità, si è cercato di distinguere una corrente "culterana", letterariamente corrotta e di contenuti anche immorali, da una corrente "concettista", nutrita dalla grande tradizione intellettuale e morale spagnola. E' vero che il Barocco spagnolo vede, al proprio interno, vivaci polemiche fra autori (come Luis de Gòngora e Francisco de Quevedo) e gruppi. Ma l'esistenza di queste due contrapposte correnti non ha fondamento reale. Quanto al concettismo, è interessante notare come esso sia stato alimentato dalla significativa definizione che di "concetto" ha dato Francesco

Farfalle prigioniere, ovvero La vita è sogno

Una giovane mano traccia le linee d’una farfalla. Una farfalla vera si dibatte sotto una campanella di vetro. La mano (che, ora, ha il volto d’un giovane pallido e fine) alza la campanella. L’insetto, finalmente libero, si libra e guida lo spettatore nella storia del suo alter ego, la Sposa Cadavere.              Così come Beetlejuice , The Corpse Bride (2005; regia di Tim Burton e Mike Johnson) si svolge a cavallo tra il mondo dei vivi e quello dei morti, mostrandone l’ambiguità. A partire dal fatto che il mondo dei “vivi” è intriso di tinte funeree, fra il blu e il grigio, mentre quello dei “morti” è caleidoscopico, multiforme, scoppiettante. A questi spettano la gioia, la saggezza e la passione; a quelli la noia, la decadenza, l’aridità. Fra i “vivi”, ogni cosa si svolge secondo sterili schemi; fra i “morti”, ogni sogno è possibile. Per l’appunto, di sogno si tratta, nel caso di tutti e tre i protagonisti. A Victor e Victoria, destinati a un matrimonio di convenienza, non è co

Il Cimitero di Manerbio: cittadini fino all'ultimo

Con l'autunno, è arrivato anche il momento di ricordare l' "autunno della vita" e chi gli è andato incontro: i nostri cari defunti. Perché non parlare della storia del nostro Cimitero , che presto molti manerbiesi andranno a visitare?  Ovviamente, il luogo di sepoltura non è sempre stato là dove si trova oggi, né ha sempre avuto le stesse caratteristiche. Fino al 1817, il camposanto di Manerbio era adiacente al lato settentrionale della chiesa parrocchiale , fra la casa del curato di S. Vincenzo e la strada provinciale. Era un'usanza di origine medievale, che voleva le tombe affiancate ai luoghi sacri, quando non addirittura all'interno di essi. Magari sotto l'altare, se si trattava di defunti in odore di santità. Era un modo per onorare coloro che ormai "erano con Dio" e degni a loro volta di una forma di venerazione. Per costituire questo camposanto, era stato acquistato un terreno privato ed era stata occupata anche una parte del terraglio