Pavia, 30 maggio 2013 (vel melius: Papia, ne lo die trigintesimo de lo mestruo Maio 1969+44) Egregio Adriano Sofri, benché la presente possa sembrare “fuori tempo”, ritengo che non sia mai tardi per mettere a punto i propri pensieri e farne parte agli altri. Ritorno, perciò, al 2001, anno in cui il sito di Panorama pubblicò il Suo "Così il '68 sconfisse la goliardia". Il mio non è un rimprovero, perché non ho l’autorevolezza di Umberto Volpini e anche perché, in fondo, chi ha il gusto del confronto non può provare rancore nel contraddittorio. Mi limito a notare che Lei accusa altri di “sciocchezza” dichiarandosi, purtuttavia, “incompetente” in materia. Mysterium fidei, amen. Questa lettera aperta vuol essere uno spaccato dei pensieri e dei sentimenti d’una goliarda d’oggi. Un a goliarda, perché, così come l’università ha accolto le donne massicciamente, l’ha fatto il suo alter ego. Ho avuto la...
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