Hanno cominciato con “Pregherò” (1965) di Adriano Celentano, per poi proseguire coi Nomadi, che sono fra i loro cavalli di battaglia principali: “Tutto a posto” (1974) era la storia di un ritorno a casa e dell’accettazione di una relazione finita. “Rose rosse” (1969) del beneamato Massimo Ranieri parlava di un notissimo simbolo di amore passionale; “Sognando la California” (1966) cantava il desiderio di viaggiare e conoscere il mondo da parte dei giovani di un’intera generazione. “La settima onda” (1994), sempre dei Nomadi, alludeva a quell’ “orizzonte più vasto” a cui non resta che affidarsi, quando il resto delle speranze è andato perduto. “Pugni chiusi” (1967) di Demetrio Stratos esprimeva una disperazione che poteva essere lenita solo dall’amore. “Volando” (1976) dei Dik Dik parlava sempre di un viaggio: stavolta, quello nelle emozioni della passione. “Ma che film la vita” (1992) tornava ai Nomadi, con il loro ringraziamento a quanto di prezioso l’esistenza aveva da offrire. “Io vagabondo” (1972) esprimeva l’insopprimibile voglia di mettersi in viaggio, senza davvero sapere dove fosse “casa propria”. “Il fiore nero” (1977) ricordava l’opprimente potere delle gerarchie sociali e dei ruoli prestabiliti, simili a una notte che rende neri tutti i fiori. “C’era un ragazzo” (1966) era il noto brano pacifista di Gianni Morandi, purtroppo mai inattuale. “Un pugno di sabbia” (1970) tornava ai Nomadi, con un famoso brano di passione e gelosia. “Dieci ragazze” (1969) di Lucio Battisti, al contrario, era un inno al dongiovannismo… sconfitto forse da un’unica infatuazione. “Il vento del nord” (1995), sempre dei Nomadi, narrava di un amore fattosi ricerca spirituale condivisa. “Un’avventura” (1969), nuovamente di Battisti, esprimeva il desiderio di una passione romantica e non effimera.
E proprio su questo cantautore si è
chiuso il concerto, con “Il tempo di morire” (1970): se non si può avere
l’amore eterno, perché non viverlo per un attimo solo? Certi sentimenti sono
fugaci e intensi come la vita. Non tanto fugace, per fortuna, è quella dei Blu
Angels: finora, hanno avuto il tempo di dilettarci con numerosi concerti e ce
ne aspettiamo tanti altri.
Pubblicato su Paese Mio Manerbio, N. 211 (gennaio 2025), p. 12.
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