Welfare e donne: Pari o Dispare ed Edenred: aziende e politica si impegnino a creare nuovi servizi alla persona
Un breve comunicato del convegno di ieri e tutta la registrazione su RadioRadicale, per chi volesse riascoltare qualche punto o per chi non è potuto essere presente.
Emma Bonino: “Con i voucher recuperiamo 1,3 mld di euro all’anno di contributi INPS”
I voucher universali per i servizi alla persona sono il modo più trasparente per regolare un mercato in cui donne e uomini possono scegliere in modo flessibile i servizi più adatti alle loro esigenze. Pari o Dispare, associazione impegnata per favorire l’equiparazione femminile in campo lavorativo, guarda al modello francese di welfare per non dipendere solo da ingenti investimenti pubblici. Al convegno di oggi “Un Nuovo Welfare per liberare le donne”, promosso dalla suddeta associazione insieme a EDENRED e svoltosi alla presenza del Viceministro del lavoro, Michel Martone, di numerose aziende (tra cui Vodafone, Nestlé e Mellin) e di rappresentanti politici di ogni schieramento (Rita Ghedini, Beatrice Lorenzin, Benedetto Della Vedova, Marco Beltrandi, Roberto Rao), è stata fatta un’accurata fotografia della situazione attuale e degli obiettivi che s’intendono raggiungere. “L’uso dei voucher può innescare processi virtuosi a livello nazionale e locale e aiutare lo Stato nella lotta contro evasione e il lavoro nero”, ha sottolineato la Vice Presidente del Senato e presidente onoraria di Pari o Dispare, Emma Bonino. “Considerato che il voucher può essere utilizzato solo in presenza di contratti regolari, si otterrebbe una notevole emersione del sommerso che si stima porterebbe all’Inps circa 1,3 mld all’anno di contributi sociali aggiuntivi e nelle casse dello Stato entrate consistenti per l’emersione di nuovi contribuenti. In questo modo – conclude Bonino – anche l’Italia potrebbe avere un vero e proprio tesoretto da investire in un welfare più roseo, in tutti i sensi”. “Quella del voucher per il welfare aziendale” ha dichiarato Michael Martone, Vice Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, “è un’esperienza interessante, che ha dato buoni risultati a livello internazionale, e che proprio per questo è stata presa in considerazione dal ddl Lavoro.
All’articolo 59, infatti, si introduce in via sperimentale la concessione alla madre lavoratrice, al termine del congedo per maternità, negli undici mesi successivi, voucher per l’acquisto di servizi come il baby sitting e l’assistenza all’infanzia.
Seguirà un decreto attuativo ma soprattutto la valutazione della portata dello strumento del voucher, perché se i risultati fossero positivi potrebbe riflettere sull’opportunità di nuove modalità di collaborazione tra pubblico e privato, in un momento in cui è chiaro che il welfare tradizionale non riesce più a corrispondere in maniera efficace a tutte le esigenze dei cittadini” ha concluso.
Graziella Gavezotti, Presidente ed AD di Edenred Italia e Direttore Generale Sud Europa ha evidenziato alcuni dei risultati che “potrebbero essere raggiunti in Italia se venissero seguite le esperienze europee maggiormente all’avanguardia in fatto di politiche sociali grazie all’utilizzo dei voucher. Tra questi, certamente: stabilità contrattuale, emersione del lavoro nero dell’ordine del 20%, migliore conciliazione tra lavoro e quotidianità, aumento dell’occupazione femminile così importante per la crescita del paese”. “Troppo spesso in passato sono stati stanziati soldi per piani straordinari di asili nido che poi non sono stati spesi bene o non spesi affatto”, ha commentato la presidente di Pari o Dispare, Cristina Molinari. “Da troppi anni – ha aggiunto Molinari – le donne italiane attendono che sia raggiunta una soglia minima di decenza sull’accesso a servizi di cura e assistenza, che ci avvicini agli obiettivi che l’Europa ci pone da sempre e che sistematicamente disattendiamo”.
Pari O Dispare conferma il proprio impegno nel realizzare campagne e iniziative per proseguire il dibattito con istituzioni e aziende su un nuovo Welfare che guardi a modelli già sperimentati con successo in altri paesi per avviare nuove politiche a sostegno delle donne. “Abbiamo il 33% di donne nel Consiglio di Amministrazione, il 30% di donne dirigenti e oltre il 40% tra il middle management” – ha affermato Elisabetta Caldera direttore sviluppo e organizzazione di Vodafone Italia . “Risultati raggiunti attraverso strumenti concreti come un welfare aziendale flessibile, sempre piu’ costruito anche sulla base dell’ascolto dei bisogni delle donne”.
“Il welfare aziendale – ha proseguito Caldera – deve adattarsi alle esigenze dell’individuo: per questo abbiamo lanciato un programma che consente ai nostri dipendenti di convertire parte della retribuzione variabile in beni e servizi a condizioni fiscali agevolate. Scuole, Universita’, in Italia e all’estero, libri scolastici, e stiamo pensando a estendere l’iniziativa anche a servizi di cura di figli e anziani. Nasce cosi un welfare aziendale nuovo, personalizzato, che si adatta alle scelte della persona e si aggiunge alle iniziative piu’ tradizionali, come ad esempio come l’asilo nido aziendale o il fondo sanitario per le spese mediche e odontoiatriche esteso all’intero nucleo familiare”.
Anche Mellin, in particolare la dottoressa Sonia Malaspina, Direttrice Risorse Umane Italia e Direttore HR Shared Services , ha fatto presente che il welfare aziendale che propone quest’anno e’ nato sulla base delle esigenze delle persone, in primis delle donne. Ha infatti dichiarato: ”Lo abbiamo pensato affinché fosse semplice. pragmatico e personalizzato. Siamo molto soddisfatti perche’ il welfare aziendale ha incrementato il livello di motivazione delle nostre persone e ha rafforzato il senso di appartenenza all’azienda”.
Per iscrizioni e donazioni:
http://pariodispare.org/2011/campagna-iscrizioni-2012-pari-o-dispare/
https://www.paypal.com/it/cgi-bin/webscr?cmd=_flow&SESSION=gD3pwUJ9poTIrtw90rLHe5C_HeCnr-Jn3P_6oJ4o-rn5iQP91FRCN-Gh7hS&dispatch=5885d80a13c0db1f8e263663d3faee8d0288a7fd2903afb85a5540fd44243d03
Non lo so, ma non mi convince, dovrei approfondire. A naso, penso che il welfare non può essere delegato ai privati e ridotto a voucher, ma è un diritto di tutti noi che paghiamo le tasse. Lo Stato non può essere ridotto a un esattore in stile ancien regime, mentre noi siamo costretti a nostra volta a pagare privati per tutti i servizi. Penso che questo sistema - al servizio sempre più scopertamente di interessi privati e non pubblici - va messo in discussione in modo davvero profondo, palliativi così rischiano di diventare una scusa per toglierci anche quello che rimane e privatizzare tutto sempre di più (sanità inclusa, secondo il modello americano che lascia i moribondi fuori dagli ospedali).
RispondiEliminaIo, come Formatore interculturale, regolarmente iscritto all'albo Regione Toscana, ho lavorato in progetti con voucher per percorsi formativi x giovani apprendisti. Non è una strada facile. E' terreno scivoloso. Servono controlli su controlli su controlli..... Perchè i voucher le gestiscono i privati: datori di lavoro, agenzia formative etc. E i santi stanno in Paradiso.
RispondiElimina