"Sheila dormiva. Un silenzio ovattato e instupidito regnava in tutta la stanza, mentre una miriade di fiocchi pioveva pigra sulla città sonnolenta, risucchiando ogni suono e rumore. Solo di quando in quando, il lontano rintocco di una campana o lo schiamazzare di alcuni ragazzini restituivano a quell’universo surreale la parvenza di una sotterranea quotidianità. Nonostante la calda trapunta che l’avvolgeva, arrivando quasi a nasconderle il viso, Sheila fu gradualmente ma perfidamente destata dall’accecante trama luminosa che i candidi muri domestici e la neve, come congiurati, le avevano a poco a poco ordito attorno. Le nebbie di un sonno profondo e oscuro si stemperarono in un torpore diffuso, mentre ella si stiracchiava pigramente sotto le coperte. Che ora poteva essere? A giudicare dalla luce sfacciata che irrompeva attraverso le finestre (come mai non aveva abbassato le tapparelle?), doveva essere giorno inoltrato. Le sembrava di aver dormito una vita intera, ep...
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