Da una nota su Facebook:
"E' il sarto novarese Adriano Stefanelli a produrre le scarpe papali, rosse ad indicare il sangue del martirio, che fanno parte dell'abito del papa fin dal Medioevo e da allora sono indossate da ogni pontefice. Se poi qualcuno è interessato al fattore prezzo resterà deluso, poichè Stefanelli afferma: «Io le mie scarpe al Papa le regalo, perché a volte la passione paga più del denaro». Le sue relazioni con il Vaticano hanno avuto inizio nel 2003 quando, assistendo in TV alla Via Crucis, vide Giovanni Paolo II malfermo e sofferente, e decise di confezionargli un proprio paio di scarpe, a suo dire più comode. E' così dev'essere stato, poiché, da allora, Stefanelli non si è fermato più ed ha continuato a produrle anche per Benedetto XVI, venendo a sostituire l'apposita sartoria ecclesiastica "Gammarelli", la quale si occupa -appunto- dell'abito papale.
Considerando che queste scarpe rosse sono indossate da ogni papa da così tanti secoli, appare davvero molto sospetto che ci si faccia caso proprio ora, con Ratzinger. In effetti ,bisognerebbe essere ciechi per non comprendere la sotterranea e martellante strategia mediatica allestita per abbattare il Papa tedesco. Un pò come l'ormai insopportabile moralismo sull'anello d'oro, un anello -dicono convinti- dal valore di migliaia di miliardi che, se venduto, "sfamerebbe l'Africa intera". Messa così, più che l'anello papale, sembrerebbe quello magico della triologia del "Il Signore degli Anelli". Ma poi si scopre che quell'anello è di semplice oro, ha la grandezza (e, dunque, il valore commerciale) di due fedi nuziali, e viene usato come timbro, per sigillare ogni documento ufficiale redatto dal Papa. Senza poi contare che, alla morte del Papa, viene rotto con un martelletto d'argento, rifuso e riutilizzato per il Pontefice successivo. Tecnicamente, è sempre lo stesso da secoli. E non occore essere cattolici per capire che un oggetto di tal valore non risolverebbe i problemi di una sola famiglia neppure per una settimana e che, onde evitare di urlare slogan tanto assurdi, basterebbe semplicemente informarsi, o almeno usare un po' di buon senso o quella razionalità laica che Iddio ha concesso a tutti.
Questa è la storia del fantomatico anello papale. Ma ritorniamo alle scarpe.
Ma allora com'è nato il mito del Papa che veste Prada?
Gli ingredienti son sempre quelli: malizia, cattiveria, superficialità e disinformazione. La falsa notizia, presentata come il gossip del secolo, ha fatto il giro del mondo, dando di Joseph Ratzinger l'immagine di un Papa affetto dal chiodo fisso della moda. La notizia, in Italia, è stata data in primis dal quotidiano "la Repubblica", il secondo più importante del Paese. Poi, ad effetto domino, sono seguiti televisioni, giornali, siti internet. L'articolo in questione, direttamente dal sito di "la Repubblica", è il seguente: Il look di Papa Ratzinger: spuntano le scarpe Prada
Riportiamo l'immagine superiore di parte dell'articolo:
E' il caso di riflettere su dei particolari a dir poco comici nella loro contraddittorietà: il titolo dell'articolo in questione è "Il look di Papa Ratzinger: spuntano le scarpe Prada". Tuttavia, appena sopra al titolo, pur con caratteri infinitamente più piccoli, c'è scritto: 'griffati i mocassini rossi. L'azienda non conferma'... "
Vedasi anche il sito dell'ANSA
"E' il sarto novarese Adriano Stefanelli a produrre le scarpe papali, rosse ad indicare il sangue del martirio, che fanno parte dell'abito del papa fin dal Medioevo e da allora sono indossate da ogni pontefice. Se poi qualcuno è interessato al fattore prezzo resterà deluso, poichè Stefanelli afferma: «Io le mie scarpe al Papa le regalo, perché a volte la passione paga più del denaro». Le sue relazioni con il Vaticano hanno avuto inizio nel 2003 quando, assistendo in TV alla Via Crucis, vide Giovanni Paolo II malfermo e sofferente, e decise di confezionargli un proprio paio di scarpe, a suo dire più comode. E' così dev'essere stato, poiché, da allora, Stefanelli non si è fermato più ed ha continuato a produrle anche per Benedetto XVI, venendo a sostituire l'apposita sartoria ecclesiastica "Gammarelli", la quale si occupa -appunto- dell'abito papale.
Considerando che queste scarpe rosse sono indossate da ogni papa da così tanti secoli, appare davvero molto sospetto che ci si faccia caso proprio ora, con Ratzinger. In effetti ,bisognerebbe essere ciechi per non comprendere la sotterranea e martellante strategia mediatica allestita per abbattare il Papa tedesco. Un pò come l'ormai insopportabile moralismo sull'anello d'oro, un anello -dicono convinti- dal valore di migliaia di miliardi che, se venduto, "sfamerebbe l'Africa intera". Messa così, più che l'anello papale, sembrerebbe quello magico della triologia del "Il Signore degli Anelli". Ma poi si scopre che quell'anello è di semplice oro, ha la grandezza (e, dunque, il valore commerciale) di due fedi nuziali, e viene usato come timbro, per sigillare ogni documento ufficiale redatto dal Papa. Senza poi contare che, alla morte del Papa, viene rotto con un martelletto d'argento, rifuso e riutilizzato per il Pontefice successivo. Tecnicamente, è sempre lo stesso da secoli. E non occore essere cattolici per capire che un oggetto di tal valore non risolverebbe i problemi di una sola famiglia neppure per una settimana e che, onde evitare di urlare slogan tanto assurdi, basterebbe semplicemente informarsi, o almeno usare un po' di buon senso o quella razionalità laica che Iddio ha concesso a tutti.
Questa è la storia del fantomatico anello papale. Ma ritorniamo alle scarpe.
Ma allora com'è nato il mito del Papa che veste Prada?
Gli ingredienti son sempre quelli: malizia, cattiveria, superficialità e disinformazione. La falsa notizia, presentata come il gossip del secolo, ha fatto il giro del mondo, dando di Joseph Ratzinger l'immagine di un Papa affetto dal chiodo fisso della moda. La notizia, in Italia, è stata data in primis dal quotidiano "la Repubblica", il secondo più importante del Paese. Poi, ad effetto domino, sono seguiti televisioni, giornali, siti internet. L'articolo in questione, direttamente dal sito di "la Repubblica", è il seguente: Il look di Papa Ratzinger: spuntano le scarpe Prada
Riportiamo l'immagine superiore di parte dell'articolo:
E' il caso di riflettere su dei particolari a dir poco comici nella loro contraddittorietà: il titolo dell'articolo in questione è "Il look di Papa Ratzinger: spuntano le scarpe Prada". Tuttavia, appena sopra al titolo, pur con caratteri infinitamente più piccoli, c'è scritto: 'griffati i mocassini rossi. L'azienda non conferma'... "
Vedasi anche il sito dell'ANSA
Commenti
Posta un commento
Si avvisano i gentili lettori che (come è ovvio) non verranno approvati commenti scurrili, offese dirette, incitazioni all'odio di qualunque tipo, messaggi che violino la privacy o ledano l'onore di terzi. Si prega di considerare questo blog come uno spazio di confronto, così come è stato fatto finora, e non come uno "sfogatoio". Ci scusiamo per eventuali ritardi nella pubblicazione dei commenti: cause (tecnologiche) di forza maggiore. Grazie.