In amore il pensiero va sparato, e, se sì, mirando al centro?
In amore innanzitutto
non si spara e né si mira. Se è vero amore viene tutto naturale e il pensiero è
come acqua di sorgente.
Cosa succede alla tua coscienza in presenza del minimo dubbio?
Si pensa e si
combatte, perché il dubbio va risolto se non si vuole vivere male. Certo il
pensiero del dubbio non deve importi un'indecisione perenne.
Vale viaggiare nel mondo solo per perdersi dentro di sé?
Perdersi vuol dire
liberarsi. Quindi viaggiare per perdersi può essere utile e necessario. Ma puoi
perderti e liberarti anche senza muoverti dalla tua scrivania. Del resto la
creatività non ha bisogno di condizioni particolari, perché è originata
dall'anima.
I media non stancano mai (a proposito, dall’Ansa all’Ansia è un
attimo?), e magari perché ci piace avere il potere su...?
Credo, è un mio
pensiero, che l'ansia del vero giornalista sia connaturata al desiderio di dare
notizie. Non credo sia l'esercizio di un potere ma di una necessità presente in
tutti i mestieri che abbiano come premessa la vocazione.
I segreti della politica italiana, chiederti di svelarli (fermo
restando che tu ne sia a corrente) è proprio da stupidi?
Non sono depositario
di nessun segreto e tantomeno di segreti politici. Ma chi sa parli. Sempre.
Mi descrivi il volto della Cultura?
Non esiste un volto,
ma tanti volti. Un popolo è cultura, mai un uomo. Un popolo con la sua storia,
le tradizioni, le conquiste e le sconfitte.
I sognatori non se la passano affatto bene, vero...?
Un sognatore non sogna
per “passarsela” bene. E un sogno in molti casi è l'inizio di un viaggio per
realizzare l'Ipotesi. Senza sogno, non c’è un inizio.
Una poesia può essere bella argomentando su tutto?
Certo. Non ci sono
limiti sui temi e la bellezza non dipende dall'oggetto ma dalle parole che si
utilizzano per tradurre un'emozione.
Che significa essere sportivi?
Significa riconoscere
le proprie debolezze che hanno consentito all'avversario, comunque in possesso
di qualità, di batterti e vincere. Ma vuol dire anche riconoscere il suo ruolo
qualora fossimo noi a trionfare. Senza avversario non c'è cimento, non c'è
lotta, non c’è divertimento. E più fatichi più è giusto dare lustro al suo
valore.
Mai preso spunto da altri poeti?
Neruda e Prevert sono
i miei poeti di riferimento .
Può un poeta rimanere tale una volta che diventa famoso?
Un poeta è per sempre.
Anche se non sarà mai famoso.
Leggendo “Amori nello
specchio”
Alberto ama definire la sua dolce metà per principio, anche
se ignaro (ma la cosa è reciproca) prova a calamitare l’attimo con lo sguardo e
la voglia di credere nel potere del cuore.
L’elemento vacante rappresenta un percorso bloccato, da
tracciare per intero amando una lei, dovendo rischiare proprio in tal senso,
non riuscendo a pazientare, specie attualmente.
Il cuore battendo riempie l’immaginario, irrigidisce un
proiettile vagante, che colpisce un’anima nervosa, che patisce l’ordinarietà
degli eventi.
Il passaggio da un livello di comprensione all’altro si
verticalizza bene o male, dipendendo dalla scelta della persona amata, senza
importarsene del destino.
Il poeta vede restringersi un campo d’azione da subito,
inspiegabilmente, disponendo in esclusiva di questioni che non vanno risolte se
il sentimento viene ricambiato.
Chi lo ama lo conduce per una vita ottenebrante al naturale…
del resto la memoria librandosi svanisce in un desiderio da esprimere
assolutamente.
“Gli amori attendono
l’alba per un incontro”.
Egli viene preso da un sonno isolante, con gli astri a
compensare una carenza, pari alla natura che sollecita la fertilità ai
territori aridi.
Quel che dice la persona amata lo possiede spiritualmente,
rimanda a un volatile, il più solitario, che può rimanere attratto nient’altro
che dal suo rifugio.
Una rinuncia sa di definitiva scomparsa, la presenza di
Dionisi allora finirebbe a inasprire l’etereo?
La comunicazione si parzializza per memorie appannate,
abbandonando i suoi soggetti con della desertificazione a far proseliti,
uniformando resti d’esseri viventi.
Il sentimento vibra in una forma divina e inflessibile,
sembra proprio impossibile vigilarci sopra essendo irrazionale… cosicché il
candore profana il trasporto emotivo.
Compiere un gesto deve significare il recupero delle cose
perse, il raschiamento nel profondo.
Si esiste quindi a forza di reagire, al fine di contemplare
una corrente effusiva che accarezzi il viso di sempre.
La dolce metà del poeta assisterà al decesso di quest’ultimo
all’inizio di un nuovo giorno, ma senza volerlo.
Esili strati di una superficie per la quale si è
letteralmente inconsapevoli brillano, con le precipitazioni provenienti
dall’alto a pulire le umane sconcezze.
Chi legge questa raccolta può spontaneamente accusare pensieri lontani, illuminanti per
come aleggiano, benché un contatto fatale lo si misuri sapendo di occupare un
luogo di carne e fiato, di non esistere.
“Il tuo respiro
colpirà le mie labbra”.
I tempi si prolungano costituendo ricordi amorevoli, mentre
l’altrove aspetta le sue pedine, di una luce nuova.
Dovrebbe insomma vigere l’oggettività per atto supremo e
rincuorante, se non fosse che l’attenzione terrena si sposta, perforante una
trasparenza macchiata di acqua piovana.
Nella lettura con l’immenso ravvivi il disegno di un attimo
indissolubile, la meraviglia, per dolori spaesati, da richiamare a crudo per
attenuarli.
Il rifiuto del vuoto assoluto comporta l’ascolto del cuore,
con la luce che tarda a sopraggiungere.
La scoperta di un amore s’esaurisce subito dacché il poeta
ne racchiude il soggetto, ch’equivale a una distesa d’acqua sopprimibile in
prossimità dell’oltre, che l’etereo avidamente assorbe.
Dionisi proviene da un pianeta diseguale alla Terra, qui
l’autenticità è nemica della memoria, tracciando percorsi senza lasciare il
segno.
L’oscurarsi dell’anima dipende da un attimo esclusivamente
irreale, ne consegue una destinazione tattile, sopraffina dato il volto dei
sentimenti.
Una bestia s’incattivisce per questioni celate e trionfi di
consapevolezza, sta di fatto che la sicurezza investe il cuore a seguito
d’immagini ravvivate e che l’udito ritaglia delicatamente.
L’invito a non agire d’istinto colma così tutti gli
avanzamenti, e sotto qualsiasi punto di vista il sentimento si riapre.
“Come quel mare
lontano che sparisce all’orizzonte diventando cielo…”; “Vengo dal mondo
diverso, dove le origini non si ricordano e le strade si dimenticano.”; “Ma non
essere nuvola, sii direttamente pioggia.”; “Siamo ricchi perché abbiamo una
possibilità… Non gettiamola nei nostri pensieri al contrario…”.
Un patrimonio qui va motivato col diritto di maturare
qualcosa che altrimenti negativizza la mente pur sempre attiva, come una
raccolta di rifiuti.
Distanti dalla verità globalizzante, il divertimento sta nel
provare ad avvicinare dei punti di riferimento.
Al margine del tacere svettano sottospecie di strutture
religiose che influenzano serenamente, inattaccabili, susseguenti alla
popolarità accresciuta per decisioni lapidarie.
La stima di natura prettamente sentimentale rifocilla l’ego,
discutibile quando si ha di che mantenere un bene impossibile da condannare
giacché immateriale, con gesti di solo pudore.
Ecco allora che la solitudine percuote un’umanità priva di
soluzioni, che quindi si muove non lasciando tracce di sé.
L’aroma di una bevanda calda per poco non travolge i
pensieri, dunque la si consuma aggressivamente, come a voler trovare della
vecchia e isolata inconsistenza di fondo.
I quesiti in sospeso di volta in volta infiammano,
appartenendo probabilmente alla finalizzazione della coscienza evidenziano una
vita raffigurabile seguendo i muscoli facciali.
“E angoli di silenzio,
monasteri solitari contro l’inquietudine, dopo il clamore prima delle scelte
definitive: così immagino il mio oltre. Il mio dopo.”; “Sei una derivazione
folle di un amore ignaro ma puro, talmente puro da non poterlo giudicare. È un
amore diverso quasi terso, invisibile, che si tocca con l’anima…”; “Alla
ricerca di un nulla antico e solitario…”.
(PanDiLettere, 2020; Pagg. 82; Prezzo 12euro)
*Alberto Dionisi nasce a Roma.
Giornalista ma anche funzionario della Presidenza del
Consiglio, ha redatto articoli per svariate testate e ha
partecipato a programmi radiofonici e televisivi RAI.
Ha collaborato con l’ANSA e scritto due libri che avevano come
tema il calcio.
È stato docente presso l’Università degli Studi di Roma “La
Sapienza”, per il Corso di Laurea di Geografia
Umana.
Ha inoltre insegnato per anni ai “Giovani Adulti” del
braccio 11 del carcere di Rebibbia; il progetto aveva come tema “Le regole del
gioco del calcio, le regole della vita”.
Nel 2019 ha vinto il Premio Internazionale Pushkin per la sezione “Poeta sconosciuto”.
Vincenzo Calò
Commenti
Posta un commento
Si avvisano i gentili lettori che (come è ovvio) non verranno approvati commenti scurrili, offese dirette, incitazioni all'odio di qualunque tipo, messaggi che violino la privacy o ledano l'onore di terzi. Si prega di considerare questo blog come uno spazio di confronto, così come è stato fatto finora, e non come uno "sfogatoio". Ci scusiamo per eventuali ritardi nella pubblicazione dei commenti: cause (tecnologiche) di forza maggiore. Grazie.