"Sono profondamente onorata, come essere
umano prima ancora che in qualità di poetessa e pittrice, di essere stata
chiamata, direttamente dall’autrice, a presentare una silloge di liriche così
preziosamente belle che è stata per me una vera gioia leggerle e rileggerle.
Occasioni come questa, che ci vedono qui
riuniti, sono parimenti preziose, perché ci consentono di venire a diretto
contatto con quanto ancora al giorno d’oggi, in questo mondo a dir poco
travagliato, possiamo trarre dalle dimensioni interiori che ci rendono
autenticamente Umani, perciò è mia cura porgere infiniti ringraziamenti alla
Signora Rettrice.
Nel suo insieme, l’opera (sulla quale sarebbe
possibile scrivere un saggio, data la ricchezza che propone), è un meraviglioso
caleidoscopio di immagini, suoni, colori, ritmi, linguaggi, che, nella sua
straordinaria varietà, mantiene una unità mirabile. L’eclettismo linguistico
dell’autrice, aprendosi a ventaglio in una vasta gamma di scelte espressive, ci
offre la fruizione di testi in lingua straniera (francese, inglese ) risolti
con la stessa scioltezza di quelli in lingua madre, così come in latino o in
dialetto bresciano, creando, nella globalità, un effetto sinfonico.
Accanto,perciò, a preziosismi, arcaismi, latinismi, convivono armoniosamente
termini moderni desunti anche dai registri più consueti, appartenenti alla
sfera colloquiale, cui viene riconosciuta la grande importanza di toccare le
corde di intime atmosfere.
A tanta versatilità linguistica corrisponde
una pari versatilità stilistica, in virtù della quale troviamo, nella lettura,
una classicità attualizzata, poiché le eredità classiche non sono estrapolate e
calate forzatamente nell’oggi, ma sono rese nell’oggi presenti, vive, senza mai
cadere nel manierismo, cosicché i temi trattati acquistano nella forma una
particolare fluidità ritmica dalle sonorità liquide.
L’abbondante uso di metafore contribuisce ad
arricchire l’aspetto iconico dell’opera, creando immagini di grande effetto e
contenuto.
Immagini classiche e moderne si affollano
ordinate nella danza armoniosa delle parole, simboli antichi e nuovi si
accompagnano in assoluta naturalezza, integrandosi gli uni agli altri in un
continuum spazio-temporale significativo di quella che è la nostra matrice
culturale nelle sue evoluzioni.
Anche i rimandi al mondo della natura, così
vividi, non conoscono limiti di tempo e fungono da tramite, quasi rotaia di un
treno ideale, tra il mondo antico e il contemporaneo, segni di un’umanità che,
per quanto tecnologica, affonda le sue radici inevitabilmente in Madre Terra.
V’è, come soggetto di una lirica, ad esempio, uno dei mezzi di comunicazione
più moderni e diffusi, argomento che si intreccia, per metaforici parallelismi,
meravigliosamente al mito di Ero e Leandro.
La rievocazione di antichi accadimenti non è
mai condotta a fini edonistici. Ogni fatto viene rivissuto interpretando
l’umana vicenda come un fatto di cronaca a noi contemporaneo, perché umanamente
emblematico. La diacronia, insomma, è resa sincronica, come la compresenza dei
tempi di bergsoniana memoria.
Nulla si trova qui di distante e ieratico.
Calate nella loro concreta umanità sono rappresentate anche le figure della
santità cristiana, di cui percepiamo, di volta in volta, la gioia o la
sofferenza come partecipassimo alle vicissitudini di persone che ci sono care.
Incontriamo, per indicarne una, una sposa ragazzina in tutta la sua innocente
fragilità e, contemporaneamente, luminosa consapevolezza, la Vergine Maria.
Profonda attenzione viene rivolta alla sfera
psichica e alle tematiche sociali, anche negli aspetti più duri e sofferti,
trattate con estreme sensibilità e intelligenza.
La raccolta è comprensiva, come evinciamo, di
una pluralità di temi, grandi e piccoli, anche se questi piccoli solo
all’apparenza, come sono piccoli, ma tutti importanti, gli istanti che
compongono la vita di ciascuno di noi, eventi particolari che trascendono sé
stessi e si estendono a divenire simbolo universale valido per ciascuno, perché
tutti rielaborati attraverso gli occhi dell’Anima e i moti del Cuore, come
anche le citazioni colte, le riflessioni metapoetiche, taluni accenti ironici.
Attraverso una parte dialogata, narrativa,
introduttiva alla silloge, facciamo la conoscenza della Tessitrice di Parole,
personificazione della Poesia stessa. Questa originalissima immagine a me
personalmente ricorda la Donna Ragno di cui parla la tradizione dei Nativi
Americani, ( di cui, peraltro, l’autrice non era a conoscenza : Jung parlerebbe
di archetipi che si manifestano in più forme e luoghi, di strutture che
appartengono al disegno stesso del Mondo e dell’Universo ), figura mitica che
avrebbe portato il primo alfabeto agli uomini tracciandone le lettere nella sua
tela.
Ringrazio ora tutti i presenti per
l’attenzione dedicatami e lascio lietamente la parola alla carissima Erica
Gazzoldi che ci farà ascoltare alcune tra le sue splendide poesie."
Beatrice Barnabà
Presentazione de La tessitrice di parole (Brescia, 2011, Marco Serra Tarantola Editore)
10 maggio 2012
Commenti
Posta un commento
Si avvisano i gentili lettori che (come è ovvio) non verranno approvati commenti scurrili, offese dirette, incitazioni all'odio di qualunque tipo, messaggi che violino la privacy o ledano l'onore di terzi. Si prega di considerare questo blog come uno spazio di confronto, così come è stato fatto finora, e non come uno "sfogatoio". Ci scusiamo per eventuali ritardi nella pubblicazione dei commenti: cause (tecnologiche) di forza maggiore. Grazie.