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Visualizzazione dei post da giugno, 2012

Ultima puntata. Un "Rinascimento del XII secolo"? Conclusioni

[...] Dai lavori condotti da Charles H. Haskins in avanti, numerosi studiosi hanno parlato di un “Rinascimento del XII secolo”. Tale asserzione troverebbe la propria giustificazione nel fatto che «il romanzo medievale, accanto alle favolose storie arturiane, sarebbe nato sotto il segno dell’antichità classica, della sua riscoperta, della sua imitazione, del suo fascino» [...] ( continua ) Lorenzo Dell'Oso , Filologia del mondo nuovo  su Edoardo Varini Publishing

Nederland

F. è appena tornato dai Paesi Bassi. Rotterdam, Amsterdam, L’Aia, Delft. Una rapida sortita in Belgio, ad Anversa. <<Alle 10 di sera, c’è un silenzio irreale, a Rotterdam. 600 000 abitanti e nessuno in giro…             Ad Amsterdam, c’è più movimento. Probabilmente, è qui che vengono a svagarsi gli studenti dell’Università Erasmus. Comunque, non è come ce la immaginiamo noi ‘mediterranei’. Allo sballo si dedicano i gruppetti di turisti (molti italiani). La prostituzione è tutta concentrata nel quartiere a luci rosse. Sì, ho visto le adescatrici in vetrina… Fanno di tutto per attirare l’attenzione, ovviamente. Però, non le ho trovate un granché.>> (Ammicco. Chissà perché, davanti agli altri dice sempre così). <<Per il resto, si vede un mondo calmo, preciso. Al mattino, tutti vanno a lavorare, in orario, ma senza fretta. Invece dello sfacelo individualistico che paventa qualcuno, ci sono ordine, effic...

Quarta puntata. Il ruolo "morale" dell’intellettuale: i "Lais" di Maria di Francia

" [...] Il libro dei Lais fu offerto intorno al 1170 (la datazione, tuttavia, è controversa) a Enrico II Plantageneto da una poetessa di nome Maria, nata nel regno di Francia, ma vissuta, probabilmente, in Inghilterra. I Lais , per unanime consenso della critica, costituiscono il suo capolavoro; l’opera alla quale l’autrice dovette la propria fama. Celebre è la lettura proposta da Leo Spitzer, secondo il quale i Lais costituirebbero una summa profana sull’argomento religioso, dei Problemmarchen elaborati da singole questioni della casistica erotica..." ( continua ) Lorenzo Dell'Oso , Filologia del mondo nuovo  su Edoardo Varini Publishing

Mummie, sangue e cotillons

Ripasso di Egittologia. Come per sberleffo, a ogni virgola, vengono in mente gli stralci de La Mummia . Che film d’Egitto! È proprio il caso di dirlo.             Io e mio cugino l’abbiamo uccellato in televisione, una sera: uno di quegli episodi di serendipità di cui si farebbe anche a meno. A dire la verità, siamo stati uccellati noi : dai costumi d’epoca, dagli scenari faraonici (letteralmente), dalla profonda voce narrante. Scoccato l’incantesimo, non abbiamo potuto fare altro che seguire lo svolgersi della sanguinolenta matassa. Anubi, perdonaci.             Il gran sacerdote Imhotep ama la donna del faraone; ovviamente, costui (con tutto il rispetto per i sacri arieti e i sacri tori) mal sopporta la corona a base di corna. I due piccioncini lo assassinano; la buona signora, per non pagare lo scotto dell’uxoricidio, si suicida. “Tanto” si dice “il mio batuff...

La consapevolezza della mise en roman dell’opera classica: il "Roman de Troie" di Benoît de Sainte-Maure

"[...] Se il Roman de Thèbes trovava il suo modello classico nella Tebaide di Stazio, il Roman de Troie del chierico francese Benoît de Sainte-Maure , sebbene basato (anche se non fedelmente) su due testi latini di Darete Frigio e di Ditti Cretese , si ispira ad opere ancor più ambiziose come l’ Iliade di Omero e Le Argonautiche di Apollonio Rodio. Gli anni di composizione sono i medesimi del Roman de Thèbes (il cosiddetto decennio dei romanzi antichi, 1155-1165); e, non a caso, appaiono numerosi gli elementi in comune che il prologo del Roman de Troie intrattiene con quello del Roman de Thèbes . Primo tra tutti, l’elemento della “doverosità” della diffusione dell’opera letteraria; il dovere e l’esigenza della divulgazione. Costituisce, infatti, dovere inderogabile dell’intellettuale il non-tacere ciò che è degno di essere ricordato (si rievoca il ruolo di “traghettatore di conoscenza” di cui si parlava in precedenza). Questo principio, d’altro canto, è contraddistinto a...

Amici miei

(Riferita all’omonimo film di Mario Monicelli) Portar l’anima a spasso con un guinzaglio d’ore, in una zingarata impossibile ancora, lungo il corso del giorno; far del sole una palla e del cielo un cortile, per giocare al Creatore slegando le parole, come se fosse antani: forse, ciò non è peggio che sfilacciar la vita in rughe di contegno, per offrir spalle dritte all’Ultima Ironia. 2^ classificata al concorso “I Poeti Laureandi”, bandito dal Collegio Universitario S. Caterina da Siena, Pavia, 2012, pari merito con Ὁ γέρων Δημόκριτος (Il vecchio Democrito) di Giulia Sara Corsino.