Il pittore Claudio Volpi a Manerbio |
Claudio Volpi è nato a Casalromano
(MN) l’8 agosto 1955. Nel 1970, ha iniziato a studiare pittura a olio, disegno
e figura alla scuola “Leonardo da Vinci” di Cremona. Nel 1979, ha fatto parte
del gruppo artistico mantovano “Valori plastici”, partecipando a varie mostre
collettive e personali. Dopo un lungo periodo di pausa, è tornato alla pittura
nel 2004, preferendo ampi paesaggi e scorci di campagna lombarda,
perfezionandosi nella tecnica dell’acrilico su tela.
Nel 2011, è stato invitato alla
Collettiva d’Arte Contemporanea tenutasi al Quirinale e a quella ospitata dal
Castello Reale Valentino, a Torino.
A Manerbio, ha dispiegato gli
aspetti tipici della sua musa. Innanzitutto, una tendenza alle figure non
formali, non fondate su un disegno, che si snodano e distendono liberamente
sulla tela. Allo stesso tempo, non si distacca del tutto dall’arte figurativa:
le sue immagini rimandano sempre a qualcosa di noto, perlopiù paesaggi. Il
colore non è scelto su basi realistiche, ma espressive: toni scuri affiancati a
toni accesi, o al bianco. La tinta prediletta è il rosso. Volpi tiene molto
alla corposità: dipinge a strati e crea effetti di “bassorilievo”, impiegando
carta. In altri casi, il materiale di base è la plastica, sulla quale la
vernice è incisa a graffi. Le immagini sono realizzate in colori acrilici.
In questo modo, dai “30x30” di
Volpi, sembrano emergere sottili betulle, campi di grano, laghi, distese
innevate o angosciosamente rosseggianti, notti profonde, cupole di duomi.
Il pittore ama curare la
presentazione: ha “testato” diversi modi di incorniciare le opere, per
osservarne la diversa resa.
Due "paesaggi disciolti" di Claudio Volpi |
L’aspetto “indefinito” dei suoi
paesaggi fa sì che essi si prestino a suggestioni e interpretazioni anche
vaste. Per questo, alle tele in mostra, erano affiancati pensieri di un poeta,
Diego Berzaghi. La parola sapiente dava alle vedute disciolte un significato
ignoto allo stesso pittore. Le colline oltre un fiume divenivano un corpo di
donna distesa; una campitura rossa il segno dello sbarco in Normandia. Oppure:
“Celate di seta diafana, danzano le Meliadi, nel profumato sottofondo d’autunno
boschivo”; “Candido velluto impreziosisce il cammino dell’inverno”.
Quasi a completare il dialogo fra le
arti, Volpi ha affermato di essere un appassionato di pianoforte. Del resto,
come la sua pittura, la musica unisce la suggestiva indefinitezza
all’espressività.
Pubblicato su Paese Mio
Manerbio, N. 128 (gennaio 2018), p. 13.
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