In
barba alla mimosa, l’8 marzo della sottoscritta e delle sue amiche è stato
rigorosamente… in nero. Per la Giornata internazionale della donna 2019,
infatti, la dott.ssa Jennifer Radulović ha organizzato una serata del suo
Circolo del Gotico. Al Teatro San Giovanni Evangelista di Brescia, ha tenuto la
conferenza intitolata: Le Dame Oscure del
Gotico. Scrittrici, serial-killer ed eroine tenebrose dell’età vittoriana.
Già: il genere gotico sembra trovarsi in un connubio inscindibile con le
figure femminili. Come ha ricordato Jennifer, infatti, esso è nato da una costola
(tanto per restare in tema) del Romanticismo:
un movimento che esaltava passioni e sentimenti. Ergo, anche l’amore per una
donna. Senza contare il retaggio culturale che, nell’Ottocento (solo
nell’Ottocento?) voleva la femmina più emotiva del maschio.
“Emozione”, nel XIX sec.,
significava spesso lutto, anche per
persone assai giovani. La Radulović ha ricordato le vittime della tisi, che
rendeva “normale” veder morire la fidanzata diciottenne. Ecco, dunque, la
poetica della “bella donna morta”, quale la formulò Edgar Allan Poe.
La letteratura gotica, nata nella
seconda metà dell’ Settecento, è legata - nel nostro immaginario - all’Inghilterra
vittoriana (1819-1901). Quest’ultima espressione prende nome proprio da una
donna, la regina Vittoria. Quell’era
è ricordata come una delle più moralistiche e rigide. Proprio per questo, però,
furono esasperati la voglia di evasione in
tutti i campi della cultura e la passione per l’occulto - che infiammava la stessa regina, in particolare per
quanto riguardava lo spiritismo.
Fra le autrici di narrativa gotica,
la prima a venir ricordata è stata Selma
Lagerlöf (1858-1940): svedese, nonché prima donna a ricevere il Premio
Nobel per la Letteratura, nel 1909. Da un suo racconto, fu tratto il film Il carretto fantasma (1921; regia di
Victor Sjöström).
La “signora del gotico” è però
soprattutto l’inglese Ann Ward Radcliffe
(1764-1823). La sua è una letteratura d’ambientazione,
in cui il brivido viene perlopiù dalla cornice in cui la storia è collocata. Per
il resto, la sua produzione appartiene al sottogenere del “Gotico spiegato”, in
cui ogni evento inquietante trova infine una spiegazione perfettamente
razionale.
Più ancor di lei, è divenuta un
monumento una sua connazionale: Mary
Godwin Shelley (1797-1851). La madre era Mary Wollstonecraft, considerata
la pioniera del femminismo liberale. La maggior fama della figlia è dovuta a un
romanzo che ha creato un mito: Frankenstein (1818).
Un’altra scrittrice, George Eliot (1819-1880), ha uno pseudonimo
che trae in inganno circa il genere. L’espediente di fingersi uomo era comune
all’epoca, fra le donne che rivendicavano spazi di autonomia ed espressione
intellettuale impegnativa. Il che la dice lunga sulle aspettative dell’epoca…
Per farla breve: anche lei contribuì al genere gotico, col racconto Il velo dissolto (1859).
Il
cosiddetto sensation novel conta
molte altre figure femminili: Vernon Lee, Matilde Serao, Grazia Deledda, Madame
de Staël, Elisabeth Gaskel… La sua popolarità indusse un’altra donna, Jane Austen (1775-1817), a parodiare il
genere.
Passando
dalle scrittrici ai personaggi letterari, lo statunitense Edgar Allan Poe (1809-1849) ne fu sicuramente un grande creatore.
Abbiamo detto, del resto, che lui fu il formulatore della poetica della “bella
donna morta”, a causa dei suoi numerosi lutti al femminile. Ecco che nacquero,
dalla sua penna, icone come Ligeia, Morella, Berenice…
La Carmilla (1872) di Joseph Sheridan Le Fanu è invece il prototipo della vampira,
in particolare della vampira lesbica. Nelle stanze da letto delle “amiche”,
quanti segreti si celavano…!
Anche
l’odierna serie televisiva Penny Dreadful ha una protagonista
femminile, Vanessa Yves. Il titolo deve il nome a un genere letterario a basso
costo (1 penny a fascicolo) assai di moda nell’Inghilterra vittoriana. Casi
come quello di Jack lo Squartatore affamavano il pubblico di emozioni forti,
facendo nascere i quotidiani e la letteratura horror a puntate.
Abbiamo
menzionato l’occulto e lo spiritismo. Quest’ultimo poteva essere
un veicolo di riscatto per donne analfabete e poverissime: come Eusapia Palladino (1854-1918),
celebratissima medium napoletana che conquistò anche Cesare Lombroso - per
quanto fosse stata sorpresa a “barare” con “effetti speciali”. Meno folkloristiche
e più carismatiche erano: Helena
Blavatsky (1831-1891), fondatrice della Società Teosofica; Mina Bergson (1865-1928), alias Moina
Mathers, sorella di Henri Bergson, artista e membro della Golden Dawn; Pamela
Colman Smith (1878-1951), detta “Pixie” (= “folletto”), disegnatrice dei
Tarocchi classici, detti “Rider-Waite” e realizzati su mandato di un membro
della Golden Dawn; Dion Fortune (1890-1946),
dapprima membro della Golden Dawn, entrò in conflitto con la Bergson e fondò
per conto proprio la “Fraternity of Inner Light”, che fondeva l’esoterismo con
la psicanalisi. Fu un’occultista anche George
Sand (1804-1876), altra scrittrice conosciuta con lo pseudonimo maschile?
Non lo sappiamo. Ma il suo racconto L’iniziazione
lo lascia supporre. Le esoteriste, in ogni caso, erano donne libere, di gran personalità.
La
serata della Radulović è proseguita con una carrellata di serial killer in gonnella: queste, ahimè, reali, non personaggi da
romanzo nero. Le loro vittime erano perlopiù mariti, bambini, familiari (a
volte schiavi di colore), come a sovvertire in modo macabro il loro “ruolo
femminile”. Qualcosa di macabro c’era anche nella “normalità”: in quelle gonne
sostenute da cerchi che rendevano quasi impossibile sedersi o passare dalle
porte; nei corsetti che deformavano
le ossa, causando anche difficoltà nel parto e malformazioni nei feti; nelle
sottovesti di crinolina infiammabilissime
e impossibili da togliere, quando prendevano fuoco nelle case. Ma la pittura d’epoca
mostra anche donne lavoratrici che prendevano l’omnibus, donne sensuali, o che
osavano indossare abiti maschili per fumare… Già, fumare era un’attività osé,
per una signora dell’epoca. Per non parlare di bere alcolici o giocare d’azzardo…
Ci
siamo già dilungati troppo. Non dobbiamo spoilerare le prossime riedizioni
della conferenza. Ci basta d’aver esposto il fascino e l’oscurità di un’era
(non così lontana come si pensa) in cui la donna fu al contempo prigioniera e
regina: tanto più fascinosa e tremenda quanto più stretta era la sua gabbia.
Commenti
Posta un commento
Si avvisano i gentili lettori che (come è ovvio) non verranno approvati commenti scurrili, offese dirette, incitazioni all'odio di qualunque tipo, messaggi che violino la privacy o ledano l'onore di terzi. Si prega di considerare questo blog come uno spazio di confronto, così come è stato fatto finora, e non come uno "sfogatoio". Ci scusiamo per eventuali ritardi nella pubblicazione dei commenti: cause (tecnologiche) di forza maggiore. Grazie.