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Reading da "La tessitrice di parole"

Rielaborazione dell'introduzione al reading tenuto presso il circolo "Via d'acqua" (Pavia)
La tessitrice di parole è una figura nata dopo circa tre anni di lavoro frammentario. Avevo sperimentato tutte (o quasi) le forme poetiche che il liceo poteva offrirmi; avevo tratto ispirazione dalle mie minute vicende personali, dai sentimenti o anche dalla cronaca. Un materiale che avevo ammassato in fogli e quadernetti, senza alcun progetto pregresso. Poi, l'idea: una tessitrice di parole.

            Questa espressione descriveva il mio lavoro molto meglio di "poetessa": un termine altisonante per un'adolescente alla prima pubblicazione ufficiale. Ed anche poco scaramantico: Fabrizio De André, una volta, ha ricordato che "fino a vent'anni, si scrivono poesie. Dopo, ci si divide in due categorie: i poeti ed i cretini." Incrociamo le dita.

"Tessitrice" sottolinea il lato tecnico della poesia, l'impegno nella costruzione dei versi, per rendere pensiero e discorso ciò che non nasce come pensiero o discorso.

La poesia non è sfogo. E' lavoro di cesello e di lima. Che lo si compia sul foglio o nei recessi della mente, è indifferente. L'importante è che non rimangano fili pendenti.

            Ideare la "tessitrice di parole" è stato anche un modo per dare una cornice alle "rime sparse" di cui dicevo. Ho pensato che i lettori si sarebbero trovati più a proprio agio, se avessero camminato in compagnia di una guida: un po' misteriosa ed un po' rassicurante.

            Infine, sarebbe stato un piacere anche per me affrontare questa raccolta non come una compilazione, ma come una creazione del tutto nuova: una storia...

Erica Gazzoldi, La tessitrice di parole, Brescia, 2011, Marco Serra Tarantola Editore

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