Brescia come nodo d’incontro fra Celti e Romani: questo era l’oggetto della mostra
archeologica intitolata, appunto, “Galli & Romani: nuove scoperte nel
bresciano”. Essa si è tenuta al Museo Civico
di Manerbio e del Territorio dal 20 maggio 2018 e terminerà il 30 maggio 2019. I reperti che
raccoglieva erano datati dal III al I sec. a.C. ed erano stati rinvenuti
durante le indagini condotte dalla Soprintendenza all’archeologia, alle belle
arti e al paesaggio nel 2013 e nel 2014, per la posa del metanodotto Snam
Zimella-Cervignano d’Adda.
Reperti dalla Tomba del Guerriero di Flero |
Essi provenivano da corredi tombali:
cartine al tornasole dei mutamenti culturali avvenuti per l’incontro fra le due
popolazioni. In particolare, l’inumazione, anticamente praticata dai Celti, fu
gradualmente sostituita dall’incinerazione: diretta (sul luogo stesso della
sepoltura) e indiretta (in altro luogo). Per un periodo, l’inumazione fu
riservata a donne e bambini, per destinare alla cremazione i guerrieri. Non
venne meno l’uso di seppellirli insieme alle loro armi, spesso ritualmente
spezzate. Insieme a manufatti di gusto celtico, come i vasi a trottola,
comparvero quelli romanizzanti. L'adozione dell’uso dell’ “obolo di Caronte”
(la moneta da pagare al traghettatore delle anime) è testimoniata dalla
presenza di monete romane (assi), insieme a dracme padane. La progressiva
scomparsa delle armi dai corredi, in favore di attrezzi agricoli, mostra la
pacificazione del territorio.
Una delle necropoli rappresentate
era quella di Dello, in località Cascina Ferrone. Essa è costituita da 12
sepolture a incinerazione indiretta, orientate in senso nord-ovest/sud-est. È
databile tra la tarda età repubblicana e la prima età imperiale.
Un’altra area archeologica si trova
a Orzivecchi, in località Fienile Bruciato. La frequentazione qui testimoniata
risale al periodo fra VII-VI sec. a.C. e I d.C. La necropoli (a incinerazione)
comprende 45 sepolture, databili tra la fine dell’età del Ferro e l’epoca
romana (II a.C. - I d.C.). La Tomba 1 e la 43 erano rappresentate in mostra per
la prima volta. In associazione alle sepolture, è stato ritrovato anche un
pozzo in ciottoli e vera in legno, con presumibile funzione rituale, che le
analisi dendrocronologiche (= basate sull’accrescimento degli alberi) hanno
permesso di collocare fra II e I sec. a.C.
Al centro della mostra, era però
posta la Tomba del Guerriero di Flero, rinvenuta in località Cascina Freddi.
Essa fu scoperta nel 2007, durante i lavori per il raccordo autostradale tra
Ospitaletto e Montichiari. Risale alla seconda metà del III sec. a.C. Il
corredo era diviso in due gruppi di materiali: al centro della fossa, accanto
alle ceneri del defunto, si trovavano una coppa a vernice nera e un nucleo di
oggetti in metallo; in posizione periferica, erano state collocate ciotole in
ceramica fine e resti ossei riconducibili a un’offerta alimentare.
Il
reperto più notevole era una spada, ripiegata ritualmente. Essa veniva
portata agganciata a una catena, parimenti ritrovata nella sepoltura. Anche i due
anelli in bronzo, verosimilmente, appartenevano al sistema di sospensione della
spada. Un umbone (= placca rilevata) di scudo e una punta di giavellotto
confermano il ruolo sociale del defunto. Alcuni oggetti erano d’ornamento e di
toeletta: due fibule in ferro, cesoie abbinate a due rasoi, un coltello.
L’incinerazione (ancora rara, all’epoca), le fibule non caratteristiche
dell’area cenomane e l’assenza di armi e ornamenti come elmo e torquis (=
collare ritorto) fanno pensare che il defunto non fosse un Gallo cenomane, ma
appartenesse a un altro gruppo lateniano (= da “La Tène”, nome di un villaggio
svizzero ove fu scoperto, a metà del XIX sec., un deposito votivo dell’età del
Ferro).
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