I
Comuni e la manutenzione delle strade… Un rapporto proverbiale e tormentato.
Sarà forse per questo che il rinnovamento di via San Martino (o “Scià Bas”), a
Manerbio, è stato salutato con una festa. Il 3 settembre 2017, è stata tenuta
l’inaugurazione. Era cortesemente richiesto ai convenuti d’indossare qualcosa
di rosso, in riferimento al colore del manto di San Martino nell’iconografia abituale.
L'inaugurazione di Via San Martino, a Manerbio. |
Al taglio del nastro, era presente
il sindaco Samuele Alghisi, con Nerina Carlotti, Giandomenico Preti e Paola
Masini. Erano accompagnati dai Carabinieri, dalla Polizia locale e dall’Associazione
Nazionale Carabinieri, nonché dal parroco don Tino Clementi. La colonna sonora,
naturalmente, era affidata alla Civica Associazione Musicale Santa Cecilia.
Il nome dialettale della strada
ricorda i tempi in cui la zona era compresa nella “Scià”, il quartiere
residenziale dei Galli conquistatori (arrivati nel 395 a.C.). L’aggettivo “Bas”
designa quella che fu la parte periferica di tale quartiere. La vicenda è
narrata in: La Bassa e la sua memoria. Nove comuni si raccontano, a cura di
Gian Mario Andrico ed Eugenio Massetti, Roccafranca 2004, Compagnia della
Stampa Massetti Rodella Editori, pp. 64-65.
Il nome “San Martino” è probabilmente
dovuto all’antica devozione di cui questo santo gode in loco. Ne parla Mons.
Paolo Guerrini, in: Manerbio. La pieve e il Comune, Brescia 1936, Scuola
Tipografica Opera Pavoniana, pp. 110-112. La chiesa a lui dedicata fu edificata
fra il Castello e il Mella, sopra il greto del fiume, bonificato dai monaci.
Nel 1414, un mercante volle che i suoi eredi costruissero nella pieve di S.
Lorenzo una cappella dedicata a S. Martino. Oltre a esservi sepolto, desiderò
che gli eredi vi mantenessero un sacerdote, con l’obbligo di celebrarvi almeno
due Messe di suffragio alla settimana - e altri oneri. Il testamento
comprendeva anche terreni che aumentarono la dotazione fondiaria della chiesa
di S. Martino.
Dopo il taglio del nastro, si è
svolto un piccolo corteo. Ai lati della strada, erano poste le bancarelle degli
esercizi commerciali e delle associazioni. Si poteva così cenare a base di
prodotti di rosticceria, “pa e salamìna”, birra, piadine, kebab. La locandina
ringraziava l’oratorio “San Filippo Neri”, “La Veranda - Tigelle e
Crescentine”, il Birrificio Babb, Rostipollo, La Piadineria, Turkish Istanbul
Kebab. Sulla via, si affacciavano anche le ACLI, l’Associazione Amici della
Biblioteca (col suo banco di libri) e l’Associazione di promozione sociale“Chorouk”, che raduna i musulmani del luogo e che offriva tè alla menta, caldo
e zuccherato. I ringraziamenti in locandina riguardavano anche i commercianti
della via, naturalmente.
L’idillio non era però completo. Al
numero 80, si trovava una curiosa “dogana”: un cartello che separava via San
Martino da “via dell’Incompiuta”. Il riferimento era alla celebre sinfonia di
Franz Schubert, ma anche e soprattutto al fatto che i lavori di rinnovo non
avevano riguardato tutta la via. Si erano interrotti, sul lato destro della
strada, al suddetto numero civico. La motivazione data a chi ne aveva chiesto
conto era l’insufficienza di fondi e di cubetti in porfido. La protesta è stata
ideata dai proprietari dello storico Bar Impero, che si trova proprio
all’inizio dell’ “Incompiuta”. Sulle tapparelle del locale, chiuso per
l’occasione, campeggiavano altri cartelli che spiegavano la presenza della
“dogana” e riecheggiavano un noto spot (“No sanpietrini? No party!”).
In attesa di poter sentire la
replica della giunta comunale, i cittadini hanno ascoltato novità e grandi
classici di Dellino Farmer, il rapper dialettale innamorato della Bassa(soprattutto di Offlaga… e di Manerbio, naturalmente). La sua verve ha
riscaldato i fan fino a un orario accettabile per gli inquilini del condominio
antistante; dopodiché, ha lasciato posto ai DJ set. Tra festa e polemiche,
lunga vita… anzi, via alla vecchia e nuova Scià Bas.
Paese
Mio Manerbio, N. 125 (ottobre 2017), p.
8.
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