La vulgata vuole che i lupi mannari diventino tali
solo in seguito al morso di un loro simile. Giusto. La violenza è figlia di
altra violenza. Se vi rivolgerete a un criminologo, probabilmente vi spiegherà
che, alle radici di molti comportamenti delittuosi, c’è l’esperienza di un
sopruso, intorno al quale il soggetto ha costruito una visione della società
basata sulla necessità della violenza per sopravvivere.
Il mostro
è, prima di tutto, una vittima.
Però, attenzione, crocerossini improvvisati e aspiranti
martiri: questa vittima ha zanne e artigli. Questa vittima ha un lato feroce
che esplode regolarmente e ineluttabilmente. Non è cosa che possiate fermare
con le vostre carezze. Lasciate fare a chi padroneggia sortilegi e pallottole
d’argento.
Ma a voi,
vittime innocenti del vostro buon cuore, non si può realmente rimproverare
alcunché. A farmi vomitare sono altri: i pietisti in cachemire che
cinguettano sui poveri lupacchiotti, fra un cocktail e una sciarpa di
seta. A sentir loro, avrebbero una soluzione a tutto. Loro sono gli Eletti e
voi, poveracci minacciati, mutilati e uccisi, avete torto ad aver paura
e a dar la caccia alle belve umane… in fondo, sono vostri simili.
Ebbene, voi
Superiori: se siete stati scelti dai numi per salvare l’umanità dal Male,
uscite dai vostri salotti. Scendete nel buio della foresta, dove lasciate
volentieri i barbari a lottare per se stessi e per voi. Credo proprio
che, a un certo punto, di quella sana pallottola d’argento sentirete la
mancanza.
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