Mezzo
secolo abbondante d’età… e non sentirlo. Questo potrebbe essere il motto dello
storico gruppo pop “I Nomadi”. La loro parabola cominciò nel 1963 fra Modena e
Reggio Emilia, per opera di Beppe Carletti ed Augusto Daolio. Sono rimasti vivi sui palchi e nel cuore dei fan rinnovando più volte il repertorio e la
formazione - ma senza perdere la caratteristica voglia di viaggiare e di tener
gli occhi aperti sul mondo. I Nomadi attuali sono: Yuri Cilloni (voce); Massimo
Vecchi (voce e basso); Beppe Carletti (tastiere); Sergio Reggioli (violino,
percussioni, chitarra, voce); Cico Falzone (chitarre, voce); Daniele Campani
(batteria).
I Nomadi a Verolanuova (8 settembre 2017) |
A furia di girovagare, sono giunti
anche nelle sperdute lande della Bassa Bresciana. Ci ha pensato l’Associazione
Amici dei Vigili del Fuoco di Verolanuova, che li ha invitati allo Stadio
Bragadina l’8 settembre 2017, col benestare del Comune. Il Gruppo Sportivo
Verolese ha concesso spazio e aiuto logistico. Per Beppe Carletti, è stata
l’occasione d’aggiungere alla propria ricca biblioteca personale un volume con
la storia dei pompieri verolesi, insieme a una targa di ringraziamento rivolta
a tutto il gruppo. «Chi regala un libro, regala un tesoro» ha commentato.
Il titolo del concerto era: “La
storia continua”. Nomadi nuovi, ma senza dimenticare il passato. La serata è
cominciata con un brano dal sapore epico: “Senza patria” (col
cavaliere Ghireikhan, rimasto solo a cercare una casa che non ha). È seguito
“Noi non ci saremo”, in cui si prospetta per la Terra un futuro senza
genere umano. “Aironi neri” è stata l’occasione per ricordare il
co-fondatore Augusto Daolio, stroncato da un tumore ai polmoni nel 1992.
Poi:
“Tutto a posto”; “Il fiore nero”. Dalla carrellata di grandi
classici, il programma è approdato alle canzoni contro la guerra e sul
desiderio di una vita riscaldata dagli affetti: “Senza nome”; “Sangue al
cuore”; “Dove si va”; “Ti lascio una parola (Goodbye)”;
“Auschwitz”.
Parlando di sentimenti, non potevano
mancare gli anniversari. “20 de April” reca come titolo proprio la data
di una lettera a un amore passato. Ma i Nomadi hanno voluto ricordare anche gli
anniversari di matrimonio degli amici - e a una coppia è stata dedicata “Se non
ho te”. “Il paese delle favole” rimane inquietantemente attuale,
col suo quadro stralunato della contemporaneità. Un assolo di violino ha
introdotto un classico che ricordava la storica collaborazione con Francesco
Guccini: “Il vecchio e il bambino”. “La collina” suggerisce la
possibilità di una dimensione al di fuori del mondo che conosciamo. “La
coerenza” è la solitudine di chi si rifiuta di mentire a se stesso.
Poi, sono arrivati altri brani
riconoscibilissimi: “La libertà di volare”; “Una storia da raccontare”; “Mediterraneo”; “Ala bianca”; “Marinaio di vent’anni”; "Io voglio vivere”; “Ho difeso il mio amore”; “Un giorno
insieme”.
“Canzone per un’amica” è
stata un modo per ricordare il bassista Dante Pergreffi, deceduto in un
incidente d’auto, come la dedicataria del brano - e tutti i ragazzi che
sono con loro. I pezzi conclusivi del concerto erano, in un certo senso, i
simboli del gruppo: “Dio è morto”; “Io vagabondo”. Una chiusura
“circolare”, per mostrare un passato vivo nel presente.
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