Conoscere
le più belle (ville) della città: questa era l’idea alla base di “Piano in
casa. Musica e parole per ville e giardini”. L’iniziativa era curata dal Comune
e dall’Associazione Amici della Biblioteca di Manerbio. Era anche un modo per
far conoscere il progetto “Magazzino Merci Manerbio”: ovvero, il recupero
architettonico del magazzino ferroviario, che potrebbe avere un impiego
multifunzionale. Per cinque sere, i cittadini sono stati invitati a visitare
alcune abitazioni storiche, con accompagnamento musicale dal vivo.
Il Trio per Caso a Villa Ziletti di via Diaz (Manerbio). Foto: Carlo Monterenzi |
“Piano in casa” ha avuto inizio il
29 luglio 2017, con Villa Pancera di Via Stazione. Databile alla fine del XVII
sec., già di proprietà di famiglie illustri come i Luzzago e i Gorno,
appartiene ai Pancera dal 1983. Lo stemma con unicorno che fregia ancora alcune
porte ricorda appunto i Gorno. La “colonna sonora” è stata affidata al
Quintetto Effimero, che unisce la musica classica alla ritmica. Il repertorio
spaziava, appunto, da Mozart al ragtime e al cake-walk di inizio Novecento.
Del primo Novecento si è trattato
anche il 2 agosto, a Villa Panzera di Via Dante. Stavolta, il ruolo di guida è
spettato all’arch. Graziella Freddi. La famiglia che ha dato il nome all’edificio
ha acquistato la proprietà nel 1931. La villa fu costruita coi principi
dell’epoca: design innovativo, materiali solidi ma non aulici (cemento, cemento
armato, graniglia); decoro finalizzato alla funzione (si pensi alla torretta
cilindrica che include le scale). L’opera risente quindi del movimento
razionalista, così come dell’Art Déco per gli interni. A questa corrente,
durante la serata, è stato accostata la musica jazz: alle linee ripetitive
dell’Art Déco, corrisponderebbe infatti la ripetizione delle melodie. Perciò,
l’accompagnamento della serata è stato affidato al Trio per Caso
(occasionalmente, con un quarto membro).
Il 1 settembre, è stata la volta di
Villa Maifredi in Via Magenta: altro esempio di razionalismo italiano, legata a
doppio filo alla “città sociale” che affiancava il Lanificio Marzotto. La
dott.ssa Sara Guerini ha illustrato come le abitazioni e i servizi creati per
operai e dirigenti servissero a migliorare la resa lavorativa, eliminando (ad
esempio) lo stress del pendolarismo. In Villa Maifredi, al marmo si sposò il
linoleum, un materiale innovativo per l’epoca e destinato alla zona notte. L’impianto
di riscaldamento centralizzato a caloriferi era all’avanguardia ed integrato da
camini, al pianterreno. Ai domestici, erano riservate scale separate.
L’attenzione dell’epoca agli effetti salutari del sole è sottolineata dalla
presenza di un solarium.
La visita è stata accompagnata dalla
presentazione del romanzo autopubblicato di Chiara Zani: La danza della vita.
Anche le musiche, eseguite da un quartetto e attribuite dalla locandina ad
Alice Annoni, erano arrangiamenti di brani tratti da famosi balletti.
Il 7 settembre, i manerbiesi sono
stati invitati a Villa Ziletti di Via Diaz. Di nuovo, sono stati accolti
dall’arch. Freddi e dal Trio per Caso. Quando l’attuale proprietario acquistò
il complesso, esso aveva bisogno di una radicale ristrutturazione. Furono così
scoperti gli affreschi cinquecenteschi. La cantina, invece, è stata ricavata
nell’alveo di un fossato, che ricorda il passato di fortezza dell’edificio.
Originariamente parte dello stesso
complesso era l’attuale casa canonica, in piazza Boninsegna. A essa è stata
dedicata l’ultima serata, quella del 10 settembre. Il coro “Sotto la torre” ha
intrattenuto i convenuti.
La
destinazione ad abitazione dei sacerdoti risale al 1958, in seguito al lascito
del dott. Carlino Sartori. L’edificio si trova all’interno della prima cinta
muraria di Manerbio; l’attuale archivio parrocchiale risiede nell’ex- “torrazza”
dei Luzzago. Proprio all’archivio è stata riservata la visita finale: qui sono
registrate pagine di vite, nascite, matrimoni e morti dei manerbiesi, nei
secoli.
Paese
Mio Manerbio, N. 125 (ottobre 2017), p.
4.
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