Passa ai contenuti principali

“L’infanzia: casualità & radici” a Manerbio

foto dalla mostra l'infanzia casualità & radici
“L’infanzia: casualità & radici” è un reportage fotografico nei Paesi europei condotto da Cesare Mor Stabilini. I risultati vengono esposti in una mostra fotografica itinerante patrocinata dall’Unicef. Dall’1 all’8 giugno 2022, essa è stata ospitata dalla scuola elementare parrocchiale “S. Angela Merici” di Manerbio. Per una curiosa coincidenza, nello stesso periodo, l’istituto ha aderito al progetto “#ControlAltCare”, promosso dalla Carolina Zani Melanoma Foundation: una fondazione nata nel 2021 e che ricorda una ragazza deceduta per melanoma (appunto), a ventisette anni. Essa si occupa di ricerca e prevenzione dei tumori della pelle. “#ControlAltCare”, in particolare, è rivolto alle scuole e consiste in interventi di sensibilizzazione alla cura della pelle fin dalla più tenera età. Ecco che i piccoli alunni della “S. Angela Merici” si sono trovati ad ascoltare un’esperta in merito, seduti tra le fotografie della mostra. 

            Quest’ultima permetteva di spaziare fra i vari volti dell’infanzia. Essa si rivelava paffuta e imbronciata nel volto di un bimbo di Coimbra, in Portogallo; oppure, si presentava come una neonata in braccio alla “mamma bambina”, in Romania; oppure ancora, era spensierata in parchi giochi e carrozzine (“Essere piccoli è bello”, Belgio e Francia). Piccoli pastori crescevano con le loro capre, nel verde della Croazia; dalla Lombardia, venivano bambini chierichetti o che giocavano a palla, in una piscina gonfiabile. “Madre Coraggio” sorrideva dalla Bulgaria, recando in braccio due piccoli dagli occhioni sgranati. “Il fanciullo nelle sue radici” veniva dal Kosovo; accanto a lui, un suo coetaneo andava “Verso la vita” sorridendo (Francia, Parigi). Tre gruppi si erano fatti immortalare nelle campagne, in Macedonia, Serbia e Montenegro.

            Poi, c’erano piccoli in spiaggia, in Sardegna o sul Mar Nero; nelle campagne della Slovenia, altri imparavano a usare la zappa; in Croazia, un gruppo d’amici si dilettava “Teatrando in natura”, vicino a un laghetto pieno di ninfee. In Svezia, un piccolo paffuto giocava sulla neve, nel periodo natalizio; un suo connazionale aveva il volto perso nei pensieri. In Russia, una bimba sedeva sola in una platea all’aperto, fra schiere di sedie vuote.

 Questi sono solo alcuni esempi degli scatti presenti nella mostra. Tutti quotidiani, apparentemente casuali, ma colti con sguardo acuto e resi interessanti dalla vivacità naturale dei soggetti. All’arte serve poco, quando la vita è molta. Soprattutto, la spontaneità dei bambini (la “casualità” del titolo) permetteva di ritrarli nei loro contesti culturali, mostrando le loro “radici” senza retorica o stereotipi.

 

Pubblicato su Paese Mio Manerbio, N. 181 (luglio 2022), p. 7.

Commenti

Post popolari in questo blog

Letteratura spagnola del XVII secolo

Il Seicento è, anche per la Spagna, il secolo del Barocco. Tipici della letteratura dell'epoca sono il "culteranesimo" (predilezione per termini preziosi e difficili) e il "concettismo" (ricerca di figure retoriche che accostino elementi assai diversi fra loro, suscitando stupore e meraviglia nel lettore). Per liberare il Barocco dall'accusa di artificiosità, si è cercato di distinguere una corrente "culterana", letterariamente corrotta e di contenuti anche immorali, da una corrente "concettista", nutrita dalla grande tradizione intellettuale e morale spagnola. E' vero che il Barocco spagnolo vede, al proprio interno, vivaci polemiche fra autori (come Luis de Gòngora e Francisco de Quevedo) e gruppi. Ma l'esistenza di queste due contrapposte correnti non ha fondamento reale. Quanto al concettismo, è interessante notare come esso sia stato alimentato dalla significativa definizione che di "concetto" ha dato Francesco

Farfalle prigioniere, ovvero La vita è sogno

Una giovane mano traccia le linee d’una farfalla. Una farfalla vera si dibatte sotto una campanella di vetro. La mano (che, ora, ha il volto d’un giovane pallido e fine) alza la campanella. L’insetto, finalmente libero, si libra e guida lo spettatore nella storia del suo alter ego, la Sposa Cadavere.              Così come Beetlejuice , The Corpse Bride (2005; regia di Tim Burton e Mike Johnson) si svolge a cavallo tra il mondo dei vivi e quello dei morti, mostrandone l’ambiguità. A partire dal fatto che il mondo dei “vivi” è intriso di tinte funeree, fra il blu e il grigio, mentre quello dei “morti” è caleidoscopico, multiforme, scoppiettante. A questi spettano la gioia, la saggezza e la passione; a quelli la noia, la decadenza, l’aridità. Fra i “vivi”, ogni cosa si svolge secondo sterili schemi; fra i “morti”, ogni sogno è possibile. Per l’appunto, di sogno si tratta, nel caso di tutti e tre i protagonisti. A Victor e Victoria, destinati a un matrimonio di convenienza, non è co

Il Cimitero di Manerbio: cittadini fino all'ultimo

Con l'autunno, è arrivato anche il momento di ricordare l' "autunno della vita" e chi gli è andato incontro: i nostri cari defunti. Perché non parlare della storia del nostro Cimitero , che presto molti manerbiesi andranno a visitare?  Ovviamente, il luogo di sepoltura non è sempre stato là dove si trova oggi, né ha sempre avuto le stesse caratteristiche. Fino al 1817, il camposanto di Manerbio era adiacente al lato settentrionale della chiesa parrocchiale , fra la casa del curato di S. Vincenzo e la strada provinciale. Era un'usanza di origine medievale, che voleva le tombe affiancate ai luoghi sacri, quando non addirittura all'interno di essi. Magari sotto l'altare, se si trattava di defunti in odore di santità. Era un modo per onorare coloro che ormai "erano con Dio" e degni a loro volta di una forma di venerazione. Per costituire questo camposanto, era stato acquistato un terreno privato ed era stata occupata anche una parte del terraglio