«So che disprezzi la letteratura “pop-gothic-metropolitana”
attuale…» mi dice G. Non è esatto. Ho semplicemente espresso qualche considerazione circa ciò che, secondo me, è la letteratura sui vampiri e su ciò che non
potrebbe dirsi tale. Comunque, lei ha proseguito e mi ha consigliato un e-book
fresco di Amazon: Le catene dei longevi, di Eleonora Scorti. Mi dice che l’autrice è sua amica. Probabilmente assai
giovane, dunque (G. è nata nel 1990).
Dopo qualche esitazione legata alla mia dichiarata tecnofobia,
inauguro il mio Kindle. Supero lo scoglio legato all’apparente pathos da “polpettone
sulfureo-spiistico-killbillesco”, nonché l’evidente orfania di correzione di
bozze. Pian piano, però, il castello (anzi, il labirinto) orchestrato dalla
Scorti assume altre dimensioni. E mi ritrovo davanti a una ragnatela di
personaggi, lettere, diari, situazioni, luoghi che disegnano la vicenda con
sfaccettature innumerevoli.
Saralegui “Sara” Fox ha sedici anni e sembrerebbe la tipica
nerd: niente amici, vita virtuale fra le pagine dei libri, lezioni di musica. Ha
una madre pressoché assente e un insegnante, Richard, che può ben dirsi
sostituto paterno. Ad un certo punto, vince una borsa di studio presso una
scuola gallese: l’istituto Fidelio Rosacroce (un nome che è tutto un
programma). Come nota la stessa Sara, sembra un parco a tema “1800”, fuori da ogni epoca e
luogo. Sorge a Aerwy Trefol: “la città delle catene”. Qui, tra atmosfere
medioevali e cielo grigio, Sara uscirà dal proprio guscio protettivo, per
scoprire ciò che sta alla base della “tranquillità” dei comuni mortali: un
patto di sangue che impedisce a licantropi e vampiri di imperversare, sotto la
legge di uomini detti “rosacroce”. Fra loro, i longevi, i discendenti di coloro
che stipularono il patto: immortali, per le prime tre generazioni.
Il ruolo di “rosacroce” non si sceglie: si eredita. Ma non è
un privilegio: noblesse oblige. Concetti
come “libertà” e “personalità” diventano estremamente incolori, davanti alla
responsabilità a cui questa eredità chiama. I sentimenti vengono declassati a “capricci”.
Dura lex, sed lex. In compenso, il
compito di “essere legge” può riempire un’intera vita e dare la filosofica
forza di conoscere su cosa si regga il proprio destino. Tra immortalità e
catene del patto, non c’è da stupirsi che il mondo dei “rosacroce” sia secolare
e immutabile. Finché non irrompe la “troppo umana” Sara.
L’intreccio di sangue, umorismo, ambivalenze sentimentali,
identità scambiate, fedeltà incondizionate e alti tradimenti si dipana senza
retorica e con incalzante fascino. Si avverte la rifusione di tutto il bagaglio
culturale dell’autrice: Chopin e Mozart, Saint-Exupéry, Shakespeare e non solo,
emergenti senza facili citazionismi.
Tra le catene dei longevi, non è più possibile cullarsi in
sogni di libri. Sara cresce d’improvviso –forse troppo. Finché la sua
accettazione della responsabilità e del destino non sfocia in un’inaudita
libertà: quella della parola, quella della Cassandra (nome profetico in ogni
senso) di cui lei replica il volto. Il tutto con estrema autoironia, nella
consapevolezza che “se per tanto tempo
reciti nel ruolo della signora delle pantofole, passare poi a Lara Croft dà
qualche problema”. I suoi sentimenti oscilleranno fra il Giorno e la Notte, tanto complementari
da essere quasi indistinguibili. Con una scelta finale imprevista.
ciao,
RispondiEliminaho appena finito di leggere le catene dei longevi di Elena Scorti , purtrppo di lei no riesco a trovare nulla, ne un blog ne un sito. non e' che sapresti aiutarmi visto conosci la sua amica (G.). sono ansiosa di sapere se ci sara' un seguito.
Graze
Valentina
Cara Valentina, sono ben contenta di aiutarti, per quel che posso. :D Eleonora Scorti ha un profilo Twitter (https://twitter.com/Druien) che usa di rado e un profilo Facebook (https://www.facebook.com/eleonora.scorti) sul quale ho chattato con lei (ma una volta sola). In effetti, non è facilissimo reperirla sul web, ma queste sono le indicazioni che ti posso dare... Buona fortuna! :)
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