Quest’anno,
la festa dell’associazione manerbiese “Donne Oltre” ha riservato un’attenzione
speciale ai bambini. Il 15 maggio 2016, piccoli e grandi sono stati accolti nei
giardini comunali. Un pagliaccio li ha guidati, attraverso le siepi,
all’incontro con un duo di giovani chitarristi che suonava dal vivo. Ma quella
era solo la prima puntata. Attraverso le parole di quell’insolito Virgilio, il
parco si è trasformato nell’Eden. Di episodio in episodio, le Donne Oltre hanno
messo in scena la vicenda di Adamo ed Eva: il primo uomo e la prima donna alla
scoperta dell’alterità sessuale. Adamo sembra profondamente contrariato: la
nuova creatura non somiglia agli altri animali. Ha una volontà, domanda spazio
e attenzione. Insomma, gli insegna la parola “noi” - e non solo quella. Eva è
estasiata da tutto: da quell’ “Esperimento maschile” che somiglia così tanto… a
un rettile; dalle cascate, da ogni animale… cui lei sa dare un nome subito,
perché riconosce al volo la sua sostanza. Tutto, per lei, è mistero - laddove
l’uomo vede solo un possedimento.
Gli equivoci e gli screzi fra i due
si snodano, come se (in luogo della Genesi) si trattasse di una commedia da
salotto. Finché Adamo non si accorge della bellezza della compagna. Come da
copione, i due perdono il paradiso terrestre - ma Eva è felice d’aver trovato
Adamo. Lei, che temeva tanto di restare senza la sua metà, se ne va prima di
lui. «Ma, ovunque c’era lei…» ammette finalmente l’uomo «…c’era l’Eden». Una
storia immortale, che ha fatto sorridere con i suoi richiami alla quotidianità
- e che ha lasciato il desiderio di capire se davvero i rapporti fra i sessi siano
sempre stati uguali, nel corso della storia.
Per creare un po’ di suspense e
variare lo spettacolo, la storia di Adamo ed Eva era inframmezzata da altri
brani. Un fungo (impersonato da una ragazza-clown) ha narrato una surreale
catena di suicidi per amore. Perché non tutte le storie di uomini e donne sono
a lieto fine… anche se il dolore sentimentale sa d’ironico, nella sua follia.
Lo stesso sapore avevano le morti di due uomini celibi - un meccanico monco e
un prete che aveva ingerito dell’incenso - o quelle di vecchiette troppo
curiose, che precipitavano a catena dalla stessa finestra. “Il lonfo” era un
nonsense linguistico, mentre un certo lavorante di nome “Saponetta” consegnava
all’ammirazione il monumento nato… dal suo intestino. Un soliloquio rifletteva
su “ghingheri” e “gangheri”, parole fossili bloccate in un modo di dire. Un
amico brillante (e poco modesto) rimproverava per lettera il suo
corrispondente, che pensava ad accumulare denaro senza convertirlo in nient’altro.
Dopo il cibo per l’animo,
naturalmente, è arrivato quello per il corpo. Le Donne Oltre hanno offerto ai
bambini (e non solo) fette di pane e nutella, con una varietà d’altri dolci.
Per raccogliere fondi, sono stati messi all’asta prodotti alimentari
provenienti dalla Toscana.
Pubblicato su Paese Mio
Manerbio, N. 109 (giugno 2016), p. 11.
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