Bruciare la Vecchia... “Brüšà la èciå” è un noto termine tecnico per il rogo di metà Quaresima, destinato (per fortuna) a un fantoccio. Comunque, per scaramanzia, le nonne di Manerbio preferiscono scomparire dai paraggi, quella sera. Anche se è un’usanza incruenta, è difficile liberarla dal suo retrogusto di “rogo di streghe”. A ogni modo, le sue origini sono più antiche: risalgono ai “falò di inizio anno” diffusi in Italia nordorientale. Una pratica celtica voleva che i fuochi propiziassero le divinità; vi si bruciava un pupazzo, simbolo di quanto andava lasciato alle spalle. Gli antichi Romani facevano qualcosa di simile col simulacro di Anna Perenna , divinità agricola: anziché al fuoco, era destinata alle acque del Tevere. Simili tradizioni sono una via di mezzo tra un rito di fertilità e uno di purificazione collettiva: si congeda l’inverno per accogliere la primavera, mentre vengono gettate via le colpe della comunità. A Manerbio, il rogo della vecchia , nel 2018,...
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