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Senza forme

Non potrebbe essere più lapidaria questa nuova scelta poetica di Barbarah Guglielmana: un libriccino di due pagine, con una sola immagine. Questo è Senza forme, pubblicato da Gattili, piccola casa editrice di Antonio Pellegrino. Diciotto copie per dodici edizioni: quel che si dice un prodotto di nicchia.
            In copertina, un frammento di muro berlinese riproduce, dipinta, una flessuosa figura di donna, sottile come una fiamma. È uno scatto fotografico a opera dell’autrice stessa. All’interno, compare la dedica a Naira Gonzalez, attrice che Barbarah ha seguito in due stage: «Lei ti mescola tutto dentro, portando in superficie il nascosto e il dimenticato…» la descrive la poetessa. Insieme alla figura femminile, è protagonista il mare: quello di Amalfi, un lontano 4 maggio, quando l’autrice si bagnava in acque scavanti e rifluenti.
            Da queste onde, emerge un maestoso “Collo di donna” (v. 1), che potrebbe anche essere quello dell’utero, in una prospettiva freudiana. La donna, come una dea marina, non si può distinguere dal mondo subacqueo. Ha “coralli di capelli e occhi di fondale” (v. 1); “ha visto balene e squali ballare” (v. 2). Le “perle nere, di fiume/E rosa e bianche di oceano” (vv. 6-7) sono i colori della vita. Fanno dimenticare “conchiglie vuote e rotte” (v. 8), da cui i desideri sono fuggiti, lasciando insidie taglienti per i piedi. Ma, nonostante questo, Lei sceglie la “vita di terra” (v. 10): di uscire dal sogno, di camminare. 

            Nella pagina successiva, c’è davvero un collo di donna. È quello di Barbarah, colta nell’attimo in cui guarda Napoli dal terrazzo di una chiesa. Bruno Morra l’ha fotografata in questa attitudine e Serena Marra ne ha tratto il dipinto riprodotto in miniatura nell’opuscolo. La bella testa sembra immensa, su un orizzonte che si distende ai suoi piedi. L’attimo è quello prima del movimento – prima dell’uscita dal mare dell’inconscio. Prima che quell’anima femminile Senza forme prenda un corpo concreto.


Barbarah Guglielmana, Senza forme, Gattili, n. 73, 7 settembre 2015 (dodicesima ristampa), Cologno Monzese.

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