Il cantante dei Red Dolphins. |
Per non smentire il nome della
festa, però, il piatto forte era la musica. Le serate sono cominciate con
l’ironico nome dei Rumori Molesti. Il 25 agosto, sul palco, sono invece saliti
i Red Dolphins (“Delfini Rossi”): anche questo un nome singolare, costruito
sulla consonanza col cognome di Fabiano Redolfi, il fondatore. I loro pezzi
hanno catapultato il pubblico nella società afroamericana degli anni ’40-’50:
stigmatizzata dal razzismo, ma anche vivaio di un’arte accesa e disinibita. I
Red Dolphins, per l’appunto, coltivano il jazz e lo swing. La parte orchestrale
della band si compone unicamente di strumenti acustici, per riprodurre i suoni
dell’epoca.
I Batmen |
La sera successiva ha puntato invece
su un “effetto nostalgia” tipicamente locale: quello che coglie i manerbiesi
ogni volta che suonano i Batmen. È inconfondibile il loro repertorio, misto di
rock e musica leggera. Hanno proposto, fra gli altri, i Pooh di “Uomini soli” (1990)
e di “Pierre” (1976), il Charles Aznavour di “Lei” (1974) e i Nomadi di “Mille
e una sera” (1971). Parlando di “effetto nostalgia”, non sarebbe certo potuta
mancare “Dite a Laura che l’amo” (1967) di Michele. Così pure “Apache” di The
Shadows (1960). Di sicuro effetto era la
cover di “My Way” (1968) di Frank Sinatra.
La domenica conclusiva, come sempre,
ha fatto precedere la serata finale da un ricco aperitivo musicale. Ad
allietare i presenti erano The Sunrises, accompagnati sul palco (per
l’occasione) da numerosi amici. Il repertorio si è così fatto decisamente
anglofono, con pezzi come “I’d Rather Go Blind” (1968) di Etta James e “The
Neighbor’s Song” (2010) dei Lake Street Dive. Ma c’era posto anche per Mina,
con “Oggi sono io” (2006). “Sunrise” (2004) di Norah Jones suonava alquanto
emblematico, nel contesto.
I Whole Lotta Shakers |
Paese
Mio Manerbio, N. 124 (settembre 2017), p. 10.
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