Ovvero: come far parlare la gente per mesi o anche anni.
L’impresa vi sembra troppo ambiziosa? Non scoraggiatevi, cari verbo-gastronomi:
ecco qualche semplice consiglio per cucinarsi la buona fede di chi leggerà il
prodotto delle vostre fatiche.
1)
I “casi” sono questione di lingua. Perché
una faccenda diventi importante, è sufficiente che siano in molti a parlarne.
Raggiunto questo obiettivo primario, la vostra notizia troneggerà in ogni dove.
Non importa che si tratti della Terza Guerra Mondiale o delle verruche della
signora Pina;
2)
Onora la chiacchiera da bar. È
fondamentale che il “caso” diventi materia di fervide discussioni fra una birra
e un caffè. Il vostro target dev’essere l’uomo comune che s’illude
d’essere un ingegno superiore, folgorando gli amici con le proprie
“rivelazioni” (es.: “Oggi sono tutti raccomandati”; “Non è cambiato niente dai
tempi di mia nonna”…);
3)
Meglio abbondare col pepe. Usate,
se potete, concetti tanto forti quanto flessibili (“democrazia”;
“maschilismo”/”femminismo”; “omofobia”/”omosessualismo”; “diritti”;
“religione”/”laicità”; “libertà”; “giustizia”; “civiltà”; “verità”…). Non
preoccupatevi di rivedere le vostre affermazioni: buona parte dei lettori
saranno cullati dal suono delle parole, senza aver che una vaghissima idea del
loro significato;
4)
Un’affermazione costantemente ripetuta diventa
una verità. Era già il succo della propaganda nazista (e
non solo), nella prima metà del XX secolo. L’efficacia del metodo non necessita
di ulteriori dimostrazioni;
5)
Stay tuned. Dovete
sempre essere aggiornati sugli argomenti “caldi” del momento. Una volta
recepitili, alla polizianesca maniera, “cogliete la rosa”;
6)
Il complottismo è per sempre. Quando
le cose vanno male, da che mondo è mondo, scodellare una bella “teoria del
complotto” ha sempre fornito una facile “spiegazione”. A voi, solo l’imbarazzo
della scelta: Massoneria, lobbies, “la casta”, Vaticano, alieni,
fascio-comunisti, disneyani…;
7)
Ricordatevi di conciare per le feste.
Tassativamente: non parlate bene di chicchessia, a meno che non sia per
eroizzarlo in modo sperticato. La gente segue di più una stroncatura o una
radicale presa di posizione, piuttosto che un discorso che soppesi i pro e i
contro. È il principio del minimo sforzo: in questo caso, dello sforzo
intellettuale. Per il resto, “la calunnia è un venticello”: ci penserà lei a
farvi pubblicità;
8)
(S)correttezza politica. C’è
chi dice che bisogni andare contro il politically correct, per sollevare
vespai. In realtà, vi stupirete di quanta poca differenza ci sia fra
“correttezza” e “scorrettezza”, in questo campo. Entrambe, infatti, solleticano
i nervi più sensibili. E voi non dovete badare ad altro;
9)
Non avrete altra maestra all’infuori della
casalinga di Voghera. Con tante scuse alle casalinghe e a Voghera,
del resto, che forse non meritano in tutto la propria nomea. In ogni caso,
sparate le sentenze del senso comune come fossero genialate stratosferiche;
10) Turn
the brain off. Capirete bene che è fondamentale, sia da parte
vostra che da quella dei lettori, per poter applicare quanto fin qui indicato.
That’s all, folks! Casomai,
poi, fossero rimasti dubbi, sfogliate qualche giornale largamente diffuso.
Meglio ancora se nelle versioni on line. Non mancherete di trovare la
dimostrazione di quanto questa ricetta funzioni, anche a livelli
“professionali”. Cosa aspettate, cari amici? Indossate il grembiule e mettetevi
ai fornelli!
La vostra
Dentella D’Erpici
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