Parte III: Colloqui 4. Michele Ario stringeva convulsamente il bordo del davanzale, alla finestra del proprio studio di psicologo. Non guardava veramente attraverso il vetro. Voleva solo evitare che il dottor Sacchi leggesse il suo volto. Quel viso bruno, dagli occhi simili a carboni e con sopracciglia robuste, era contratto in un dolore di viscere strappate. «Scusa, Matteo…» mormorò. La sua voce mesmerica era stranamente rotta dal pianto. «Il fatto è che… oggi è proprio… l’anniversario della tragedia ». «Non preoccuparti, Michele… ti capisco…» conciliò l’altro. Anche le sue parole tremavano, però. Ario deglutì. «Mia cognata Virginia era sempre stata portata all’ansia, al male di vivere… Veniva regolarmente a colloquio da me… Ma, periodicamente, ricadeva nelle sue crisi…» Soffocò un singhiozzo. «Una sera… esattamente diciannove anni fa… si recò sul Ponte Coperto e…» Il silenzio che seguì fece...
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