“Dal canto
suo, Adrian si compiaceva di parlare in greco con Kir Nicolas:
–Ma, diceva, Kir
Haralambe (era il nome del padrone greco che aveva appena lasciato) m’ha fatto
pagar cara la sua lingua. Credo che il numero di schiaffi che incassavo da lui
in una giornata superasse il numero di nuove parole greche che imparavo ogni
sera. Eppure, Kir Haralambe si diceva fiero di sapermi figlio di greco…
Kir Nicolas esclamava:
–Eh! Moré Adriani! Greci, turchi o tartari, non siamo che poveri uomini.
La nazione è una parola con cui si
agghindano due tipi di persone: i furbi matricolati e gli imbecilli. Purtroppo,
c’è anche un piccolo numero di sinceri e d’ingenui che sono in buona fede, è
grazie a loro che le frontiere si conservano. Altrimenti, sarebbe presto finita
per la parola nazione.
–Allora, tu non credi
nella Patria, Kir Nicolas? domandava Adrian.
–Ma sì, pédaki mou (piccolo mio), ci credo: di
notte, quando lavoro da solo. Mi ricordo che qui sono uno «sporco albanese».
Allora, penso ai bei monti su cui sono nato e su cui ho passato un’infanzia
dolce e serena… E, in quei momenti, canto, o piango; ma non mi viene mai voglia
di sgozzare un uomo pensando alla mia patria.”
PANAIT ISTRATI
(Codine, 1926)
Questo post "calza a pennello" col clima politica sia nazionale che locale...tra un po' si dovrà votare il sindaco del "nostro" paese: ci vuole spirito nazionale!
RispondiEliminaMa di uno spirito nazionale un po' diverso da quello dei liceali romeni che, negli anni '20, andavano in giro a gridare "Abbasso gli Ebrei"... o dei bambini greci che si inorgoglivano nel disprezzare le pietanze tipiche romene... Lo spirito nazionale che conobbe Panait Istrati e contro il quale polemizzò, come in questo brano... ;)
EliminaSiamo solo uomini
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