Parte III: Il
canto della mosca
5.
Marcello
teneva il capo chino, incrociando le braccia sul petto. Con quei jeans, la
giacca a vento e i ricci castano scuro non nascosti dalla parrucca, era
impossibile ricollegarlo alla scintillante Greta Sgarbo. Diana osservò
divertita quell’originale – o quell’alter
ego? – ombreggiato dal porticato.
Erano nel cosiddetto Cortile delle
Magnolie, uno dei chiostri dell’università pavese. Gli alberi eponimi li
guardavano a distanza, lucidi e scuri come il silenzio. Accanto a loro, Ugo
Foscolo dormiva nell’effigie di marmo, sul sarcofago che gli aveva scolpito
Zulimo Rossellini, per la tomba in Santa Croce a Firenze – prima che fosse
inspiegabilmente rifiutato.
«Sei molto preoccupata per la tua
relazione con Margherita, allora?» riprese delicatamente il ragazzo, alla fine.
L’amica
deglutì e distolse lo sguardo. «Mmh… Non è che ci siano veri e propri segnali
di attrito… Ma disattenzione, sì.
Forse, è questo il peggio».
Marcello la fissò coi grandi occhi
grigi: «Disattenzione… a cosa?»
Le
dita di Diana tormentarono la catena appesa ai suoi jeans. «A me. A me… quale
io sono davanti ai suoi occhi. Sembra persa in un sogno».
L’amico
corrugò leggermente la fronte: «Non è… un calo di passione?»
L’altra sorrise amaramente, fra sé:
«Credo che Margherita non voglia me, ma la conoscenza
di me. È diverso».
Marcello rimase a chiedersi cosa
volesse dire, mentre Diana – con la punta di un anfibio – tracciava archi
invisibili a terra.
«Sono
stati i mesi dei cambiamenti inspiegabili, questi…» osservò poi il ragazzo, tra
il malinconico e l’ironico. «A marzo, Guido mi ha telefonato, una mattina…
apposta per dirmi che non voleva più fare la drag queen».
Diana rialzò lo sguardo: «Come?
Niente più Rita Gayworth?»
«Eh,
sì…» sospirò Marcello. «Mi ha detto che… cominciava a trovare quel personaggio
troppo invadente. Nel senso che gli
stava invadendo la vita… stava diventando più lui di lui, ecco…» Scrollò le
spalle, davanti a quegli arzigogoli filosofici che gli erano usciti.
«Beh, io ho almeno un motivo di
essere contenta» sogghignò Diana. «Mi pareva che Rita Gayworth piacesse un po’ troppo a Margherita».
Rise.
«Meglio
che non lo dica al povero Guido» rispose Marcello, scherzando a propria volta.
[Continua]
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