Sarà
forse perché abbiamo “il complesso dei provinciali”… ma certe soddisfazioni non
sono di poco conto. Sabato 18 gennaio 2020, la Civica Associazione Musicale S.Cecilia di Manerbio ha tenuto un concerto al Teatro Grande di Brescia e questo
è stato un motivo d’orgoglio per chiunque avesse partecipato, come suonatore o
come ascoltatore. L’evento s’intitolava, per l’appunto, “La Banda in grande”.
Diretto da Giulio Piccinelli e presentato da Viviana Filippini, il corpo
bandistico locale ha raccolto la sfida, eseguendo cinque brani lunghi e
complessi. Il programma di sala era aperto da “Huntingtower” di Ottorino
Respighi (Bologna, 1879 - Roma, 1936), una ballata commissionata al compositore
nel 1936 dall’American Bandmasters Association, in occasione della morte del
presidente onorario John Philip Sousa. Il brano (malinconico e, a tratti,
glorioso) mira a evocare le sensazioni provate davanti a una “huntingtower”,
cioè un padiglione di caccia abbandonato.
Il paesaggio è nettamente cambiato
col pezzo successivo: la “Sinfonia Sevillana” (trascr.: D. McLain) di Joaqín
Turina (Siviglia, 1882 - Madrid, 1949), piena di leggerezza e vivacità. Come
suggerisce il titolo, il brano è dedicato a Siviglia e alle suggestioni create
dalla città.
I
colori dell’autunno hanno invece ispirato “October” di Eric Whitacre (Reno,
Nevada, USA 1970 - tuttora vivente).
Con
“The Phantom of the Opera” (arr.: J. De Meij), di Andrew Lloyd Webber (Londra,
1948 - tuttora vivente), la banda è approdata al mondo del musical e ai mondi
che un genere apparentemente “leggero” sa creare. Il brano, per l’appunto, era
tratto dal musical “Il fantasma dell’Opera”, basato sull’omonimo romanzo di
Gaston Leroux uscito nel 1910. Erik, misterioso uomo dal volto deforme, abita
nei sotterranei del teatro parigino “Opéra Garnier”, appunto. Se il suo aspetto
è orrendo, è però vero anche che il “fantasma” è dotato di un eccezionale
talento per il canto, oltre a essere ventriloquo e geniale costruttore. La sua
voce riesce ad ammaliare la cantante lirica Christine Daaé, che è però
corteggiata anche dal compagno d’infanzia Raoul… Gli strumenti della banda, in
particolare, hanno eseguito “The Music of the Night”: la “musica della notte”
con cui Erik culla e incanta Christine.
Sempre
dal mondo del musical era tratto il brano conclusivo della serata: “Porgy and
Bess” (arr.: J. Barnes) di George Gershwin (New York, 1898 - Los Angeles, 1937).
Il musical omonimo, uscito nel 1935), è ambientato negli Stati Uniti del
proibizionismo. È tratto dal romanzo “Porgy” (1925) di DuBose Heyward e
descrive la vita degli afroamericani in un sobborgo di Charleston, nella
Carolina del Sud. Porgy è un mendicante zoppo; Bess è la donna di Crown, uno
scaricatore che funge da suo protettore. Durante una rissa, Crown uccide un
uomo e fugge. Bess, rimasta sola, si vede offrire un rifugio dal mendicante.
Sportin’ Life, uno spacciatore di cocaina e alcolici, comincia a fare profferte
amorose alla donna, che lo rifiuta. Innamorata (ricambiata) di Porgy, Bess
cercherà di sfuggire sia a Crown che a Sportin’ Life… ma sarà tutt’altro che
facile.
Durante
l’esecuzione del brano da parte della banda, naturalmente, il motivo più
facilmente riconoscibile è stato quello di “Summertime”, spirituale ninnananna
compresa nella prima scena del musical e (da sempre) il brano più conosciuto
dell’opera.
Dal
pubblico, sono arrivati applausi e anche esclamazioni d’incoraggiamento
all’indirizzo di Giulio Piccinelli. In generale, la partecipazione è stata
ampia. La S. Cecilia aveva organizzato anche un viaggio in pullman a due piani,
per permettere a tutti gli interessati di presenziare al concerto. Il calore
della dimensione paesana ha dunque contribuito alla buona riuscita di un evento
in cui la banda ha dimostrato di saper lavorare anche… in grande.
Pubblicato su Paese Mio
Manerbio, N. 151 (febbraio 2020), pag. 4.
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