Settembre
2018, per Manerbio, è il mese che ha visto il commiato a don Tino Clementi,
parroco locale dal 2005. Fra gli eventi pensati per salutarlo, è stato
organizzato un concerto d’organo nella pieve: proprio di quell’organo restaurato su iniziativa di don Tino. Lo strumento è stato realizzato nel 1856
da Angelo Amati. La vicenda della sua rimessa in funzione è stata complessa
quanto i rimaneggiamenti e gli incidenti della sua esistenza. Le operazioni di
restauro hanno avuto inizio nel 2010 e sono terminate nel 2017. Se ne è
occupato il maestro organaro Daniele Giani.
Don Tino Clementi a Manerbio |
Il
6 settembre, a eseguire i brani in programma, si è presentato Alberto Dossena,
che aveva supportato la ricostruzione dello strumento con la propria
consulenza. Nato a Crema (CR), ha iniziato gli studi di Organo e Composizione
organistica al Conservatorio “G. Nicolini” di Piacenza, proseguendo poi al “G.
Verdi” di Milano. Ha partecipato ai Corsi Universitari Internazionali “Musica
en Compostela” a Santiago de Compostela, dove, nel 2001, ha vinto il premio
“Rosa Sabater”. Svolge attività concertistica in Italia e all’estero. Ha curato
una pubblicazione sul restauro dell’organo Serassi (1768) della chiesa
parrocchiale di S. Antonio Abate a Bolzone (CR) e su quello dell’organo Cavalli
(1855) della chiesa parrocchiale di S. Martino in Strada (LO). Collabora col
Servizio Tutela Organi del Segretariato Regionale del MiBAC della Lombardia.
Dal 2006, è direttore della Polifonica “F. Cavalli” e organista titolare della
Cattedrale di Crema.
Circa
l’Amati di Manerbio, Dossena ha sottolineato due particolarità: la notevole
estensione e la presenza del registro “Cornamusa”.
Il
concerto ha avuto inizio con la “Batalla de Sexto tono” di J. Jiménez
(1601-1672). Questo tipo di composizione, molto in voga nella musica
organistica spagnola, deve il proprio nome al fatto di imitare
onomatopeicamente i suoni di una battaglia (appunto). Sotto il profilo
teologico, può alludere a una battaglia fra bene e male. Seguivano “Was Gott
tut, das ist wohlgetan” di J. Pachelbel (1653-1706) e una serie di brani di
J.S. Bach (1685-1750): tre preludi al Corale dalla collezione Neumeister e una
“Fuga über das Magnificat pro organo pleno” (BWV 733).
La
seconda parte del concerto è stata introdotta dalla “Sonata n. 102 in Re minore
in modo dorico” di padre Antonio Soler (1729-1783). Dello stesso compositore
era la “Sonata de Clarines n. 54 in Do mag.”: pensata per un registro
tipicamente spagnolo, ha richiesto qualche piccolo accorgimento nell’esecuzione.
Sono seguiti: “Elevazione” e “Suonatina per Offertorio e Postcommunio” di padre
Davide da Bergamo (1791-1863); “Adagio per Voce Umana” di Vincenzo Petrali
(1830-1889), laddove la “Voce Umana” è uno dei registri principali dell’organo;
“Sinfonia in Do” di Ferdinando Provesi (1770-1833).
La
serata del 6 settembre 2018 è stata organizzata dalla Commissione Organo
insieme all’Amministrazione Comunale. Il motivo della collaborazione è stato
spiegato dall’assessore Fabrizio Bosio: l’organo Amati 1856 di Manerbio fa
parte del patrimonio artistico locale ed ha quindi un valore storico-culturale
per tutta la comunità civica, non solo per la parrocchia. L’iniziativa del suo
restauro (insieme alle altre volute da don Tino, come il riordino dell’archivio
parrocchiale e il restauro delle campane) ha dunque coinvolto fortemente
l’intera città. Il concerto di commiato, pertanto, è stato anche un modo di
sottolineare l’idea che mons. Clementi ha sempre avuto del proprio incarico in
loco: far agire la parrocchia come partner del Comune.
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