Foto tratta da qui. |
C'è bisogno che sottolinei quanto ho
gradito le perline di humour nero sparse nelle varie puntate?
Tutte le volte che un arcobaleno mi darà la nausea o che una canzone pop mi farà sanguinare le orecchie, penserò a te.
Personalmente, non ho mai sentito una
dichiarazione d'amicizia migliore di questa che Mercoledì (Jenna Ortega) ha dedicato
a Enid (Emma Myers). Forse, perché mi ci rispecchio molto. Nemmeno io posso
soffrire i colori pacchiani e i testi banali.
Ma trovo ancora
migliore questa battuta, che la protagonista pronuncia mentre Mano la sta
liberando dalla cella frigorifera di un obitorio in cui si è nascosta:
Ti prego, non possiamo aspettare ancora un poco? Avevo appena cominciato a sentirmi a mio agio.
Ciò che colpisce, in questa Mercoledì
adolescente, è il conforto che trova
in tutto ciò che è buio, freddo - morto. Dovrebbe far paura, secondo il senso
comune… ma perché? Il bullismo, la trivialità, l'insensata lotta di tutti
contro tutti si trovano nella vita. La morte è liberazione da tutto questo.
La nostra
ragazzina sarà anche una "stramba", ma si sta conquistando una virale
simpatia proprio per questo: esprime una
forma di disagio probabilmente più diffusa di quanto non si pensi. Dà corpo
al disgusto e al desiderio di rivalsa che è inevitabile provare, davanti alla
diffusione di certi casi… voglio dire, di certi tipi umani, come le "api
regine" o gli aitanti giovanotti che tormentano i fratelli Addams. Sono
questi i "modelli di
perfezione" che ci propone la nostra società. Se si ha un briciolo di
sensibilità e di cervello, è normalissimo desiderare che la solitudine e la
morte ci separino da consimili soggetti.
Tantopiù che
Mercoledì ha molto con cui popolare
la perpetua notte della sua solitudine. Ha libri da leggere, salme da
sezionare, un romanzo da scrivere, un violoncello, una voce capace di emettere
ultrasuoni, un arco, una spada, un fisico da acrobata… Non è il tipo che si
annoia da solo, diciamo.
Meglio il suo
mondo tenebroso, rispetto alle dolcettosità ipocrite a cui non si sfugge
nemmeno presso un'accademia per reietti. Deve esistere un girone infernale
apposito per chi ti costringe a far "volontariato" in associazioni
che ti metterebbero volentieri al rogo. Non che Mercoledì si scomponga più di
tanto, anche quando le tocca travestirsi da madre pellegrina: le basta
raccontare la pura verità sulle torte che vengono offerte ai visitatori, per
far fuggire tutti quegli sprovveduti "cavalieri dell'estate"
(passatemi una citazione da Il Trono di
Spade).
Ma il messaggio
della serie non avrebbe potuto limitarsi a questo, perché non sarebbe stato
raggiunto l'obiettivo: narrare una
storia di crescita.
Mercoledì non è più una bambina. Volente
o nolente, deve crearsi un ruolo nella società. Ciò significa scegliersi anche
amici e amanti.
Finché si tratta di proteggere un
ragazzino bullizzato, niente di nuovo: ha sempre fatto lo stesso con il
fratello. Anche sfidare l'autoproclamata "reginetta della scuola" e
dimostrarle la propria superiorità le viene naturale. È invece una novità
assoluta dividere lo spazio privato con un' "amica del cuore"
totalmente diversa da lei, o affrontare le insidie del romanticismo. Quindi,
all'inizio, lei affronta la situazione rimuovendone il lato emotivo e
piegandola in funzione del suo scopo supremo. Se state per dire che questo
significa approfittare dei sentimenti
delle persone, mi trovate assolutamente d'accordo. Si può adorare Mercoledì
finché si vuole, ma non negare che abbia lati tossici e ossessivi.
Ah, giusto: qual
è la sua ossessione?
Scoprire la verità su un mostro che ha preso di mira gli
studenti della sua scuola. C'entra con la morte, che è la sua comfort zone. È un essere
dichiaratamente orribile, quindi non la insidierà con una facciata amorevole,
né la disgusterà con la sua ipocrisia (almeno, così lei crede). In più,
l'impresa richiede coraggio e intelligenza, che lei possiede fino all'eccesso.
Come tutte le ossessioni, è una bussola il cui ago punta impietosamente
verso ciò che Mercoledì nasconde. La mette in situazioni in cui dovrà decidere
se rimanere per sempre isolata dal resto dell'umanità o imparare a riconoscere
chi davvero le vuol bene, dietro le maschere di ciascuno. La morte e la
solitudine sono un conforto, per chi
deve proteggere un cuore nobile e sincero. Ma entrambe possono aspettare.
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