" [...] Cominciamo dal primo livello: il rapporto “solitario” tra un soggetto e un oggetto, ovvero tra l’editore e il manoscritto. Proviamo a calarci nei panni di un filologo che deve allestire l’edizione critica di un testo letterario. Non si tratta, però, di un lavoro arido e privo di humanitas : il filologo non deve solo comprendere e possedere il testo stesso, ma anche chi l’ha scritto. Ha bisogno di entrare nell’anima dell’autore, pur essendo consapevole dell’effettiva impossibilità dell’operazione. Per questo è necessario che sia prudente e guardingo, che non si fidi di nessuno (o di pochi); non deve seguire sentieri che appaiono pianeggianti e ben battuti. Spesso la verità si nasconde dietro le sterpaglie, dove la terra è fangosa e scivolosa, in luoghi che non avrebbe mai immaginato. È un viaggio pericoloso, questo è fuor di dubbio, ma tremendamente affascinante; specie se è stato intrapreso da qualcun altro prima di lui che, giunto a una certa meta, ha creduto che quell
Mi piace pensare a un blog come a una porta aperta su dimensioni diverse, dal fantastico al reale... come a qualcosa che ci porta una boccata d'ossigeno. Qui troverete libri, film, pensieri, ironia, arte, cronaca e storia locale. Una scatola a sorpresa, ma sempre con un occhio per cultura e creatività. N.B. I LINK CHE PORTANO AD AMAZON SONO LINK D'AFFILIAZIONE DAI QUALI RICAVO UNA PERCENTUALE SULLE VENDITE.