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Visualizzazione dei post da marzo, 2015

Rispetto

Il Paese delle Meraviglie

«L’Italia è un Paese arretrato! Un Paese omofobo! Un Paese patriarcale!» Quando si levano questo genere di litanie, c’è sempre qualcuno prontissimo a tacciarle di “mistificazione” o di “esagerazione”. Mi spiace dirlo, ma questo qualcuno – in tal caso – mi trova d’accordo.             Nel nostro Paese, ci si sposa in base ai sentimenti, o non ci si sposa affatto. Si convive maritalmente. Si divorzia. Si decide se avere figli o meno. Si fa ogni genere di sesso, dentro e fuori dal matrimonio. Si aprono sexy shop. Si frequentano prostitute, da quelle di marciapiede alle escort di gran lusso. Si tradisce il coniuge. Si hanno relazioni eterosessuali, omosessuali, poliamorose. Esistono le “famiglie arcobaleno”. Si cambia sesso, o ci si traveste. Esistono donne giornaliste, accademiche, astronaute, scienziate. I figli scelgono la propria strada spesso fuori dalla tradizione familiare. Si usano contraccettivi. La religione, per molti, è...

Se capovolgi il mondo...

Lo ammetto: sono nettamente favorevole al matrimonio fra etero. È vero che gli etero pretendono che ci sia per forza una valutazione positiva della loro eterosessualità, non ammettono che qualcuno la consideri “un difetto”. Però, sono comunque persone come tutti gli altri e, se due di loro si amano davvero, non vedo che male ci sia a permetter loro di metter su famiglia. Certo, gli etero fanno propaganda perché la loro idea di famiglia sia considerata la migliore e perché i loro matrimoni siano più tutelati dei nostri. Pur di arrivare a questo, votano politici e ammirano personaggi pubblici che offendono e denigrano costantemente tutto ciò che abbiamo di più caro nella nostra vita. Però, lo fanno perché si sentono svantaggiati dal funzionamento della società. Bisogna capirli. Mi rendo conto che, dicendo così, posso essere accusata di vittimismo e di schierarmi con coloro che ci accusano di “eterofobia” – una cosa che non esiste, lo sanno tutti. Tuttavia, se non ci si mette nei loro ...

Bicchieri, bocce e biliardo

In fondo a Scià bas, una delle più antiche vie di Manerbio, si può ancora notare l’insegna rosso-bianca del Bar Impero. L’attuale gestione avviò l’attività nel 1962; essa era nelle mani della famiglia Fassoli, della quale fanno parte gli attuali titolari, i fratelli Bruno e Mina. Nel 2012, i gestori festeggiarono un meritato cinquantennale. In quel mezzo secolo, il Bar Impero aveva visto tornei di briscola, di biliardo, di freccette, di bocce. I premi erano frugali, ma succosi: formaggi, salami. Nel 1965, i titolari parteciparono all’organizzazione di un torneo notturno di “calcio a sei”, che serviva per finanziare l’oratorio locale e a cui partecipavano giocatori professionisti. Mina ricorda ancora che la clientela, in quell’occasione, si infoltì straordinariamente, attratta dall’evento mondano.             Al Bar Impero, per un periodo, fu abbinata una sala da pranzo, che fu però chiusa perché troppo onerosa in termini di tem...

Re Ambrognaga, la vecchia e il tribunale

A Manerbio, il Carnevale del 2015 è stato festeggiato a metà Quaresima. Era stato programmato per domenica 15 febbraio, ma il tempo inclemente ha richiesto un mutamento in agenda. Carri e gruppi hanno dunque sfilato la sera del 12 marzo, incontrando il pubblico in Piazza Italia. La data scelta ha permesso di fondere il Carnevale con il “rogo della vecchia”, che rappresenta l’abbandono dell’inverno e delle scorie dell’anno trascorso. In questo, ha avuto un ruolo centrale il gruppo di teatro dialettale “Chèi dè Manèrbe”. Sotto la direzione di Angela Maria Bortolozzi, sorella del compianto poeta Memo, è stata riproposta la maschera di Ambrognaga, l’uomo-albicocca che è da decenni il re del Carnevale manerbiese. Il personaggio è stato trasportato in “trionfo” su un carrozzone da fiera, mentre un altoparlante trasmetteva il “tango bresciano” a lui dedicato. Ambrognaga era affiancato non da un ciambellano, ma da un Ciambellone di corte. Intorno a lui, i “Menaguaios” dagli ampi sombreri sc...

Nella valigia di Nunziata

“Ella [Nunziata] non credeva a una sola Madonna, ma a molte: la Madonna di Pompei, la Vergine del Rosario, la Madonna del Carmine e non so quali altre; e le riconosceva, dal costume, dal diadema e dalla posa, come fossero tante regine diverse. Una, ricordo, era chiusa in rigide fasce d’oro, come le sacre mummie dell’Egitto, e, al pari del suo bambino, fasciato anch’esso d’oro, recava in testa un’enorme corona dalle molte punte. Un’altra, tutta ingioiellata, era nera, come un’idolessa africana, e sorreggeva un figlio che pareva una bambolina d’ebano, carico, lui pure, di pietre sfolgoranti. Un’altra invece non aveva corona: era cinta solo di un alone immateriale, e, se si esclude quest’unico segno del suo titolo, somigliava a una bella pastora fiorente; si divertiva a giocare con un agnello, in compagnia del suo bambino tutto nudo; e di sotto il semplice vestito le sporgeva il piedino, candido e grasso.             Un’altra stav...

A modo

“…sapete quante belle cose si posson fare senza offender le regole della buona creanza: fino sbudellarsi.” ALESSANDRO MANZONI (Da: I Promessi Sposi, cap. XXXVIII)

La libertà di Gertrude

Le tue bambole avevano tutte lo stesso abito. Così pure le immagini che guardasti più tardi. Ogni volta che si parlava di te, la certezza del tuo futuro destino era unanime. Non era forse bello vivere così, senza mai litigare?             Sei stata cresciuta nel posto in cui si supponeva ti saresti collocata per tutta la vita, fra mille carezze persuasorie. Non hai mai dovuto affrontare l’incertezza del futuro. Quando i tuoi grilli di adolescenza hanno rischiato di allontanarti dalla buona strada, nessuno ha dato peso a ciò. È stato come se non fosse successo niente. Sei stata fortunata a nascere fra persone tanto comprensive…             Certo, c’è stata quella punizione amarissima, per il tuo abbozzo di tresca con un paggio… Ma quella era doverosa, da parte nostra. Dobbiamo pur insegnarti a distinguere il bene e il male.        ...

Serenamente, pacatamente, cristianamente – Lettera al vescovo di Brescia

Manerbio, 22 marzo 2015 A Sua Eccellenza mons. Luciano Monari, vescovo di Brescia: sono stata battezzata venticinque anni or sono nella parrocchia di S. Lorenzo a Manerbio (BS). Stamani, in una delle bacheche della pieve, ho notato un manifesto che (forse) non avrebbe dovuto stupirmi, ma che mi ha suscitato più d’una perplessità, per i motivi che presto chiarirò. Si trattava della pubblicità della veglia delle Sentinelle in Piedi che si terrà a Brescia, il 28 marzo 2015, in Piazza Duomo.  Perché sono perplessa? Innanzitutto, per la natura stessa dell’associazione a cui la diocesi si è premurata di dar tanto sostegno. Cito dall’ autopresentazione  delle Sentinelle sul loro stesso sito: “La nostra è una rete apartitica e  aconfessionale […] che non può escludere nessuno”. In altre parole: le Sentinelle non sono legate alla parrocchia di Manerbio, né alla diocesi di Brescia, né alla Chiesa cattolica. E non vogliono esserlo. Perché dunque dare a loro spazi che s...

La divinazione nel Vicino Oriente antico

La divinazione è un fenomeno culturale controverso, che non cessa di creare curiosità. Ad essa sono associati concetti vari, quali quelli di “superstizione”, “arte”, “religione”, “tecnica”, “pratica”. Nella nostra cultura, sembra essere relegata ai margini, divenuta una pratica equivoca da imbonitori televisivi, meritando così lo sdegno del senso comune. Non così è stato, però, per secoli, presso diverse civiltà europee ed asiatiche; ciò vale anche per quelle classiche, che pure hanno contribuito alla svalutazione della divinazione (neoaccademismo di Carneade; Cicerone…).             L’ Enciclopedia Italiana cita, come fondatori di quest’arte, i Babilonesi, i “Caldei” degli autori classici. Fra i primi a guardare a oriente, in questo senso, vi fu Erodoto di Alicarnasso (485 a.C.? – 425 a.C.?).  Nelle sue ΙΣΤΟΡΙΑΙ, fu il primo a parlare dei Magi (Μάγοι), collocandoli nella Media del VI sec. a.C. Li cita come presenza irr...

La città degli animali

In una villa lussuosa e spettrale, nasce un bambino curiosamente bestiale e aggressivo, perennemente nascosto in gabbie e culle sigillate. Il mostriciattolo viene espulso dal mondo dorato con un espediente biblico, l’abbandono sulle acque. Come Mosè, tornerà per assumere il comando e minacciare i primogeniti di coloro che l’hanno reso un reietto. È Pinguino (Danny DeVito), l’uccello che non può volare – l’uomo che non può viver con gli uomini .              Diversi metri sopra di lui, Selina (Michelle Pfeiffer) è giovane e carina, ma si fa sbeffeggiare dall’imprenditore a cui fa da segretaria, Max Shreck (Christopher Walken). Giusto per non lasciar niente al caso, questo gelido zerbinotto quasi settecentesco ha un nome omofono a quello dell’attore che interpretò Nosferatu  nel film del 1922. Anche lo Shreck in questione è un vampiro, goloso dell’elettricità che vorrebbe sottrarre ai concittadini e apportatore della p...