È arrivato il Pride Month. Perché non festeggiarlo con un po' di sana lingua di vipera, rigorosamente arcobalenosa? Il buon Gustave Flaubert compose un Dizionario dei luoghi comuni. Circa la galassia LGBT, i luoghi comuni non mancano di certo.
Per oggi, proponiamo la...
G
- GHETTIZZAZIONE
Non frequento locali o associazioni LGBT, perché sono una forma di ghettizzazione. Dobbiamo vivere in mezzo alle altre persone.
Allora, basta con i circoli di
caccia e di pesca: cacciatori e pescatori sono gente normale che deve vivere
con gli altri. Perché devono andarsi a rinchiudere in un'associazione tutta per
loro?
Basta con i concerti e i raduni
metal: che bisogno c'è di marchiarsi con tutto quel cuoio e quelle borchie? Non
possono ascoltare musica a casa loro? Anzi, perché non ascoltano la stessa
musica di tutti gli altri?
Smettiamo di creare club di tifosi
fregiati dai colori della propria squadra: è roba che serve solo a metterci gli
uni contro gli altri.
Basta con il Lucca Comics e con le
varie fiere del fumetto e del cosplay: ci fanno sembrare gente strana e
scollegata dalla realtà.
Chiudiamo tutte le chiese e i
luoghi di culto: i credenti sono persone normali, non c'è bisogno che abbiano
posti tutti per loro.
E i Vespa Club? E i raduni dei
motociclisti? Cosa si riuniscono a fare? E perché sono fissati coi percorsi
insoliti e impervi? Non possono viaggiare con gli altri, sulle strade di tutti
e con mezzi di trasporto un po' più normali come le auto?
Che bisogno ci sarà di creare
un'associazione di "Amici del Raglio" per gli appassionati di asini?
Non si sentono imbarazzati per quel somaro in bella vista sul simbolo? (Giuro
che esiste, è a Borgo San Giacomo).
E le ludoteche? E i night club? E
le squadre sportive? E qualsiasi forma
di associazione umana basata su passioni e interessi, anziché
sull'inquadramento istituzionale?
Non ricordo chi lo disse, ma c'è
una bella differenza tra un ghetto e un quartiere ebraico: il primo è un luogo
chiuso in cui si è costretti a confinarsi per legge, il secondo un luogo aperto
in cui si sa di poter trovare cibo kosher, sinagoghe e persone che condividono
un tratto della tua personalità. Lo stesso vale anche in altri ambiti
religiosi, etnici o in campo LGBT.
Peraltro, "in mezzo a tutti gli altri" si sta ogni santo giorno per
diverse ore. Così come i nostri amici e parenti etero hanno la loro
"valvola di sfogo" nelle serate di giochi di ruolo, nelle riunioni
del club di scacchi o nei locali per scambisti, non vedo perché noi dovremmo
trovare strano concederci una riunione di circolo o una nottata danzante
insieme a chi condivide una parte dei nostri interessi. (Senza contare che, per
le persone gender non conforming, è
praticamente impossibile poter esprimere la propria identità nei "locali
per tutti" senza suscitare risatine o reazioni anche peggiori).
L'unica differenza è che, in campo
sessuale, il giudizio sociale rimane ben
più impietoso e irrazionale, rispetto a quanto avviene per altri lati della
personalità umana. "Non voglio ghettizzarmi" è una malcelata
traduzione di: "Ho una paura
tremenda di quello che potrebbero pensare i miei conoscenti e delle conseguenze
sulla mia immagine sociale". Una paura, ahimè, ancora troppo fondata.
Ma questa è un'altra storia.
3
giugno 2024
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