Passa ai contenuti principali

Con lo stomaco e il cuore: Vincenzo Kira

Vincenzo Kira è un rapper emergente e tutto pepe… anzi, tutto peperoncino salentino. Per l’uscita del suo singolo Brazzers, abbiamo voluto scambiare quattro chiacchiere con lui. 
Vincenzo Kira rapper
Vincenzo Kira

1)      Brazzers non è sicuramente il tuo primo brano. Hai già alle spalle diversi pezzi, tutti incentrati su forme di follia quotidiana e male di vivere. Possiamo definire il tuo "un rap nichilista"?

Il mio rap trae ispirazione da svariati fattori: le mie esperienze di vita, ciò che ho intorno e percepisco, la stessa musica (non solo hip hop), diverse forme d'arte e di lettura come film, cartoni, fumetti, libri... Di conseguenza, ai libri si aggiungono le varie correnti filosofiche e letterarie, tra le quali il nichilismo. Ma posso assicurarti che quest'ultimo è solo uno dei tasselli che compongono il puzzle, un puzzle (appunto) fatto di follia.

2)      Il rap nasce negli Stati Uniti come "musica di strada": voce degli emarginati, degli arrabbiati, dei poveri e dei vogliosi di riscatto. Cosa significa fare rap in Italia, oggi? Che tipo di rabbia si urla?

Sicuramente, io ho iniziato a fare rap per quel motivo; ma, oggi come oggi, noto che chi sta iniziando ad approcciarsi al genere,più che per rabbia, lo fa per moda, ignorando che il rap è solo una componente di una vera e propria cultura chiamata hip hop. Chi si approccia oggi, mi dà l'impressione del bambino che vuole fare il calciatore o della bambina che vuole fare la modella. Nell'immaginario collettivo, è cambiata l'immagine del rapper: non viene più collegata al personaggio scomodo e politicamente scorretto, bensì ad uno "strafigo" pieno di soldi e di capi firmati.
 
Stomako Vincenzo Kira
La copertina dell'album Stomako,
di Vincenzo Kira.
3)      Nei tuoi brani, è evidente il disgusto per la corruzione politica, che riconosci come frutto della mentalità diffusa nella cittadinanza intera. Fuoco al Belpaese è emblematico, in questo senso. Eppure, sia questo pezzo che il più salentino Welcome sottolineano un senso di attaccamento ai luoghi in cui sei cresciuto e a tutto ciò che consideri "tuo". Rabbia e amore: come possono convivere?

Oddio… Fuoco al Belpaese è il mio primo videoclip! Se mi riguardo e mi riascolto. mi sto sul c***o da solo [risata imbarazzata]. Mi pare un' accozzaglia di luoghi comuni, ma… diciamo che l'intenzione c'era. In Welcome, mi sto già più simpatico; comunque sia, rabbia e amore convivono quando ti senti appartenere al luogo in cui sei nato e cresciuto, ma la maggior parte delle persone che vive insieme a te comincia a fartelo odiare, compreso chi ti è più vicino. È sempre l'essere umano a rovinare tutto, ed io non sono certamente escluso.

4)      Ti è caro Shinigami, figura della mitologia giapponese che è una sorta di "dio della morte". Inneggiare alla distruzione e ai giustizieri può essere deleterio, ma... non c'è una voglia di vita nuova, dietro questo tipo di sentimento?

Sinceramente, non ci ho mai fatto caso, ma può essere molto probabile… Magari, il mio Shinigami si è accorto da tempo di questa voglia di vita nuova, molto prima di me...

5)      Brazzers è tratto dall'album Stomako, recante il nome dell'organo che più d'altri registra le nostre emozioni. Potresti dire che è lo stomaco la tua musa ispiratrice?

Sicuramente, è tramite esso che cerco di riportare in rima i miei sentimenti più crudi, più schietti, quelli più inconfessabili, dicendo ciò che magari, nella vita quotidiana, forse per via di quelle regole non scritte imposte dalla società, non direi mai, mettendo così in risalto il mio lato più grottesco. 
Brazzers Vincenzo Kira
La copertina di Brazzers,
il nuovo singolo di Vincenzo Kira.

6)      Brazzers tratta della pornografia sul web. Il testo recita: "fobia di altri esseri umani". L'autoerotismo digitale, dunque, è uno dei modi in cui si manifesta la generale difficoltà a relazionarsi?

Certo! Tutto ciò che è "social , chat erotiche comprese, ci sta "asocializzando". Per esempio: tempo fa, riuscire a guardare un porno era molto più difficile; quindi, quando lo si guardava, era tutto molto più enfatizzato. Oggi, invece, basta estrarre lo smartphone dalla tasca che la pornografia t'invade. Ti svelo un piccolo segreto che riguarda un po' tutti i maschietti e che forse nessuno ti dirà mai: anni fa, quando praticavo auto-erotismo, usavo molto di più l'immaginazione. 


Commenti

Post popolari in questo blog

Letteratura spagnola del XVII secolo

Il Seicento è, anche per la Spagna, il secolo del Barocco. Tipici della letteratura dell'epoca sono il "culteranesimo" (predilezione per termini preziosi e difficili) e il "concettismo" (ricerca di figure retoriche che accostino elementi assai diversi fra loro, suscitando stupore e meraviglia nel lettore). Per liberare il Barocco dall'accusa di artificiosità, si è cercato di distinguere una corrente "culterana", letterariamente corrotta e di contenuti anche immorali, da una corrente "concettista", nutrita dalla grande tradizione intellettuale e morale spagnola. E' vero che il Barocco spagnolo vede, al proprio interno, vivaci polemiche fra autori (come Luis de Gòngora e Francisco de Quevedo) e gruppi. Ma l'esistenza di queste due contrapposte correnti non ha fondamento reale. Quanto al concettismo, è interessante notare come esso sia stato alimentato dalla significativa definizione che di "concetto" ha dato Francesco

Farfalle prigioniere, ovvero La vita è sogno

Una giovane mano traccia le linee d’una farfalla. Una farfalla vera si dibatte sotto una campanella di vetro. La mano (che, ora, ha il volto d’un giovane pallido e fine) alza la campanella. L’insetto, finalmente libero, si libra e guida lo spettatore nella storia del suo alter ego, la Sposa Cadavere.              Così come Beetlejuice , The Corpse Bride (2005; regia di Tim Burton e Mike Johnson) si svolge a cavallo tra il mondo dei vivi e quello dei morti, mostrandone l’ambiguità. A partire dal fatto che il mondo dei “vivi” è intriso di tinte funeree, fra il blu e il grigio, mentre quello dei “morti” è caleidoscopico, multiforme, scoppiettante. A questi spettano la gioia, la saggezza e la passione; a quelli la noia, la decadenza, l’aridità. Fra i “vivi”, ogni cosa si svolge secondo sterili schemi; fra i “morti”, ogni sogno è possibile. Per l’appunto, di sogno si tratta, nel caso di tutti e tre i protagonisti. A Victor e Victoria, destinati a un matrimonio di convenienza, non è co

"Gomorra": dal libro al film

All’inizio, il buio. Poi, lentamente, sbocciano velenosi fiori di luce: lividi, violenti. Lampade abbronzanti che delineano una figura maschile, immobile espressione di forza.   Così comincia il film Gomorra, di Matteo Garrone (2008), tratto dal celeberrimo libro-inchiesta di Roberto Saviano. L’opera del giornalista prendeva avvio in un porto: un container si apriva per errore, centinaia di corpi ne cadevano. Il rimpatrio clandestino dei defunti cinesi era l’emblema del porto di Napoli come “ombelico del mondo”, dal quale simili traffici partono ed al quale approdano, da ogni angolo del pianeta. Il film di Garrone si apre, invece, in un centro benessere, dove regna un clima di soddisfazione e virile narcisismo. Proprio qui esplode la violenza: tre spari, che interrompono il benessere e, al contempo, sembrano inserirvisi naturalmente, come un’acqua carsica che affiora in un suolo perché sotto vi scorreva da prima. Il tutto sottolineato da una canzone neomelodica italiana: i