“Il
nuovo potere consumistico e permissivo si è valso proprio delle nostre
conquiste mentali di laici, di illuministi, di razionalisti, per costruire la
propria impalcatura di falso laicismo, di falso illuminismo, di falsa
razionalità. Si è valso delle nostre sconsacrazioni per liberarsi di un passato
che, con tutte le sue atroci e idiote consacrazioni, non gli serviva più.
In compenso però tale nuovo potere
ha portato al limite massimo la sua unica possibile sacralità: la sacralità del
consumo come rito, e, naturalmente, della merce come feticcio. Nulla più osta a
tutto questo. Il nuovo potere non ha più nessun interesse, o necessità, a
mascherare con Religioni, Ideali e cose del genere, ciò che Marx aveva
smascherato.
Come polli d’allevamento, gli
italiani hanno subito assorbito la nuova ideologia irreligiosa e
antisentimentale del potere: tale è la forza di attrazione e di convinzione
della nuova qualità di vita che il potere promette, e tale è, insieme, la forza
degli strumenti di comunicazione (specie la televisione) di cui il potere
dispone. Come polli d’allevamento, gli italiani hanno indi accettato la nuova
sacralità, non nominata, della merce e del suo consumo.
In questo contesto, i nostri vecchi
argomenti di laici, illuministi, razionalisti, non solo sono spuntati e
inutili, ma, anzi, fanno il gioco del potere. Dire che la vita non è sacra, e
che il sentimento è stupido, è fare un immenso favore ai produttori. E del
resto è ciò che si dice far piovere sul bagnato. I nuovi italiani non sanno che
farsene della sacralità, sono tutti, pragmaticamente se non ancora nella
coscienza, modernissimi; e quanto a sentimento, tendono rapidamente a
liberarsene.
Che cos’è infatti che rende
attuabili - in concreto, nei gesti, nell’esecuzione - le stragi politiche dopo
che sono state concepite? È terribilmente ovvio: la mancanza del senso della
sacralità della vita degli altri, e la fine di ogni sentimento nella propria.
Che cos’è che rende attuabili le atroci imprese di quel fenomeno - in tal senso
imponente e decisivo - che è la nuova criminalità? È ancora terribilmente
ovvio: il considerare la vita degli altri un nulla e il proprio cuore nient’altro
che un muscolo (come dice uno di quegli intellettuali che più fanno piovere sul
bagnato, guardando con sussiego, commiserazione e spregio dal centro della «storia»
i disgraziati come me che vagolano disperati nella vita). E infine vorrei dire
che se dalla maggioranza silenziosa dovesse rinascere una forma di fascismo
arcaico, esso potrebbe rinascere solo dalla scandalosa scelta che tale
maggioranza silenziosa farebbe (e in realtà già fa) tra la sacralità della vita
e i sentimenti, da una parte, e, dall’altra, il patrimonio e la proprietà
privata: in favore di questo secondo corno del dilemma. Al contrario di
Calvino, io dunque penso che - senza venire meno alla nostra tradizione mentale
umanistica e razionalistica - non bisogna aver più paura - come giustamente un
tempo - di non screditare abbastanza il sacro o di avere un cuore.”
PIER PAOLO PASOLINI
Da:
Non aver paura di avere un cuore, «Corriere
della Sera», 1 marzo 1975.
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