Forse, li avete amati, su qualche libro d’enigmistica.
Forse, non li avete mai sentiti nominare. I dramminimi sono una particolare variante degli indovinelli. Si
presentano come brani noir, dai
titoli cruenti. Però, diverse spie nel lessico fanno intuire che il “delitto” è
solo una veste verbale che adombra realtà innocue. Un esempio:
L’assassina
Era una donna di
mondo. Si era data da fare, per amor di denaro, in mezzo a trame di ogni genere; ne aveva viste di tutti i colori. Ma veniamo al fatto.
Essa entrò nella
camera, impugnando nella destra un lucente ferro
e trascinando con la sinistra la vittima designata. Questa, ridotta a un cencio, non opponeva la minima
resistenza. Bianca e slavata, era ancor molle di lacrime…
La donna si avvicinò
ad un piccolo soppalco di legno e vi
gettò sopra la vittima. Questa non fece moto alcuno. Piegato il capo, si
accasciò supina.
Allora la donna,
deposto momentaneamente il ferro, afferrò la vittima per i polsi e la tirò su scuotendola ripetutamente con violenza.
Invano: benché
profonde rughe le solcassero il
sembiante, la vittima subì passivamente tutti i maltrattamenti… Faceva un ben
misero effetto.
La donna spruzzò un
po’ d’acqua sulla vittima; e poi,
visto che le cose non sarebbero cambiate, disse:
-Ora ti sistemerò io:
voglio proprio conciarti per le feste!
Ne ho fatte fuori tante:… ritieniti saldata!
Impugnò nuovamente il
ferro, mirò al collo e colpì; mirò
al petto e colpì ancora con forza,
una, due, tre volte…
Testaferrata (pseudonimo di M. Musetti)
Le parole che abbiamo sottolineato rientrano nel campo
semantico della sartoria. In altre
parole, la perfida “assassina” sarebbe un’innocente sartina che stira una
camicia appena rammendata. È certamente esperta, ma in trame e colori di
tessuti. Da vera professionista, concia
per le feste i capi d’abbigliamento passandoli sotto il ferro da stiro, dopo averli sistemati su
un soppalco. La bianca camicia è molle e slavata per il bucato recente. Al
momento, sembra proprio un cencio: così
piena di rughe, sarebbe
impresentabile ai clienti. Meglio spruzzarvi sopra un po’d’acqua, per stirarla più facilmente. L’esperta sartina insiste bene
su collo, polsi e petto della camicia. Solo alla fine del
lavoro sarà veramente saldata.
Nessuno, dunque, si è fatto male. Il lettore può tirare un sospiro
di sollievo.
Anche noi tireremo sospiri di sollievo, finché i dramminimi rimarranno
un gioco intellettuale. Finché non usciranno dall’enigmistica, per andare a spasso
in campi che non sono i loro: magari, nella cronaca, per suggestionare lettori impreparati
a decifrare l’enigma. Perché quel venire al
fatto è, più sovente, un venire al detto:
a quella veste verbale senza cui un’informazione non può esistere, ma che può anche
sformarla pesantemente. Esercitiamoci, dunque, ai dramminimi: quelli che si trovano
nella cronaca rosa, bianca e d’ogni colore, per indurci a barrare un simbolo partitico
o ad amare/odiare gli amici/nemici d’altri.
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