Lo chiamano “moschea”, ma è - di fatto - una sala polifunzionale, per le esigenze della comunità musulmana locale. Quando non è impiegata per la preghiera collettiva, i tappeti vengono arrotolati e lasciati da parte. Stamattina, sono comparsi cinque banchi. Servono agli allievi del corso di arabo per italiani. La classe, quando è al completo, non supera i cinque elementi. Quasi tutti donne. Oggi, sono in tre: una quarantacinquenne, una sulla trentina e una che dovrebbe aver superato i cinquanta. La maestra è una ragazza tunisina, naturalmente a capo velato. L’esercizio - fra i mugugni quasi generali - è di lettura. La storiella di una piccola tartaruga (è un po’ presto per essere iniziate all’alta letteratura araba). La quarantacinquenne, enfant terrible della classe, cerca ogni modo per alleggerire la lezione a suon di risate. «Cosa vuol di...
Mi piace pensare a un blog come a una porta aperta su dimensioni diverse, dal fantastico al reale... come a qualcosa che ci porta una boccata d'ossigeno. Qui troverete libri, film, pensieri, ironia, arte, cronaca e storia locale. Una scatola a sorpresa, ma sempre con un occhio per cultura e creatività. N.B. I LINK CHE PORTANO AD AMAZON SONO LINK D'AFFILIAZIONE DAI QUALI RICAVO UNA PERCENTUALE SULLE VENDITE.