Giuseppe
Di Summa…
“Ho compiuto da poco 43 anni, vivo in Puglia da sempre,
anche se ho conosciuto, grazie al mio amore per il turismo e lo sport, diverse
zone d’Italia, e la mia città preferita rimane Roma.
Da bambino dovevo scegliere se suonare il piano oppure fare
sport, all’età di otto anni decido di giocare a Minibasket, e da quel momento
inizia un bellissimo legame con lo sport.
Ho fatto atletica, tennis, calcio, pallacanestro,
quest’ultimo sport è quello che mi porta anche alle qualifiche, iniziate dal
1998, di dirigente, istruttore, atleta, scoprendo
una relazione tra lo sport e il web, seppure “limitando” il mio intervento,
soprattutto di tecnico, all’ambito di mio interesse, cioè in presenza di
amatori e bambini.
Puoi leggere sul web quanto secondo me costi fare lezione in
palestra con i bambini; un grazie va ai centri brindisini di Francavilla
Fontana, Oria e Torre S. Susanna, che mi hanno ospitato, come a Ceglie
Messapica, San Vito dei Normanni, Latiano… comunità che mi hanno fatto vivere
un ulteriore periodo di tempo nel basket.
Sono molto orgoglioso
da sempre di essere un Ragioniere, a indirizzo amministrativo, la mia
formazione mi spinge a studi che riguardano l’amministrazione delle aziende
pubbliche e private, come al conseguimento di una serie di corsi per sport
e volontariato, che mi porto dietro.
Sul web puoi incontrarmi con la mia conoscenza diretta,
grazie a delle interviste, del mondo di scrittori, cantanti, guide turistiche,
coach, atleti, politici… è stata una bella esperienza conclusasi nel 2015.
Nel tempo libero scrivo, ho all’attivo una recensione
storica per un sito web, e un libro disponibile per il 2016… trattasi di un’esperienza
concreta, che si associa a quella di lettura, soprattutto dei grandi classici
della letteratura inglese e americana.
La musica ha conquistato a lungo le mie giornate, grazie alla web-radio, che in passato
sono stato capace di animare, perciò ringrazio tutti gli amici che me lo hanno
permesso.
Eppure non voglio farti leggere un curriculum, ma solo un
saluto di benvenuto.
Prima e dopo il servizio civile ho frequentato il mondo
dell’associazionismo e del volontariato, ho contribuito con la mia esperienza
alla nascita di un sodalizio sportivo nel Comune di Francavilla Fontana,
aprendomi alla pratica dello sport amatoriale, e approfondendo la mia presenza
nel settore, essendo stato membro, per alcuni anni, dell’associazione Psicologia dello Sport.
Nel 2016 sono entrato come socio nell’associazione di
volontariato Koinòs”
Benvenuto Giuseppe! L’immaginazione ti comporta un dispendio d’energie?
Cosa ti piace consumare?
Il razionalismo
economico mi ha conquistato da tempo, spesso dico a me stesso di dotarmi di
meno realismo, spezzo tale situazione cercando di non appartenere solo al mio
mondo. Mi piace consumare soprattutto nel campo dell'alimentazione, non amo
molto i beni che oggi sono dei veri status-symbol, per esempio lo smartphone.
Non sono un grande consumatore nemmeno del web. Non posso dire di consumare con
enfasi né di scegliere un consumo originale. Compro dunque cose comuni, come
detto prima, soprattutto cibo.
La pubblicazione di un’opera è come un diamante, per sempre?
No. Lo scrivo nel Ritorno
del Campanile, e quindi, dovendo seguire per
esempio un pensiero giuridico moderno, di certo non la si pensa come me, che
sono per esprimermi senza quella dose di " eternità ".
E’ bene dire “Ti voglio bene”?
E' nel nostro destino
dire “ti voglio bene”. Quindi per me fa bene. Il problema di ogni rapporto è
sapere come dirlo, soprattutto trovare il posto giusto, la città giusta, nella
quale volere bene.
Quali sono le osservazioni che non permetti sul tuo conto?
Sai, molti
intellettuali ci tengono a pensare che non piaccia una certa estetica, quando
ci si esprime sulle persone… diciamo che non mi piace di me che mi si associ
alla Solitudine.
Hai mai accettato di capire di non aver capito?
Tutti abbiamo una
impostazione propria, in questi casi io sposo il " so di non sapere
nulla ". Quindi molte volte ho
accettato di non avere capito.
E’ più spiazzante la Vita
o la Morte ?
Sono legate da
sentimenti forti. E' importante che per tutta la vita ci sia una discussione
sulla cultura e il benessere. Poi per i fedeli, i religiosi, vi sono altre
spiegazioni. Comunque è più spiazzante la Morte.
Il Talento non può rinunciare all’Intelligenza o all’Ironia?
Il Talento e l'Ironia
sono un bel legame. Poi il Talento non basta, ci vuole anche una certa Intelligenza.
In molti si appropriano degl’Ideali per approfittare a fare poi cosa?
Ogni gruppo, società,
ha delle idee comuni, con le quali fare qualcosa; ma farla da sola senza gli
altri vuol dire rinunciare a creare un’espressione potente.
… Il
ritorno del campanile
Questo
saggio è pensato per coloro che non se la stanno passando bene, esseri consci
che da qualsiasi comportamento di natura politica si possa trarre del
beneficio.
Non persistono ammonimenti nei riguardi di
partiti o movimenti, e di determinati intenti; trattasi di un’osservazione propria, che l’autore ha alimentato
estromettendosi dalla più classica delle strategie.
Giuseppe Di Summa vuole capacitarsi di per
sé, come ben poche persone convinte che
per attivarsi in modo scaltro serva apprendere qualcosa sul serio; un principio
duro da constatare attualmente, specie in ambito universitario, un contesto che
ti può lasciare l’amaro in bocca, che va rivalutato come un luogo di ritrovo,
per raffinare della comunicazione a livello popolare, stimolando l’interesse
per le questioni diplomatiche.
In tal senso se v’è una dote allora la si deve
appurare ragionando con pazienza per evitare delle brutte figure, buttando l’occhio dentro una scelta
trasparente, praticata per crescere, senza che si faccia il mestiere del
politico; purché riemerga un pensiero circa la disponibilità umana, la
propensione ad assistere a degli eventi importanti, per essere all’altezza di
ogni confronto, a cominciare dal desiderio che s’intende far maturare
nell’intimo, a contatto con le tematiche generali.
Questo testo evidenzia il significato di
contribuire alla rinascita di un collettivo politico, liste civiche incluse.
Fare
politica vuol dire destreggiarsi con svariati linguaggi, rientrare in una
discussione senza mai ridurla, cioè senza che risultino infine patetiche le
follie di certi esponenti.
Per Di Summa è necessario spiegare una data
situazione liberamente, evitando comunque di generare dei falsi miti viventi,
invitando quindi alla consapevolezza di quanto sia deleterio incallirsi con degl’ideali
leggendo.
Bisogna riconoscersi prima o poi nelle
parole dialettali, di una fruizione che rispolvera le condizioni sanitarie e
legali per assistere degli sventurati adeguatamente, lasciando un segno nei
luoghi pubblici, dove rimediare il tessuto del Sapere; tra i cittadini di
provincia, quelli che talvolta ti danno dell’alieno.
Si tenta di capire preferendo non fare
rumore, di modo ché una terminologia sorga mentalmente per svolgere inchieste
sul vissuto della gente, poco edificante per chi rappresenta la massa, per un
esecutivo.
Oltre a contenerci senza rivangare del
passato tumultuoso, occorre accentuare una relazione platonica per non dire
religiosa, andando serenamente sul concreto con un garbo di genere letterario che
dia adito all’istruzione.
La
paura di scontrarsi con dei concetti non attinenti al testo dipende dal carisma
dell’autore che peraltro si chiede in cosa può consistere la sua sconfitta, se
non nel disquisire ogni volta identificando i soggetti che perdono alle solite elezioni.
L’annuncio sonoro a tutto spiano può
rallegrare come deprimere; sta a chi, indefesso, punta spiritualmente su
qualcosa, e avanti con gli anni, provare a responsabilizzare davvero.
Di
Summa cerca pure di chiarire il motivo del suo distacco dal web, dipeso da una
privacy e da una debolezza fisica che sono entrambe fuori luogo, essendo
impossibile oramai polemizzare visto un insieme di utenti che travolge il
singolo individuo comunicando a priori; seppur le definizioni di Azienda, come
di “autorevolezza organizzata”, non abbia senso tramutarle in letteratura, dato
l’elevato profilo di competenza.
“Il
ritorno del campanile” manifesta l’idea di come si debba assorbire uno scritto
da precari, incuriosendo circa il modo di porsi dell’autore in mezzo ai
politicanti, ovvero studiando, prediligendo libri che scandiscono l’ampia
visione insita all’accortezza, perché il potere espresso amministrando lo si
blocca più o meno facilmente, avendo in fondo dato il là all’estensione del
comune linguaggio… guarda caso ora in tante comunità si sollecita da sé
l’imperativo di domandarsi come si fa a non soccombere, essendo offuscate da
un’atmosfera sempre più rigida e allarmistica.
Le norme, per principio, rischiano d’essere
condizionate da rilevanze esterne; sorrette semmai dall’amante della Ragione,
ch’è attratto infatti dal termine Costituzione, di lentissima presa oggigiorno
dato un percorso analitico che deve includere il dialogo sincero, a tu per tu,
tra individui che non riescono a trovare lavoro, una soluzione che non ha a che
vedere con un contatto agognato, bensì con la dimostrazione di partecipare
degnamente all’importanza delle cose che ti capitano a tiro.
Lo slang linguistico vivacizza tanto da
riaccendere spiritualmente pure coloro che non ce la fanno a contenersi, e che
vagano eccessivamente per dare forma a residenze moderne e strutture antiquate.
Non è che con la cordialità di frequente si
possa dialogare direttamente, ovvero civilmente, consci della predisposizione
sancita per delega; seppur il collettivo abbia il compito di fruttare l’esecutivo,
specie in un momento di crisi economica, ed essendo impossibile non conoscere i
motivi alla base di un progetto.
Si
consiglia troppo spesso e volentieri di non badare a ciò che dicono e
garantiscono molti politici, nonostante sia fondamentale imparare per le nuove
generazioni a stare bene insieme; perché l’agio te lo devi conquistare,
impegnandoti ad approfondire questa condizione, affinché ci si possa tutelare
serenamente, nel bel mezzo delle persone che non vogliono passare indifferenti.
Non è detto inoltre che ogni volta che si
esprime una considerazione su di una qualsiasi autorevolezza sia scontato
l’ascolto; non essendo più ignari di come ci si ponga falsamente e astutamente
in ambito politico, dovendo con difficoltà scegliere una persona che ti
rappresenti tra seri professionisti.
Il
sospetto ostacola di molto l’intento di chi ribadisce l’umana preferenza
votando, e di un passato portentoso più o meno ideologicamente non ci si
accontenta, poiché la propaganda si rende efficace narrando per mezzo del
denaro rinvigoribile con dati inespugnati.
Bisogna apprendere come si esplica il monito
di determinati autori, è divenuto facile stuzzicare facendo delle avances fino
a predominare nella comunicazione e caricarsi di attestazioni di stima, ma non
proprio d’affetto, per apparire… d’altronde cominciare e concludere
un’esistenza sostenendo la Dc
è proibitivo per chiunque!
L’elaborazione
letteraria di Giuseppe Di Summa non è altri che un inizio, tra vocaboli dalla
definizione tutta da scoprire, ricavati quasi per caso, con l’intento di
recuperare un libro per concentrarsi sulla lettura e riassumerne l’argomentazione
al fine di pubblicare la semplice critica, sopraffatto come tanti dall’allagamento virtuale, deficitario per il
ruolo dell’autore se soggetto a svariate osservazioni; e la ragionevole causa
del guadagno di certo non passa inosservata, in un sistema fondato oramai
sull’altruismo, aldilà che risulti ipocrita o meno.
Per
essere alla portata di un pensiero, quest’elemento va sospinto a tal punto da
generare azzardi vitali, nella maniera più giusta per sviluppare della
genialità, ossia con la presenza attiva.
Un
tempo il consenso elettorale lo si otteneva demonizzando l’egemonie scandite da
un gruppo politico, adesso la battaglia diplomatica viene mantenuta per non regredire,
dipendendo dalla voglia di rendere pubbliche delle gravose questioni, con la
parola lesta a tradire coloro che la seguono, rifiutando senza ombra di dubbio
di portare rispetto per lo studio del vissuto, specie del reale difetto
ch’esclude nessuno, quello di natura economica, che consiste nel non riuscire a
ricompensare qualcuno, maggiorandosi d’interessi al negativo se viene meno la
costanza in tal senso; mentre c’è chi detta l’agenda politica senza mai
concretizzare, provvedendo unicamente a rendersi simpatico dentro il commento
che si riceve generalmente, in egual battuta.
Occorre
non dimenticare i contrasti, se si vuol rimanere esperti di avvedutezza, tra il
modo d’intendere sapientemente le cose che non va più di moda e che nessuno ci
prova a ridestarlo, e la comunicazione sostanziosa che non decade mai grazie
alla propensione del singolo che pone l’attenzione sui propri diritti in balia
di una grossolana svolta imprenditoriale, accrescendo il buon esempio di caratterizzazione sociale tra i suoi
simili; senza contare che, disponendo di
un’occupazione, puoi ristabilirti psicologicamente, e metterti allo stesso
livello di un professore o ricercatore in grado ogni volta di arrestare della
terminologia inappropriata, anche in Italia.
Si può finire sedotti da un’elaborazione del
tutto razionale sfogliando queste riflessioni, consapevoli che l’operazione
matematica più rilevante per una gestione di livello sociale consiste
nell’appuramento del ricavo necessario per i nuclei familiari dovendo determinare
le fruizioni di diversi prodotti; oltre all’osservazione marxista circa
l’evolversi del capitalismo.
L’autore
si chiede se la curiosità nei riguardi del sistema americano sia stata
percepita minimamente, il lettore potrà constatare di avere a che fare con un
sereno sostenitore di uno e più ideali, caparbio nello scambio di beni o
servizi.
Difatti per esporsi in ambito letterario
occorre curare con una buona dose di sapienza il personale momento da dedicare
allo studio, dipendendo da una regolamentazione così fortificante da tutelarla
e dando per scontata l’importanza di una pedanteria interna a essa.
Purtroppo da italiani soffriamo la tenuta di
un profilo avverso, nutrito dall’immoralità, e nel corso del testo perciò
talvolta non vale la pena prolungarsi, dato il periodo che stiamo passando
inquadrando timori e angosce a proposito del domani.
Se
si suole dire in mezzo alla gente che con gli errori apprendiamo, allora
ciascun individuo ha modo di collocarsi con uno sguardo rivolto alle
tradizioni, il cui ricordo sincerato permette l’approdo a mete senza
precedenti.
Con la battaglia diplomatica è possibile
sopprimere un’accezione comunicativa già decadente se si decide di tacere per
accrescere delle aspre polemiche, coma va di moda oggigiorno, anche se attualmente serve comprendere tutto quello
che accade dentro l’Ue, con un atto futuribile, influenzabile dal ricavo,
non per forza stimato tramite l’ordinario con diplomi e lauree, stando almeno
alla concezione rivitalizzante l’autore, che si sente meritevole del proprio
processo d’intendimento; dacché la pazzia significa possedere oggetti che non
ti si addicono, oltre alla complicità che scaturisce dal mondo virtuale,
alquanto ambigua pensando che chiunque non smette di fare i conti con le
proprie tasche, distaccandosi da un qualsiasi milite ignoto, che vuole emergere
politicamente.
Secondo Di Summa i libri, per tanti autori,
vanno assolutamente legati alla facoltà derivante dalle prominenti condanne
attuali, in effetti ogni volta che un politico viene messo alle strette per
decadere, l’appoggio virtuale immediatamente sfuma.
Ciononostante tanti sono convinti che la
sensibilità nel creare qualcosa sia foriera di soddisfazioni, purché internet,
ch’è uno strumento imprescindibile oramai, necessiti di una rassicurante forma
d’uguaglianza.
Nessuno si esclude dalla ricerca di una
persona che accetti avvicinandosi un chiarimento del tutto logico, provando
l’urgenza del consolidamento ad ampia scala territoriale come strategica, con un mestiere tra i tanti da praticare
tuffandoci nella società, come esseri solitari, umani.
Gli argomenti mutando coinvolgono termini nuovi
da scandire, come se fossimo giunti a una definizione di “ribellione”
leggendaria, cercando pur sempre di smussare il singolo residente in un posto
mica tanto sicuro.
Un
sistema politico lo si evidenzia per mezzo dello stile di coloro che lo
dirigono, ed esso esiste
tuttora per mezzo di una dote qual è la perspicacia nello sguazzare nel
precariato civile, e non a caso
l’egemonia materiale la si ottiene sfidando il disinteresse globale.
Davanti a una condizione criticissima però
la moneta va lucidata, con esempi d’irreprensibile saggistica.
Per progettare qualcosa normalmente,
oggigiorno, inconsciamente ci esauriamo come scrittori prendendo il posto di un
ideale complice di una composizione di getto, che tutt’a un tratto viene
bloccata dalla tendenza dell’intelletto che va per la maggiore.
Un
testo influenza se conta quantitativamente, ma non è per niente facile
esprimere un commento; perché umanamente spesso poniamo quesiti con l’obbligo
della sintesi, dimenticando che tutti sono potenzialmente in grado di
contribuire politicamente, per sostenere chiacchiere o tesi sulle relazioni
moderne in ambito istituzionale.
Semmai, non
sarebbe concesso d’ignorare il linguaggio di un gruppo politico, intendendolo
tecnicamente manco fosse una semplice melodia.
Giuseppe
rimarca un tris di scissioni che gli hanno inciso il filtro della sua personale
esistenza, a cominciare dal cattolicesimo, dalla Casa del Signore che dovrebbe
anteporre una delle basi per dialogare comunemente ogni giorno; segnalando il
fatto che, lungi dal benché minimo sospetto, un letterato è difficile per non
dire impossibile che si reputi seguace di tale religione.
Anche
per proporsi politicamente è opportuno dapprima prendere le dovute distanze, e
poi usare quella stessa cautela che serve per comunicare col genere femminile,
che va guarda caso tutelato per capirlo al meglio, specificatamente parola per
parola, rievocando il passato, quando i libri s’iniziavano e finivano
attribuendoli agli esseri umani per i quali si nutriva affetto suppergiù; e specialmente
tra i cittadini pugliesi, che lavorano intensamente, normalmente senza che si
badi a questo saggio, applicando magari modalità mutevoli per concretizzare
delle tesi riguardose, in relazione al luogo, deficitarie per l’incolumità di
Di Summa stesso.
In
maniera autentica ognuno desidererebbe cercare di razionalizzare al momento
giusto, nonostante sia difficoltoso venire a conoscenza dei fatti per intero.
Leggere è un obiettivo sollecitato stando
alle disamine perpetrabili via Censis, e se n’esige l’entusiasmo dei notevoli
procacciatori d’affari, che la sanno così lunga d’agire per il nostro bene… una
condizione, quest’ultima, dura da rilevare, per non dire proibitiva.
Sull’odierna
facoltà si polemizza ch’è un piacere; trascurando svariate indicazioni sulla
moneta corrente che piuttosto vanno confermate appieno, specie se si tirano in
ballo di frequente le merci lavorate nel circondario, che possono soccombere al
mutamento del sistema produttivo per non essere prese affatto in considerazione
nella compravendita.
Il
rapporto tra quanto stabilito per il consumo all’interno di un nucleo familiare
e il profitto conseguito da certe ditte andrebbe vivacizzato, facendo perno sulla
ricchezza reale da investire; ma soprattutto cominciando a rasserenarci una
volta verificata la provenienza di un consiglio, da sminuire il più delle
volte.
Aldilà delle mediazioni che sanciscono una
richiesta e una proposta, persiste
l’esborso conclamato, costituito da fattori rilevanti quali la sicurezza,
l’insieme delle attività statali e la solidarietà comune; affinché si dimostri
quale sforzo nel rispetto dei cittadini si compia per una ragionevole forma
d’uguaglianza.
Ciò che rende globalmente stimolante una
qualsivoglia contrattazione viene prontamente scandagliato per il raffinamento
di una pubblica gestione; difatti la più scintillante capacità imprenditoriale
ha a che vedere con la concretizzazione di legami produttivi ancor più
efficienti, appurando la diversità tra i concetti di patrimonio e denaro in
un’ampia situazione economica criticabile giocoforza.
Il
passivo stranoto è caratterizzato dagl’interventi da seguire per la
salvaguardia della moneta e delle operazioni circostanti, animati quasi
esclusivamente dall’Ue, a patto che l’organizzazione delle finanze regga più
che bene.
E’ complicato sostenere che le dispute
sull’occupazione s’incentivino con una dinamica pulita a livello commerciale, gli esperti di economia devono certamente
badare alla mancanza di lavoro che soffrono in molti, ma anche dipendere dalla
cattiva ipotesi d’aver sprecato delle disponibilità materiali sin dal
principio, suggestionati magari dalle opinioni su quanto ci sia ancora da
trattare, come dalle richieste di esercitare la parte degli umili che si
prodigano per il bene di una collettività di contro, col rischio di
sacrificarsi, per della bieca riconoscenza; per intendere tutti insieme la
condizione dell’occidente in termini di accoglienza, esaltando coloro che
c’hanno messo davvero la faccia favorendo la compattezza e quindi la nuova
ascesa del vecchio continente.
L’agire
diplomatico è più forte di ogni ostacolo, perché è la critica stessa su questo
caso a predisporlo.
Una
strategia non necessita di apparire rievocando chissà quali imprese, dovendo
avanzare con una terminologia attinente agli attuali comizi; senza dimenticare
però che per mezzo di discutibili candidature a ruoli propedeutici s’inviano
piacevolmente, storicamente, messaggi spiazzanti.
I libri e i termini, sia di ieri che di
oggi, sono legati a una composizione appartenente a una sfera sociale o
rivalutante, senza contare che il concepimento di ciò che si vuole sostenere
non necessita di vocaboli.
Si può dialogare fino a chiacchierare sulle
questioni diplomatiche e passare così inosservati, ma per essere accolti senza
sentirsi sottomessi si devono presupporre dei capisaldi a livello puramente
integrativo.
Le relazioni sociali sviluppano una forma
d’attrazione generale e attualizzante, anche se il benessere sembra che non lo
si ottenga stando tutti sullo stesso piano.
La chiave moderna è intrisa sempre più delle
opinioni della gente; affinché si acceda a ogni problema chiarendone il timore,
quando lo si presenta in modo propositivo, nonostante
una precarietà d’intenti che un qualsiasi legale deve essere in grado di
gestire, mentre coloro che c’informano a freddo hanno principalmente il compito
d’intuire la banalità di un’insinuazione tra le tematiche in voga.
L’intensità
con cui Di Summa si esprime in modo concreto ricorda le battaglie dei poveri e
degli erranti; difatti una terminologia sventurata, quella che comporta
affermazioni non encomiabili ma dipese da un incoraggiante progetto degno
d’essere ascoltato, accresce il valore di una generosa sapienza.
L’autore
non si lascia travolgere dalle imposizioni commerciali, puntando piuttosto a
caratterizzare dell’arbitrio in proprio, in maniera soddisfacente; consapevole
del fatto che, una volta conseguita della maturità, può emergere della
discutibile competizione, a tal punto che diverse nozioni si esauriscano.
Le persone che si vantano di nulla, che
apparentemente mostrano una certa sofferenza, si scontrano con quelle astute nello
sminuire gli umani contatti; eppure chiunque
voglia avere successo in campo professionale, negli studi o uscendo fuori dalle
periferie deve intimare alla Coscienza di svoltare.
Giuseppe aspira semmai a essere foriero di
buoni consigli, perché secondo lui quelli che fanno Letteratura hanno di che
capacitare in ambito comunicativo, per esistere con passione.
Per
l’autore il collettivo può sovrastare un essere solitario; è una disamina che
racchiuda il tutto a stimolare le personali riflessioni, e non occorre affidarsi al sistema
scolastico, che invece sta inasprendo la diversità tra i ceti, s’è facoltativo,
almeno ché si voglia scrivere per lasciare un segno.
L’innocente, che non pratica il
cattolicesimo e non osa al contempo esporsi con un linguaggio comprensivo, si
allontana oggigiorno dallo scenario politico atto a mescolare e rimescolare
pregi e difetti per rilanciare in fondo del sensibile acume coinvolgendo
l’individuo stesso.
Vincenzo Calò
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