Parte I: Fili pendenti
6.
Le
note di Bring Me to Life degli
Evanescence eruppero dal cellulare di Isabella. Lei abbandonò il disegno – una
vignettistica Venere che emergeva dalle acque – e rispose: «Pronto?»
«Ciao, Isabella… Ti disturbo?»
La
voce di Raniero.
«N…
no» esalò la ragazza. Qualcosa si strozzava, nella sua gola.
«Ti
ringrazio, ma… non serve che ti preoccupi tanto per me» evase. «Sto bene. Non
vengo più ai corsi di mnemotecnica perché… non ho più tempo, te l’ho detto. E basta!»
Dall’altra
parte del telefonino, si levò un silenzio greve.
Poi,
lui si lanciò – come disperato.
«Isabella…
questo non c’entra niente! Non ti
chiamo per farti tornare alla Lotus… Io
ho bisogno davvero di sentirti!»
Ancora
silenzio. Stavolta, da parte della ragazza.
Un
rossore piccante andava intridendole le guance.
«Raniero…
cioè…»
La
figura secca, pallida e biondiccia di lui le balenò alla mente. Ma, per la
prima volta, soffusa di un’arcana tenerezza.
«Senti…»
riprese la voce dell’amico. Isabella la avvertì disciolta in un tono
carezzevole. «Ti andrebbe di fare una passeggiata, domani pomeriggio?»
[Continua]
Pubblicato su Uqbar Love, N. 177 (1 aprile 2016), p. 15.
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