"Ogni piacere vuole l'eternità di tutte le cose, vuole miele, vuole feccia, vuole ebbra mezzanotte, vuole tombe, vuole la consolazione delle lacrime sulle tombe, vuole tramonti dorati,
che cosa non vuole il piacere! Esso è più assetato, più affettuoso, più affamato, più spaventoso, più segreto di tutti i dolori, vuole se stesso, morde se stesso, in esso lotta la volontà dell'anello,
vuole amore, vuole odio, è più che ricco, dona, getta via, mendica che qualcuno lo prenda, ringrazia chi lo prende, vorrebbe venir odiato,
così ricco è il piacere che ha sete di dolore, di inferno, di odio, di umiliazione, di storpi, di mondo, questo mondo, infatti, oh, lo conoscete!
Voi uomini superiori, di voi ha nostalgia il piacere, l'indomito, felice, del vostro dolore, o falliti! Ogni eterno piacere ha nostalgia di fallimenti.
Ogni piacere vuole infatti se stesso, per questo vuole anche sofferenza! Oh, felicità, oh dolore! Spezzati, cuore! O uomini superiori, imparate che piacere vuole eternità,
piacere vuole l'eternità di tutte le cose, vuole profondità, profonda eternità!"
che cosa non vuole il piacere! Esso è più assetato, più affettuoso, più affamato, più spaventoso, più segreto di tutti i dolori, vuole se stesso, morde se stesso, in esso lotta la volontà dell'anello,
vuole amore, vuole odio, è più che ricco, dona, getta via, mendica che qualcuno lo prenda, ringrazia chi lo prende, vorrebbe venir odiato,
così ricco è il piacere che ha sete di dolore, di inferno, di odio, di umiliazione, di storpi, di mondo, questo mondo, infatti, oh, lo conoscete!
Voi uomini superiori, di voi ha nostalgia il piacere, l'indomito, felice, del vostro dolore, o falliti! Ogni eterno piacere ha nostalgia di fallimenti.
Ogni piacere vuole infatti se stesso, per questo vuole anche sofferenza! Oh, felicità, oh dolore! Spezzati, cuore! O uomini superiori, imparate che piacere vuole eternità,
piacere vuole l'eternità di tutte le cose, vuole profondità, profonda eternità!"
FRIEDRICH WILHELM NIETZSCHE
Così parlò Zarathustra, ("Acquarelli"), Bussolengo (VR) 1995, Demetra, pp. 419-420. Traduzione e presentazione di Giuseppina Quattrocchi.
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