"Il secondo livello dell’incertezza investe il rapporto tra il copista e il manoscritto che egli deve copiare. Riguardo al primo ambito – su ciò che un copista dice vi sia – un copista di professione (pensiamo al classico amanuense del monastero medievale) tendenzialmente non si pone, o non si dovrebbe porre, il problema su ciò che vi è, ovvero sul manoscritto che ha dinnanzi, giacché la sua professione consiste semplicemente nel mero atto della copiatura. O meglio: occorrerebbe indagare questo campo, poco battuto dagli studi paleografici. [...]"
Lorenzo Dell'Oso, Filologia del mondo nuovo su Edoardo Varini Publishing
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