Barbarah Guglielmana…
Nata negli anni ‘70 in
Valchiavenna; medico; impegnata nel tema della violenza di genere; “Davanti alla tenda” (ed. LietoColle) è
la sua ultima raccolta di poesie.
Altre opere edite similari se
inteso il genere letterario: “Rondini come formiche” (ed. O.M.P.); “Appena alzata mi sono messa a
tagliare le stelle come voi tutte” (plaquette in proprio, dedicata
all’associazione “Donne contro la Violenza ” di Pavia,
fino a oggi distribuita in quasi 9mila
copie!); “Senza forme” (ed. Gattili);
“Scende
il buio” e “Frammenti” (le ultime due pubblicate con la Pulcino Elefante ).
Oltre alle collaborazioni, nelle seguenti antologie poetiche: “Tredici cadenze” (ed. Puntoacapo);
“Homo Heligens” (ed. deComporre); “La giusta collera”, “Cronache da Rapa Nui” e “Keffiyeh: intelligenze perla Pace ”
per mezzo delle ed. C.F.R. ; e “Amore
per l’Arte” (ed. iArt).
Oltre alle collaborazioni, nelle seguenti antologie poetiche: “Tredici cadenze” (ed. Puntoacapo);
“Homo Heligens” (ed. deComporre); “La giusta collera”, “Cronache da Rapa Nui” e “Keffiyeh: intelligenze per
Benvenuta Barbarah…! Ma, secondo
te, sono più complicati i silenzi o i rumori?
Oggi mi sono diventati più complicati i rumori; mi stancano e occupano l’ascolto del mio rumore interno, che forse è diventato muto, a furia di urlare…!
Oggi mi sono diventati più complicati i rumori; mi stancano e occupano l’ascolto del mio rumore interno, che forse è diventato muto, a furia di urlare…!
Rendiamo le cose difficili per
avere il tempo di capire, chi o che cosa?
Complichiamo sempre tutto per capire, alla fine di percorsi che sfiniscono, che tutto è più semplice. Un soggetto e un verbo, e la strada è lì davanti!
Di un minore è ancora possibile scoprire un’idea?
I bambini sono una fonte inesauribile perché cercano un ordine al nostro mondo; e stranamente siamo noi che stiamo giocando con la vita.
Pensi che raccogliere impressioni varie sulla crisi economica sia un modo di poetare?
Complichiamo sempre tutto per capire, alla fine di percorsi che sfiniscono, che tutto è più semplice. Un soggetto e un verbo, e la strada è lì davanti!
Di un minore è ancora possibile scoprire un’idea?
I bambini sono una fonte inesauribile perché cercano un ordine al nostro mondo; e stranamente siamo noi che stiamo giocando con la vita.
Pensi che raccogliere impressioni varie sulla crisi economica sia un modo di poetare?
Ho collaborato con Gianmario Lucini (edizioni CFR) a tre sue antologie,
sui temi della guerra, dell’ecologia e della collera, perché credo che il tema
sociale non sia un companatico ma proprio il pane della vita del pensiero
dell’uomo, su cui poi aggiungere altri gusti...! La crisi economica dovrebbe
insegnarci nuovamente quello che veramente conta.
L’unione fa la forza?
Certo, l’unione sviluppa le forze per fronteggiare le debolezze unite.
Certo, l’unione sviluppa le forze per fronteggiare le debolezze unite.
Una formazione culturale esclude
l’altra?
Una formazione culturale può irrigidire l’inclinazione dello sguardo, ma l’ascolto altrui dovrebbe aprire alla conoscenza un ventaglio di possibilità e interpretazioni sul mondo. Poi nello scambio la propria lente potrebbe ingrandirsi, indebolirsi, rinforzarsi.
Nell’ambito letterario è normale vedersi di cattivo occhio? Se sì perché?
Ci si potrebbe vedere di cattivo occhio perché si critica per differenza o per gelosia anche l’altro, ma queste componenti umane sono di ogni ambito, proprio perché delle persone.
Una formazione culturale può irrigidire l’inclinazione dello sguardo, ma l’ascolto altrui dovrebbe aprire alla conoscenza un ventaglio di possibilità e interpretazioni sul mondo. Poi nello scambio la propria lente potrebbe ingrandirsi, indebolirsi, rinforzarsi.
Nell’ambito letterario è normale vedersi di cattivo occhio? Se sì perché?
Ci si potrebbe vedere di cattivo occhio perché si critica per differenza o per gelosia anche l’altro, ma queste componenti umane sono di ogni ambito, proprio perché delle persone.
“Un numero limitato di copie”
suona male?
Non è detto, il poco ha un valore di preziosità. Basti pensare ai gioielli che creala PulcinoElefante :
anche fosse solo uno, questi ha un valore inestimabile in ogni senso.
Non è detto, il poco ha un valore di preziosità. Basti pensare ai gioielli che crea
Capita di scrivere fino a
rimanere vuoti, come dei paesi tutti da scoprire?
La domanda comporta un’affermazione e il suo contrario, così come il parto della scrittura. Scrivere non svuota, da un senso al flusso, dimostra il marasma interno portandolo alla luce. Ogni volta che si crea un qualcosa è come aver raccolto una primizia da un cesto, il cui nuovo assaporamento alla luce del sole inebria tutto l’essere! Per esempio, il mio progetto futuro è entrare come attrice in un film francese, dove si focalizza una vita diversa: la mia! A parte i sogni, vorrei aggiungere che ho appena partecipato con una poesia al catalogo della mostra dedicata a Mauro Benatti, “Materia celeste”, ora alla Biennale di Venezia. Inoltre, in autunno è stato stampato il catalogo degli “Ometti Oliviani”, ossia disegni raccolti dalle pareti e dalle sedie di casa mia, stilizzati in pose che parlano della psiche umana. Ho partecipato anche all’evento di Paratissima 2014, vincendo il premio MoleCola. In cantiere c’è il progetto di un “libro in movimento” con la fotografa (suo è lo scatto che rappresenta l’autrice) Anna Venturini, cioè un connubio tra l’immagine e la parola, sviluppato sul tema del viaggio, reale e immaginario.
Concludimi quest’affermazione e motivamela: Hai piacere di NON poter più…?
La domanda comporta un’affermazione e il suo contrario, così come il parto della scrittura. Scrivere non svuota, da un senso al flusso, dimostra il marasma interno portandolo alla luce. Ogni volta che si crea un qualcosa è come aver raccolto una primizia da un cesto, il cui nuovo assaporamento alla luce del sole inebria tutto l’essere! Per esempio, il mio progetto futuro è entrare come attrice in un film francese, dove si focalizza una vita diversa: la mia! A parte i sogni, vorrei aggiungere che ho appena partecipato con una poesia al catalogo della mostra dedicata a Mauro Benatti, “Materia celeste”, ora alla Biennale di Venezia. Inoltre, in autunno è stato stampato il catalogo degli “Ometti Oliviani”, ossia disegni raccolti dalle pareti e dalle sedie di casa mia, stilizzati in pose che parlano della psiche umana. Ho partecipato anche all’evento di Paratissima 2014, vincendo il premio MoleCola. In cantiere c’è il progetto di un “libro in movimento” con la fotografa (suo è lo scatto che rappresenta l’autrice) Anna Venturini, cioè un connubio tra l’immagine e la parola, sviluppato sul tema del viaggio, reale e immaginario.
Concludimi quest’affermazione e motivamela: Hai piacere di NON poter più…?
…
rifare l’esame di fisiologia! Avevo scritto una poesia in più di dieci pagine,
intitolata “Il Blocco” perché… non passava mai!
… Davanti alla tenda
(ed. Lieto Colle)
Testimonianze a pelle, d’impulso, si raccolgono con l’espediente
romantico per approfondire l’affetto più esaltante che ci possa essere.
Dell’ego armonico ci si fa carico per interpretare la
propria parte alla grande e aspettare in piccolo che l’immaginario, bello
ch’esteso, si liberi per verseggiare sui giorni che non tornano, appassionando.
Un concentrato di volontà viene assunto sapendo da subito,
da poetessa, di maturare una condizione di donna nient’affatto riduttiva per la
gioia ch’esce fuori ad appagare particolarmente.
La sensibilità in
parole della Guglielmana lievemente si addossa il massimo piacere, che si prova
bilanciando, calmandosi; e con essa ritroviamo della sana baldanza nel porsi
dei limiti.
La poesia,
lavorandola, si evolve in origine, quasi per narrare, e nuovamente spunta
quella dote imprescindibile, da sfoderare per coinvolgere con intensità come a
prestare le dovute cure alla propria anima.
Sul finire della silloge, l’accento si disincentiva, e si
schiarisce una fidata tristezza di base; ne
consegue la soavità di una decadenza di pensiero, da trasmettere per sempre,
all’oggi.
Le figure umane che smuovevano Barbarah da bambina sono racconti di attimi che si gonfiano piano,
meravigliosamente, col senso della privacy, tra le verifiche dell’intuizione
vitale, di un tris d’assi attitudinali; per amore, spontaneità e legame di
sangue.
Però è come se molta felicità si sacrificasse, e non resterebbe
che spiare, nei fori di una rete di protezione a scapito di esseri pungenti,
invisibili, proprio quella loro sfrontatezza che non ci appartiene.
Per non cadere in depressione occorre avanzare, dimenticare,
alla portata di tutti, l’essenza di un’immagine; a costo di nutrirsi per
convenienza, purché si rimetta per
reagire e sentire così di stare a respirare.
In assenza di qualsiasi impedimento, i consigli su come traspirare
trasparenze deliziano, come la solennità di un rito che caratterizza l’umiltà
di univoca specie, a procedere china, con la mente incapace di alleggerirsi.
Le preoccupazioni sembrano esigere carezze, mentre “lei” ingurgita
materiale preziosissimo; e il più forte sentimento il suo ricamo, spostandosi
per preparare cose prelibate e rifiutarle tardivamente… per lasciare il segno e
ricominciare daccapo a sistemare l’ordinario.
Vedersi nudi era un modo per divertirsi e crescere?
No, s’è trattato di un errore di valutazione in prospettiva,
imperdonabile!
Sprovvisti dell’aspetto fisico, tendenziale, v’è una fonte
d’energia primaria che ricaviamo di getto, inasprita, tanto da renderci ugualmente
aridi dentro; e, dovendo resistere alla superficie pervasa dalle piogge, nei
gesti che ti aspetti ma che si tengono in serbo, facciamo razzia del creato che
si avvicina spiritualmente, privato del tempo per consolidare.
Gli astri si calano, s’imputridiscono col freddo di una coppia
di amanti la cui complicità si spegne in aria; e Barbarah è convinta che tutti
se la prenderanno con lei, come se fosse stata l’autrice ad aver diretto un
mistero come pochi, con un dato compagno succube, e non viceversa.
Trattasi di una donna che ha desiderato e ricevuto il bene
di una e più poesie, dando in cambio un sentimento tutto da provare; magari per
l’uomo che se si ammutolirà infinitamente allora verrà considerato?
E dunque di una melodia che strugge per com’è perfetta, con
le componenti gettate nell’aria quando essa ti aggredisce all’attesa di un
mezzo di trasporto, a rinfrescare la decenza sessuale, necessaria per
ricondursi alle lotte per la dignità di genere, con abiti nuovi, ma pur sempre
in segreto, come nell’inconsapevolezza accresciuta dalla fertilità sommessa ma
straripante.
“Mi cambio e mi
nascondo”.
La poetessa appare
nel pianto da gustare, da strappare dagli occhi; essendo anche solita a
esibirsi con sterili motivetti, in balia di un’eccessiva temperatura corporea o
di soluzioni alcoliche per debellare il cattivo umore… come se non si fosse accorta di non aver ancora intenerito le sue
emozioni, una volta distaccatasi da sé per forza di cose, al margine di una
città sollevato da anime che scrivono per letture da concretizzare.
Un cenno di follia insuperabile da ingerire, e si torna
puliti, per non dire sotto colate di cemento, distanti dalla fitta vegetazione
che le allegre accelerazioni della Fantasia riproduce; con la malinconia che perdura ma che non stanca se ti attivi per
riconoscerti, in possesso di un’ambizione almeno, in assoluto.
Senza badare a quel che si sprigiona pigramente, per
disperdersi nell’intento di cogliere la bella stagione e fare disordine tra le
novità… in un luogo massimale; nella morsa, oramai allentata, dell’esistenza
terrena.
Sono molti gli acumi destinati quasi a macchiarsi, di dura,
femminea, fermezza, che gli uomini non devono manomettere oltremodo illudendo;
l’autrice sembra addirittura implorare a codesti l’incutersi della reale
bellezza planetaria, l’avidità nell’assaporare la bontà centellinabile quando
il cuore batte forte, sistemando un’immagine da schiarire, tra le riflessioni
occupanti l’altrove che si mostra immenso alzando lo sguardo urbanamente
preteso.
Il rischio di soffocare sobbarcandosi della nullità stando a
quanto emesso, alla reintroduzione mai complementare degli amorosi sensi, si
frammenta constatando quel vento scaturito dagli spostamenti del partner, a
spegnere la passione appiccata per polverizzarsi piacevolmente.
E rientrano le esitazioni finemente proporzionali alle
meditazioni, per miracoli da seguire continuamente, tumultuosamente; tipo la
felicità per una relazione autenticata, che sgorga dagli occhi e travolge le
nudità.
Si è in cammino, “facendo il verso” al poeta monumentale,
come un minuscolo essere vivente abilissimo a conservare ciò che ha da
consumare, addolorato da un vortice regressivo che pulsa in grembo, la messa in
panico che aggrazia invitando a respirare saggiamente, a osservare il tizio
che, per evitare il maltempo, se lo prende invece in pieno, mentre una
musicante, leggiadra, si eleva fino alla cognizione atmosferica perfetta, procacciando
le menti di profondi scopritori di sé; fino
alla motivazione imprescindibile se si dà adito al corso del tempo, per cui è
necessaria della solitudine serafica alla “lei” radicata, convinta che i
rapporti carnali non si rimediano ogni volta fugacemente e in maniera esemplare,
alla strenua del distensivo pudore.
Dovendo ragionare
talvolta in controtendenza, e ritrarre qualcosa di logico sul telo dell’aldilà,
in possesso di quella libertà per infondere aforismi dedicabili a una carenza
di propositivo impatto.
Rimangono dunque fogli per trattare crolli di psiche, voli
nell’aria avversa per principio, alla boccata d’ossigeno che incorpora chi si
distacca dalla propria posa, chi si riordina per effetto della coscienza,
nell’interpretazione della concretezza appesa al muro della memoria, magari dai
propri nonni.
Barbarah infatti assorbe, dal trafiggente buonsenso dei suoi cari, degl’intenti indefinibili
per natura, mentre spiega come poter ascoltare il mutismo degli anni
trapassati, al richiamo della quotidianità (quando non appesantiva come oggi),
che incuriosisce solo quand’è possibile accarezzare le diversità di carattere,
di espressione, di armonia, per stabilire il vissuto; con la commozione che
abbaglia, a causa di volontà più che tangibili, tipo quella di lasciar
sbocciare fiori che profumino di morte, scalfendo l’olfatto intrattenibile per
esperienze significative, da custodire.
Dei volatili fatti d’infamia e di lode, intanto sembrano
capaci di lasciare in sospeso la poetessa, di renderla raggiungibile, lungo una
via da illuminare attraversandola, anche scrivendo pensieri su pensieri come a
piovere nuovamente; e perché no sfidando l’entusiasmo per sostare nella casa di
Dio e scioglierne i particolari in compagnia di persone che ti aprono il cuore,
desiderando oltremodo di tornare indietro per godere di un’innocente passività?
“Cambierei ogni
preghiera disperata di me adulta
con quelle preghierine di allora…”.
La nostalgia rimanda
alla cura spasmodica, che si reputa solo dopo elettrizzante, dei sogni di una
fanciulla che dovevano assolutamente uscire fuori.
Al buongusto da considerare istintivamente, senza badare
alle conseguenze, per far sì che l’autunno risulti per sempre incantevole,
quanto il nervo scoperto che non va masticato a dismisura, d’accusare al
proliferare di una valenza impossibile da complessare e per giunta col cattivo
appetito, accelerante gli eventi con in mezzo quella maledetta sensibilità da sviluppare.
Per fare pulizia
sulla morale che non ci potrà mai appartenere, pur costretti a tatuarcela per
l’ossessivo ricordo di un tesoro da smitizzare per il bene di una creatività
impellente, per la minuziosa unicità d’abbinare al presente.
Vincenzo
Calò
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