Si
sono concessi una lunga pausa, dal 2012 al gennaio 2017. Ma i Blu Angel si sono finalmente ricostituiti. E hanno voglia di… volare.
I Blu Angel al Gatto Caffè di Manerbio. |
Il
gruppo nacque nel 2001, per iniziativa di Diego Baruffi, Giovanni Primomo
(manerbiesi) e Davide Brignoli (di Montichiari). Propongono cover di canzoni
italiane, prevalentemente degli anni Sessanta e Settanta. I loro prediletti
sono i Nomadi, ma danno grande spazio anche a Lucio Battisti e Gianni Morandi.
Sono rimasti due membri fondatori,
Diego Baruffi (voce e chitarra) e Giovanni Primomo (tastiera). Brignoli è
purtroppo deceduto cinque anni fa. Con loro, c’è Jimmy Blake, fratello del
tastierista e virtuoso della chitarra elettrica. Una “new entry” è invece Ugo
Mangeri (chitarra acustica). Questa formazione si era già esibita a Quinzano d’Oglio, all’evento pubblico “Libri in concerto” (27 maggio 2017).
Per due sere consecutive (16 e 17
giugno 2017), i Blu Angel hanno poi colto l’occasione dell’estate per allietare
le piazze manerbiesi. Hanno infatti suonato al Gatto Caffè di piazza C.
Battisti e alla caffetteria “Lady” del Piazzolo, per la clientela all’aperto.
I programmi delle due serate (assai
simili fra loro) esordivano con “Sognando la California” dei Dik Dik (1966): quasi
a sottolineare i sospiri per le vacanze estive. Molto spazio è stato però
lasciato ai beniamini di sempre, i Nomadi: “Marinaio di vent’anni” (1993); “Il
vento del nord” (1995); “Io vagabondo” (1972); “Io voglio vivere” (2003); “Un
pugno di sabbia” (1970); “C’è un re” (1991); “Il fiore nero” (1977). Altro
protagonista ideale era Lucio Battisti: “Il tempo di morire” (1970); “Un’avventura”
(1969); “Dieci ragazze” (1970).
Una canzone-manifesto, in un certo
senso, era “Bandiera gialla” di Gianni Pettenati (1967): espressione di voglia
di vivere e divertirsi grazie alla musica. Così pure si può dire di “Dedicato”
(Ivano Fossati, 1976): un pensiero rivolto dai “suonatori un po’ sballati” alla
varia umanità. Leggermente “fuori stagione” era “È la pioggia che va” (1966)
dei Rokes. Dei Dik Dik, c’era anche “Volando” (1976). Un classico dei Blu Angel
era “Tanta voglia di lei” (1971) dei Pooh. Ma le due serate hanno incluso anche
novità. Per la prima volta, il gruppo ha proposto arrangiamenti di “La
bambolina che fa no, no, no” (1966) di Michel Polnareff e “Impressioni di
settembre” (1972) della Premiata Forneria Marconi. Per eseguire questa, al
Gatto Caffè, si è aggiunto ai Blu Angel l’amico Emilio, detto “Miser”. Una
sostanziale novità, nel repertorio, era anche “Jesahel” (1972) dei Delirium.
I Blu Angel al Lady di Manerbio. |
Una “concessione” è stata fatta alla
Caterina Caselli di “Perdono” (1966) e all’Adriano Celentano di “Pregherò” (1965).
La conclusione è stata affidata a Gianni Morandi, con “Se perdo anche te”
(1966) e “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones”
(1966). Quest’ultima, in particolare, è stata scelta dal gruppo come chiusura
delle serate: un modo, forse, per sottolineare il potere della musica di
generare amore e aggregazione, anche quando la guerra incombe.
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