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Italiani di lingua araba

Il 21 maggio 2017, l’associazione di promozione sociale “Chorouk” di Manerbio ha festeggiato la fine dell’anno scolastico e dei suoi corsi di arabo. “Chorouk”, come è noto, raduna i musulmani residenti in loco. Quest’anno, insieme a essa, era presente un’altra associazione: “Il Faro” di Leno, che è analoga. C’erano, naturalmente, anche altri manerbiesi e lenesi. La festa si è tenuta in una sala sulla Strada per Porzano. 
            I grandi protagonisti erano i bambini. In coro, hanno declamato la prima sura (= “capitolo”) e le ultime tre del “Corano”, seguite dall’inno di Mameli. Allal Martaj, presidente della “Chorouk”, ha salutato i presenti. Ha poi ringraziato l’amministrazione comunale di Manerbio, la direzione delle scuole elementari per aver concesso aule da destinare ai corsi di arabo e la direzione delle scuole superiori per il medesimo motivo, le insegnanti volontarie dei suddetti corsi e l’oratorio “S. Filippo Neri” per aver prestato le panche da occupare durante la festa. Dopo di lui, è stata la volta di Mohammed Mahhane, presidente de “Il Faro”, di Cristina Tedaldi, sindaca di Leno, e di Liliana Savoldi, assessora con deleghe ai servizi socio-assistenziali e alle pari opportunità del Comune di Manerbio. I loro discorsi convergevano su un ideale comune: quello di crescere le generazioni più giovani come “italiani di lingua araba”, che si riconoscano nel rispetto della Costituzione italiana, ma conservino la lingua del Paese da cui provengono i loro genitori. Non è un caso se “Il Faro” e “Chorouk” (= “sole che sorge”) hanno nomi rimandanti all’alba e alla luce: il proposito che le anima è quello di “guardare avanti”, educando bambini e ragazzi con un doppio retaggio culturale. 

            Dopo i discorsi, è stata la volta dell’intrattenimento. Delle presentazioni, si è occupata la giovanissima Yasmine Martaj. Cristian Turcutto, giocoliere e prestigiatore, è entrato in scena su lunghi trampoli. Ha coinvolto i bambini in piccoli giochi di destrezza: piattini da reggere su bastoni, palline “invisibili”, corde “magiche”, coltelli da cucina vantati come pericolosi (ma solo per finzione), giocoleria in equilibrio (e, qui, il ruolo dei piccoli era solo quello di lanciargli palline). Cristian ha poi concluso con un piccolo numero da mangiafuoco. Era il momento di lasciare spazio ai bambini della “Chorouk” e de “Il Faro”, che hanno cantato e recitato. In particolare, i piccoli lenesi hanno allestito scenette in cui i ruoli dei personaggi erano scritti su cartelli appesi al loro collo, in italiano e in arabo. Un mimo “ecologista” mostrava l’importanza di curare adeguatamente le piante; un altro sketch vedeva interagire il “Capofamiglia”, l’ “Ospite”, l’ “Educazione”, il “Rispetto”, l’ “Onestà” e l’ “Amore”.
            Ospite speciale era il marocchino Isam Maarouf, direttamente da “Italia’s Got Talent”. Ha riproposto dal vivo la sua “beatbox”, riproduzione a voce dei suoni della batteria e di altri strumenti. 

            Dopo una breve “pausa preghiera”, la cerimonia è ripresa. Martaj ha consegnato riconoscimenti agli insegnanti dei corsi di arabo de “Il Faro”; Mahhane ha fatto altrettanto con quelli della “Chorouk”. In seguito, sono state consegnate targhe di ringraziamento a Liliana Savoldi, a Lidia Ferrari (collaboratrice del dirigente dell’Istituto Comprensivo di Manerbio), ad Angiola Di Modugno come rappresentante della parrocchia, agli allievi bambini e agli alunni italiani adulti dei corsi di arabo. Nel frattempo, ai presenti, sono stati serviti tè alla menta e dolci aromatici. Speriamo che sia questo il sapore del futuro. 



Paese Mio Manerbio, N. 121 (giugno 2017), p. 12.

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