“Ed
ecco, mi cacciavo, di nuovo, fuori, per le strade, osservavo tutto, mi fermavo
a ogni nonnulla, riflettevo a lungo su le minime cose; stanco, entravo in un
caffè, leggevo qualche giornale, guardavo la gente che entrava e usciva; alla
fine, uscivo anch’io. Ma la vita, a considerarla così, da spettatore estraneo,
mi pareva ora senza costrutto e senza scopo; mi sentivo sperduto tra quel
rimescolìo di gente. E intanto il frastuono, il fermento continuo della città
m’intronavano.
In un tram elettrico, il giorno
avanti, m’ero imbattuto in un pover’uomo, di quelli che non possono fare a meno
di comunicare a gli altri tutto ciò che passa loro per la mente.
–Che bella invenzione!– mi aveva
detto. –Con due soldini, in pochi minuti, mi giro mezza Milano.
Vedeva soltanto i due soldini della
corsa, quel pover’uomo, e non pensava che il suo stipendiuccio se n’andava
tutto quanto e non gli bastava per vivere intronato di quella vita fragorosa,
col tram elettrico, con la luce elettrica, ecc. ecc.
Eppure la scienza, pensavo, ha
l’illusione di render più facile e più comoda l’esistenza! Ma, anche ammettendo
che la renda veramente più facile, con tutte le sue macchine così difficili e
complicate, domando io: «E qual peggior servizio a chi sia condannato a una
briga vana, che rendergliela facile e quasi meccanica?»”
LUIGI PIRANDELLO (1904)
Da:
Il fu Mattia Pascal, Torino 1993,
Einaudi, pp. 124-125.
Commenti
Posta un commento
Si avvisano i gentili lettori che (come è ovvio) non verranno approvati commenti scurrili, offese dirette, incitazioni all'odio di qualunque tipo, messaggi che violino la privacy o ledano l'onore di terzi. Si prega di considerare questo blog come uno spazio di confronto, così come è stato fatto finora, e non come uno "sfogatoio". Ci scusiamo per eventuali ritardi nella pubblicazione dei commenti: cause (tecnologiche) di forza maggiore. Grazie.